Capitolo 8: Partita Infuocata

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Oltre i vari conflitti tra le due Case vi era il fatto che, alla testa di tutta quella massa di Grifondoro sinceri ed infuriati vi era James Potter, il ragazzo grande, bello, perfetto, sbruffone. I Tassorosso non avevano una guida sicura, se non un Prefetto fifone ed un altro nullafacente, che, reagivano ammettendo le loro colpe con James ed i suoi per il quieto vivere, ma i Grifondoro non demordevano, nonostante fossero stati tolti ben cinquanta punti a Casa per il sabotaggio delle cucine, e continuavano a fare risse con i poveri Tassorosso, che erano spinti dal motivo "Lotto perché non ho fatto niente", e poi restavano solo i soliti dell'ultimo anno a lottare con James. In più ci si mise anche il più dolente di tutti i tasti: il Quidditch. La squadra di Tassorosso aveva inesorabilmente perso contro Grifondoro, e gli studenti di quella Casa avevano utilizzato l'occasione per prendere i poveri Tassorosso ulteriormente in giro. Sicché il nostro Frank Bryce era sul suo letto, con le cortine chiuse, ad accarezzare la sua migliore amica: Andromeda. La gatta che gli era stata regalata dalla Strega a Diagon Alley, la gatta sfortunata come lui. "Perché siamo così sfigati, Andromeda?", le chiese. La gatta sembrò capirlo e miagolò stiracchiandosi. La sua Mimbletus Mimbletonia era lì, ad osservarli, sul comodino. "Non mi sono scordato di te, causa di tutti i miei fastidi con Yetu!", rise il ragazzo. "Sapete, amici miei, temo che su Tassorosso stia per arrivare una calotta di sventura inesorabile, come cenere in una città troppo inquinata. Come faremo?". In quel momento il ragazzo guardò fuori dalle finestre del dormitorio, vedendo alcuni ragazzi sul prato, vestiti di verde argento, il loro nome malfido ed alla ricerca della magnificenza quanto lo erano i loro animi. I tifosi Serpeverde camminavano coi volti preoccupati, nessuno poteva nemmeno scommettere su come sarebbe andata quella partita di Quidditch. Con quella sfida si dava il colpo decisivo al Campionato di quell'anno. Ora i tifosi Grifondoro erano sull'altro lato del campo, Frank poteva vederli appena, scorgeva i volti preoccupati ma dall'aria comunque risoluta a sostenere la squadra per farla perdere degnamente od a fare una vittoria degna del Leone. Frank sapeva un bel po'di cose sul Quidditch, anche se non pensava di entrare nella squadra di Tassorosso, trovava interessante lo sport dei Maghi. Si era informato e così sapeva, per esempio, che nel lontano 1993 la sua Casa, Tassorosso, vinse incredibilmente contro Grifondoro, e nemmeno al Cercatore di allora sembrava possibile. Frank sapeva come si chiamava, perché sapeva che era morto vicino la casa dove era entrato suo nonno quando Voldemort lo aveva ucciso. Già, proprio Voldemort, era la stessa persona che aveva ucciso Frank Bryce Sr. e Frank sapeva che un suo servo aveva fatto fuori Cedric Diggory, proprio il ragazzo di Tassorosso che aveva preso il Boccino nella partita del '93 contro Grifondoro.

Entrambe le squadre si incamminarono verso il Campo di Quidditch all'esterno del castello di Hogwarts. La battaglia ad alta quota stava per cominciare.

"Frank, Frank!" Aaron lo incontrò per i corridoi, mentre egli si stiracchiava tranquillo, quella domenica in cui tutta Hogwarts era alla partita, tutta Hogwarts tranne lui, che voleva godersi un po'di pace. "Aaron, non sei andato alla partita? La tua squadra gioca!" esclamò sorpreso Frank. "Lo so. È per questo che ti cercavo, per fare uno scherzo a quei maledetti babbei dei Serpeverde sui loro spalti!" "Che vuoi dire con scherzo? Voglio ricordarti che il tuo ultimo scherzo, ha fatto sì che ci togliessero cinquanta punti a Casa, e che venissimo perquisiti tutti, ad uno ad uno!", osservò Frank. "Ed io voglio ricordarti che ne è valsa la pena, mi pare!", ribatté il Grifondoro, che non aveva torto. "Hai ragione ... che cosa hai in mente?", si arrese Frank. "Allora, tu sai che le gradinate dei tifosi delle varie squadre sono chiuse e cave da sotto no?" "Sì, quindi?" "Bene. Io propongo di infilarci in quello spazio sotto la tribuna di Serpeverde e lanciare un incantesimo per distrarre i tifosi e la squadra ... ci stai?" "No che non ci sto! Accuseranno i Grifondoro ancora, e tra le due Case non ci sarebbe mai pace ... non facciamolo!" "Non potranno accusare i Grifondoro, erano tutti alla partita" "Appunto!" puntualizzò Frank. "Sì, ma per lo meno non accuseranno ancora una volta me e te, no?" "Stavolta nessuno scorderà che tu non eri presente alla partita, Aaron ... ti prego, non facciamolo, non cacciamoci in questo pasticcio!", supplicò Frank. "Ed invece ci cacceremo! Dov'è finito il tuo coraggio?" "Non ho mai avuto avventatezza, Aaron, solo maturità e quelle poche sciocchezze che ho fatto sono state per una giusta causa!" ribatté Frank. Aaron sbuffò seccato. "Ed io che pensavo ... alla faccia della leggendaria lealtà dei Tassorosso!", e così dicendo, con la bacchetta in mano, il Grifondoro si avviò all'uscita del castello per recarsi alla partita di Quidditch in corso. Frank rimase lì, immobile come uno stoccafisso. Andromeda, la sua gatta nera, si strusciò alle sue caviglie. "Che cavolo faccio, Andromeda!", le chiese il ragazzo indeciso. "Beh, dopotutto, Aaron è pur sempre mio amico, devo seguirlo ... se nessuno ci vedrà ... che male c'è a divertirsi almeno un po'!" e Andromeda gli sbarrò la strada, come se avesse compreso le sue pessime intenzioni. "Dai, Andromeda ... è per amicizia, altrimenti che razza di Tassorosso sarei?" e, con quelle parole, Frank Bryce Jr si avviò verso la sua seconda malefatta in quell'anno.

Aaron si era infilato nell'interstizio sotto un gradino rotto degli spalti di Grifondoro ed ora, accucciato nello spazio sottostante, cercava la gradinata di Serpeverde. "Dunque vediamo ... di qui cade della terra ... nooo, devo essere sotto il posto di qualcuno di Tassorosso, questi maledetti sleali che si portano le piante in partita ...", pensava il Grifondoro, sollevando di tanto in tanto qualche asse per capire da qualche piccolo dettaglio se fosse giunto al suo obiettivo. "Wow! E questo bel sedere di chi sarà mai ... una splendida Corvonero ... dai, Aaron, non è il momento, devi continuare!" esclamò il ragazzo, ancora infatuato. Tutt'ad un tratto udì un tonfo. Nel sottoscala venne un ragazzo ammantato di verde argento. Aaron sfoderò la bacchetta. "Dannato di un Serpeverde, che ci fai qui?" chiese. "Dannato di un Grifondoro che dubita della lealtà di un Tassorosso!", esclamò Frank Bryce, mostrando orgoglioso il suo stemma giallo e nero da sotto la livrea di Serpeverde. "A chi l'hai fregata quella?" chiese sorpreso Aaron. "A lui, mi ha promesso di non dire niente, o dirà addio ai suoi bei ricordi!", disse Frank, agitando quel po' di Pozione Obliviosa che restava, indicando un ragazzo che sedeva in mutande, con le mani e la bocca legate ed imbavagliata, tremante per il freddo. "Bravissimo, altro che Grifondoro!", esclamò meravigliato Aaron. "Qual è il tuo piano, Aaron?" chiese Frank. "Non so che incantesimo lanciare ...", disse con aria triste Aaron. "Ti insegno io un incantesimo di quelli belli ... me lo ha mostrato uno del terzo anno, è meraviglioso!", disse Frank divertito ed eccitato. Si sporse quindi dal gradino con la punta della sua bacchetta di pino e poi urlò "Incendio!" dalla bacchetta di pino scaturirono fiammelle, scintille e poi una bella fiammata che incendiò una delle sciarpe dei tifosi Serpeverde. Frank si ritrasse, sbavagliò il Serpeverde prigioniero, che non riuscì a parlare, perché gli si calò subito la dose di Pozione Obliviosa che restava. "Sempre un piacere, amico!", gli disse Frank, restituendogli la sua livrea, mentre lui lo guardava con aria infatuata e confusa. I due amici corsero, fino ad emergere dal sottoscala ...

... Per trovare Marcus Flint, Capo della Casa Serpeverde, con la sua bacchetta puntata su loro due. "Chissà perché ... un uccellino mi ha detto che alla mia Casa mancava uno studente, e guarda caso, capitate voi due!", Aaron si morse il labbro inferiore. "Stavolta non c'è nessuno che possa dimenticare le vostre pessime gesta, pargoli!" "Di cosa ci accusa, signore?", domandò Aaron, spaventato. "Vediamo ... sabotaggio di tribuna, uso improprio della magia, collocazione impropria della vostra persona, poi rischio di lesioni aggravate a studenti generici, atto violento ... sono tutte accuse che, dopo avervi fatto espellere, vi faranno arrestare, giovanotti! Per il momento, io, in qualità di vostro professore di Difesa contro le Arti Oscure, tolgo quaranta punti a ciascuna Casa, a fine anno, devo dire che non è proprio una gran cosa!"

Frank Bryce il Rovescio della MedagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora