15. Dark Hope: Origin - Part II

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If you're throwing me to the lions
You should know
I'm not scared of dying
I wouldn't take back
one thing I did, one word I said
But I'm gonna make
you wish you did

•••

Your Pov:

Quante volte, nel cuore della notte, avevo segretamente rivissuto quell'incubo? Centinaia, migliaia?
Forse, inconsciamente, cercavo di capire dove avessi sbagliato, cosa avrei potuto fare diversamente, chi avrei potuto fingere di essere pur di evitare... tutto.

Ma per quanto mi immergessi nel fiume dei ricordi, non giungeva mai una risposta a riportarmi a riva. Più mi addentravo, più era difficile risalire, e l'aria nei polmoni non era mai abbastanza.

All'interno della mia testa riavvolgevo il nastro infinite volte, emulando scelte diverse, sperando di non arrivare alla scena che infestava i miei sogni ma, per mia sfortuna, il finale non cambiava mai.

Tutte le volte salvavo quell'uomo, e tutte le volte la lama tirata a lucido di quel coltello da cucina si palesava davanti ai miei occhi, con l'intenzione di porre fine all'incubo che era iniziato con la scoperta del mio quirk.

Non ci misi tanto a realizzare un dettaglio in particolare, ormai chiaro come il sole che feriva i miei occhi troppo sensibili alla luce.

Alla tenera età di 9 anni, avevo capito di dover morire.

Il tempo sembrava rallentare, guardando quella scena dall'alto come se non fossi stata più dentro al mio corpo, e nonostante i miei sensi in totale allarme mi ordinassero di scattare, consapevoli che forse avrei fatto in tempo, io rimanevo immobile.

Va bene così.
Muoviti.
Sei solo un mostro.
Corri.
Solo qualche altro secondo e tutto sarà finito.
Vola.
Non ferirò più la gente intorno a me.
Combatti.

Andava bene così. Ne ero certa.
Con un flebile sorriso tristemente rassegnato e qualche lacrima a bagnarmi il volto, avevo guardato il mio destino in faccia.

Reagisci.

Il viso di mio padre trasfigurato dall'ira e dal disgusto si voltò da un'altra parte, e la lama che impugnava con così tanta forza da fargli diventare bianche le nocche, fendette l'aria senza il minimo accenno di esitazione.

Chiusi gli occhi.
Non ero nemmeno degna di essere guardata in faccia mentre poneva fine alla mia miserabile vita?
Ma sì, andava bene così.
Era giusto così.
Vero?

"CHIAKI!"

La voce di mia madre si levò alta all'interno della casa, e nello stesso istante delle vivide gocce di sangue presero a macchiare il legno del pavimento che subito assorbí il loro colore denso.

Il silenzio scese plumbeo, impossessandosi di ogni cosa attorno a noi e mettendo un freno al tempo. Se non altro, era finito tutto molto in fretta.

La mia pelle non bruciava, non sentivo alcun dolore, tutto era statico.
Finché non realizzai che in me c'era troppo rumore. Ed il tempo riprese a scorrere inesorabile.

Il rimbombante fracasso del mio cuore che pompava battiti all'impazzata si sarebbe potuto sentire anche senza il bisogno di un quirk uditivo.
Dovettero passare dei secondi prima di rendermi conto del perché.

Non era mio. Quel sangue, non era il mio.

Spinta dall'irrazionale speranza di scoprire che mi sbagliassi, voltai lo sguardo verso mia madre, mentre la testa iniziava a girare per aver trattenuto il respiro troppo a lungo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2022 ⏰

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𝑺𝒖𝒑𝒓𝒆𝒎𝒂𝒄𝒚 || 𝑫𝒂𝒃𝒊 𝒙 𝑽𝒊𝒍𝒍𝒂𝒊𝒏 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora