8. Let's play

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Your pov:

Di una cosa ero certa.
Se voleva che finissi da sola, gli avrei offerto uno spettacolo tale da fargli rimpiangere la sua scelta.

In quel momento sentii l'imbarazzo svanire dal mio corpo e, con i polsi ancora serrati tra di loro, tenni ben ferma la sua mano.

Iniziai a leccare la punta delle dita che aveva usato per farmi impazzire, e a giudicare dalla sua espressione la cosa lo mandò in orbita.

Dopo qualche secondo le misi in bocca, mentre la mia lingua ripuliva le prove incriminanti sul corpo di Dabi.

Il suo volto sembrava sull'orlo di una crisi mistica, tanto che con la mano libera si portò la testa all'indietro passandola tra i capelli, lasciando fuoriuscire una piccola risata sommessa.

Da quella posizione, potevo quasi toccare il suo corpo, ma anche senza contatto riuscivo a percepire la presenza di qualcosa sotto di me che stava pompando sangue in maniera eccessiva.

Quando finii di succhiargliele, gli porsi i miei polsi senza dire niente, facendogli capire che volevo essere liberata.

Ci pensó un attimo, ed estrasse delle piccole chiavi dalla tasca dei suoi jeans neri.

-Te lo sei meritato...-

Con un piccolo click, fui nuovamente libera di muovermi.

Per prima cosa gli tolsi la maglietta. Non era giusto che mi privasse di quel ben di dio mentre io ero già completamente nuda.

Non oppose resistenza, anzi, prese la sua maglia bianca e la buttó da qualche parte nella mia stanza.

Lo guardai per qualche secondo, mentre con le mani sfioravo le sue cicatrici con delicatezza. La sua pelle quasi bruciava al tocco, ottimo per contrastare l'aria gelida che si intrufolava da sotto le finestre.

Che fosse per via dell'eccitazione o del suo quirk messo alla prova in quella situazione, non mi importava.
Avrei volentieri rischiato un'ustione pur di averlo così vicino.

Si aggiustó alzandosi leggermente sui gomiti per vedermi meglio, e lo spettacolo ebbe inizio.

-Mi raccomando, si guarda ma non si tocca-, gli dissi leccandomi le labbra con la punta della lingua.

Staccai le mani da lui ed iniziai a spostarle sul mio corpo. La mia mano sinistra si posò su una coscia, per risalire piano, molto piano, arrivando al mio ventre soffermandomi per qualche secondo sull'ombelico.

Disegnai piccoli cerchi e ripresi a salire, fino a quando non mi fermai su un seno.
Potevo vedere gli occhi di Dabi seguire tutti i miei movimenti con estrema attenzione, come se li stesse imprimendo nella sua memoria.

Le mie dita strinsero il capezzolo che prima si trovava nella sua bocca, ancora teso dall'eccitazione che mi aveva provocato. Con piccoli movimenti lenti ma decisi, affondando di tanto in tanto tutta la mano sulla mia morbidezza, lo stimolai ancora di più.

Contemporaneamente, l'altra mano trovò il suo posto tra le mie gambe, ma questa volta mi assicurai che quella toccasse leggermente il tessuto dei pantaloni del villain sottostante.

Volevo fosse l'unica cosa che lo separasse dalla mia essenza, che la sentisse vicina ma allo stesso tempo irraggiungibile. Volevo torturarlo nel più subdolo dei modi per essersi fermato poco prima di farmi arrivare al limite.

Il mio clitoride, che aveva iniziato a fare male per l'interruzione, venne assalito dai miei movimenti sicuri.
Cercai di darmi il sollievo che mi aveva negato, il tutto mantenendo il contatto visivo con Dabi.

𝑺𝒖𝒑𝒓𝒆𝒎𝒂𝒄𝒚 || 𝑫𝒂𝒃𝒊 𝒙 𝑽𝒊𝒍𝒍𝒂𝒊𝒏 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora