Capitolo Quattordici

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Harry non sa dove mettersi, tra gli sgabelli della cucina e il piano dell'isola e il semplice pensiero di rimanere in piedi e lasciare che Louis e sua madre, che lo sta fissando con occhi divertiti mentre suo figlio si schiarisce la voce, parlino da soli e poi lo chiamino per-

Louis lo spinge con delicatezza contro uno sgabello ed Harry, troppo intontito per fare qualsiasi cosa, si siede, reagendo con gesti meccanici quando Louis si poggia sulle sue gambe e, in equilibrio su una coscia, gli circonda il collo con una mano. Continua a fissare sua madre mentre Harry sente un rombo basso allo stomaco, la paura che dica qualsiasi cosa perché ehi, un mago dalle dita tatuate e smaltate di nero sta tenendo suo figlio, un Cacciatore, in braccio, stringendogli lo stomaco protettivamente per non farlo cadere, picchiettando sul suo fianco come se fosse naturale e, effettivamente, lo è.

La donna sorride dolcemente e mormora: ''Non mi aspettavo niente di meno. Vado a recuperare tua sorella.''

''Nient'altro?'' mormora Harry all'orecchio di Louis, e il ragazzo si gira piano su di lui solo per guardarlo con un'espressione dolce.

''Mia madre è solo un'infermiera, per quanto indottrinata all'attività. E' una cosa formale, non ha mai partecipato, doveva farlo per stare con Mark. E' a posto'' assicura, baciandogli la punta del naso. Harry si piega alle sue labbra sottili mentre continua, tenendolo per la vita:

''Sì, va bene, ma tua madre non- Non ha niente da ridire su di me, o su- Noi? Non mi sono nemmeno presentato e sono un mago-''

''Quella battuta è tutto quello che otterremo, temo. Deluso?'' domanda a bassa voce, accarezzandogli lo zigomo con la punta del pollice. Harry prende un piccolo respiro.

''Sollevato. Sei sicuro che non possiamo chiamare Jude e-''

Louis assume un cipiglio serio e dispiaciuto mentre si stringe appena a lui ed Harry, di riflesso, lo tiene al sicuro sulle sue gambe: ''No, amore, meglio di no. E' stata una lotta abbastanza difficile, quella di ritardare la sua Cerimonia. Non voglio che senta la discussione.''

''Va bene'' mormora, poggiando la testa nell'incavo del suo collo e chiudendo gli occhi. Mentre Louis gli accarezza e gratta la nuca, pensa confusamente che vorrebbe un mondo tranquillo, dove né Louis né lui devono spiegare a qualcuno perché stanno insieme ed è già difficile, essere due ragazzi, ma quando la famiglia di quello che è, a quanto pare, l'unico uomo della tua esistenza, è addestrata da secoli per ucciderti diventa solo troppo. Harry espira ed espira, si raggomitola, e forse è la stanchezza, forse è quella situazione, forse è il fatto che sta conoscendo la madre di Louis e che Louis non conoscerà mai la sua ed Anne non lo sentirà mai parlare di lui, Anne non vedrà mai Louis e nemmeno Gemma, non potrà raccontarle che ha scoperto quella cosa meravigliosa sulle anime gemelle, che non saranno mai insieme, ma inizia a piangere. In silenzio, sfatto e distrutto, con la voglia di dormire contro Louis e sparire nella depressione della sua clavicola, farsi una notte di sogni tranquilli, dalla sera alla mattina senza interruzioni, senza incubi, solo baci sulla nuca e una barba leggera e mani calde e nessun problema, nemmeno uno, solo il profumo del suo ragazzo chiuso in una felpa e tra le sue dita. Esala, singhiozza a bassa voce, sente Louis spezzarsi contro di lui.

''Lo so, amore mio, lo so'' mormora, gli bacia un punto sotto l'orecchio, gli stringe la pelle del collo tra i polpastrelli ''E' solo questo, risolviamo e basta, sì? Sono sicuro che non sanno che sappiamo, possiamo prenderli di sorpresa. Va tutto bene. Sono qui.''

''Voglio solo dormire'' rantola stupidamente, lasciando che Louis gli alzi il viso con dolcezza mentre singhiozza ''Voglio dormire e non avere brutti sogni e voglio svegliarmi con te e non avere nessun problema e voglio che nessuno ci venga a disturbare perché non ce lo meritiamo, e che cazzo.''

Don't Cast a Spell On Me ||L.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora