Capitolo 1: Frank Bryce ed Emily Handerson

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Fiocchi di neve fresca cadevano su un mantello candido a Little Hangleton. Tutti i bambini della cittadina uscivano dalle loro case come un fiume in piena esuberanti di gioia per giocare a palle di neve. Tutti i bambini tranne uno, un bambino con un'eredità difficilissima. Frank Bryce jr era in casa sua ad osservare i bambini che ridevano. Ma in particolare era una la persona che osservava più delle altre: Emily Handerson era lì, meravigliosamente stupenda, nel suo montgomery blu, con quel cappello rosa che faceva intravedere solo alcune delle sue ciocche dorate. Emily Handerson era una ragazzina di undici anni, come lo era il nostro Frank, lui era cinque centimetri più basso di lei, lui, occhi verdi, lei occhi azzurri. Lui, imperfetto, chiacchierato e triste, lei spensierata ed accudita dai ragazzi di Little Hangleton. Ebbene sì, Frank Bryce, non seppe bene cosa glielo fece fare quel giorno, ma uscì di casa, senza un giubbotto, senza guanti, solo con la sua felpa rossa ed il suo cappello, con le sue scarpe da ginnastica che finirono alluvionate nei trenta centimetri di neve fresca. Tutti i ragazzini lo guardarono, ammutolendo all'unisono. "Che cosa vuoi, Bryce? Nessuno ti ha chiamato" disse Adam Rooster. "Taci. Io voglio solo giocare con voi nella neve, come tutti i ragazzi di questo schifo di città!" rispose aggressivo Frank. "Oh! Non molto cordiale ... fa'attenzione Adam, può darsi che ti uccida!"esclamò Daniel Sceriff. "Idiota! Io non sono mio nonno!" rispose ancora più rabbioso Frank. "Bene bene ... Adam, Simon, dopo di voi" propose Daniel. Frank venne riempito di palle di neve da quattro bulletti undicenni. Frank era bagnato fradicio, per il diletto dei ragazzi. L'unica che non si era espressa era Emily. Lei lo vide cadere nella neve, poi essere scansato dagli altri ragazzi, finché non gridò "Basta! Basta così ... non vi rendete conto che è un ragazzo come voi?!" Tutti i bulli si fermarono. La loro regina, Emily aveva chiesto grazia per il ragazzo. "Ma perché, Emily? Lui non è come noi ... suo nonno ha ucciso i Riddle!" "Suo nonno. E comunque io voglio che lo lasciate in pace!" ribatté lei. Controvoglia, Adam lasciò all'aria il pugno che stava per dare a Frank. Poi i ragazzi bulli se ne andarono, lasciando Frank ed Emily soli. Era chiaro. Emily non sarebbe mai più stata nella loro banda, poiché aveva chiesto pietà per una vittima, un ragazzo diverso ed incriminato, un ragazzo anche discriminato, come Frank Bryce. "Grazie, comunque" "Figurati. Io so chi sei. Tu sei quel Frank Bryce di cui tutti parlano. Nipote di ..." "Sì, sì, sono il nipote di mio nonno che ha ucciso la famiglia Riddle, così dicono le storielle a cui voi credete. Mio nonno non ha mai ucciso nessuno! Lui è stato ucciso!" "Sì ... sì, va bene, senti, in ogni caso a me non importa chi fosse tuo nonno. Ti ho osservato, sei un bravo ragazzo ... solo credenze popolari!" Frank arrossì da capo a piedi. "Mi dispiace, non sei più nel loro gruppo ..." continuò poi lui "Sì, tanto li detestavo. Mi tenevano come bella del gruppo da sognarsi di notte e basta, ed io dovevo solo vedere i bambini più piccoli venire picchiati finché non chiedevano pietà ... i loro sguardi mi facevano pena, e così il mondo oggi è cambiato per me. Resterò Emily Handerson, sola, in cerca di qualcuno." "Beh, è sciocco da parte mia, ma se vuoi ... insomma, tu, io ..." "Sì?" chiese lei "Potremmo diventare buoni amici, no? Ma per te sarebbe rischioso. Saresti nei guai con tutti gli altri!", osservò Frank. "Non fa niente. Meglio esserci, nei guai, che cacciarvi dentro gli altri. Sono d'accordo con te, sarò tua amica se lo vorrai. Ma ad una condizione." "Cioè?" "Se sei così chiacchierato in giro ci deve essere un motivo, o sbaglio?" "Sì. Vuoi che ti spieghi?", chiese lui. "Certo. Ormai siamo amici." "Bene" disse Frank, mentre con gli occhi tristi vagava verso un passato, orribile, brutto. Non le avrebbe raccontato tutto di suo nonno, solo il lato che avrebbe potuto e dovuto sentire una Babbana come Emily Handerson. "Mio nonno era Frank Bryce Senior" iniziò il nostro protagonista. "In giro si dice che lui abbia ucciso la famiglia Riddle. Ma non è così. Fu lui che venne ucciso in quella casa." Frank sentiva che stava per arrivare il momento della finzione. "E da chi fu ucciso?" chiese curiosa Emily. "Boh ... nessuno lo sa, sta di fatto che mia madre dice sempre che non fu mio nonno ad uccidere i Riddle." "E tu credi a tua madre?" chiese Emily. Frank, che fino a quel momento aveva tenuto la testa bassa, la rialzò, osservando la sua nuova amica con uno sguardo indeciso. Credere a sua madre, beh, non era facile come bere un bicchier d'acqua. La madre di Frank era una Strega. Agli occhi di uno cresciuto fra i Babbani tutto ciò che lei diceva sarebbero sembrate sciocchezze ed assurdità. Tuttavia, un sesto senso aveva sempre detto a Frank che sua madre aveva ragione, e che comunque non era stato suo nonno ad uccidere i Riddle. Così rispose: "Sì, le credo." E così dicendo, si congedò con lei, e, triste per non averle detto tutto quanto, si ritirò in casa, dove, rabbioso per il suo essere diverso, si buttò sul letto che cigolò e si lamentò sotto il suo peso. La camera di Frank non era delle più ricche, una branda con qualche coperta non rimboccata ed un paio di mobili per i vestiti e la scrivania erano più che sufficienti al ragazzo. Ma Frank cercava qualcosa. Così, tra le maglie ferree della branda cercò quel qualcosa che dava un senso alla sua vita: una medaglia. Era di suo nonno, Frank Bryce Sr, l'assassino, non era una medaglia di qualche gara agonistica, bensì una medaglia di guerra. Una War Medal "Oakleaf", che era conferita nel periodo dal 1939 al 1945, trentasei millimetri di diametro e con le barrette a foglia di quercia da cui prendeva il nome. Sul diritto c'era l'effige di Re Giorgio VI d'Inghilterra, mentre sul retro c'era un leone sul corpo di un dragone a due teste. Il nastro era rosso, con una striscia blu al centro, caricata di una bianca, caricata a sua volta da una rossa più piccola.

Tutto quello si poteva riassumere in un solo nome: Frank Bryce Sr. Suo nipote omonimo, Frank Bryce era molto affezionato a quella medaglia, poiché essa era ricordo di suo nonno e, soprattutto, era come un promemoria, come se suo nonno gli dicesse tramite quella: "Ricordati di vendicarmi". Suo nonno, un uomo morto ingiustamente, lasciando un nipote chiacchierato proprio a causa della sua morte molto sospetta. "Che bellezza c'è nella vita, nonno?" si chiese Frank, osservando la medaglia. "Essere presi in giro ... ingiustamente, anche! Ah! Se questi Babbani sapessero quello che hai dovuto passare!" E così abbiamo conosciuto il nostro protagonista, Frank Bryce. Un ragazzo triste, arrabbiato con sé stesso per il nome che portava, arrabbiato per ciò che succedeva all'esterno della sua tranquilla e sicura cameretta, la vita di Frank Bryce era un vero inferno. Almeno, fino ad allora.


Frank Bryce il Rovescio della MedagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora