Capitolo 6: Com'è amara la vita ad Hogwarts

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E così ottobre andò via con un bel cadere di foglie secche. Gli allenamenti di Quidditch si erano fatti sempre meno frequenti per via del maltempo, lasciando il posto ad attività non meno utili, per un Mago, come la Difesa contro le Arti Oscure, oppure le lezioni di Pozioni. E fu proprio in quel cupo periodo dal sapor di noccioline che Frank si accorse di dover cambiare qualcosa, anche prima che arrivasse Natale. Tutti lo deridevano e nessuno, a differenza di Aaron, voleva essergli amico. Ovviamente la sua causa era quella sbagliata, considerando che non aveva mai provato a scusarsi con la povera Sonya per paura. Frank sapeva perfettamente di essere nel torto marcio, e quindi non si aspettava di certo che qualcosa cambiasse per magia di punto in bianco. Tutti i Grifondoro, capeggiati da James lo insultavano di nascosto, infatti quando girava per i corridoi, come un'anima in pena, si accorgeva che i Grifondoro gli facevano delle linguacce, e che le ragazze di Corvonero ridevano, oppure che le ragazze Serpeverde si allontanavano inorridite. Qualcosa sarebbe dovuto cambiare. I Tassorosso, leali quanto volete, per carità, ma non coraggiosi al punto di mettersi contro i Grifondoro. Ma i peggiori erano i ragazzi Serpeverde, che rievocavano Voldemort e di come Frank Bryce Sr c'entrasse con lui, una storiella niente male, ma niente in confronto a quanto dicevano a Snoya Williams, appartenente proprio alla Casa Serpeverde. Frank capì che quel clima dove tutti gli insulti e le derisioni erano nascoste da un velo di pochissima pietà e tanta maleducazione non era certo il migliore col quale continuare a (non) studiare ad Hogwarts. Il tempo passò, e vide un Frank Bryce rinchiuso sempre nel suo dormitorio, chino sulla sua medaglia, a riflettere sul passato, sul perché proprio a lui stessero capitando tutte queste sventure. Nel frattempo, vicino al suo letto, la Mimbletus Mimbletonia che coltivava tutto da solo, costituiva la seconda sua amica (Andromeda si era guadagnata il primo posto in tale classifica) nella Casa di Tassorosso.

Giunsero così le vacanze Natalizie, e Frank ringraziò non so dire quali e quante divinità del cielo per quell'immenso dono, nonostante questo avesse portato una caterva infinita di compiti da fare. Il nostro protagonista giunse a Londra, dove sua madre fu gioiosa di attenderlo. Non vi dico quanto fu difficile il viaggio in macchina: sua madre gli domandò mille cose, da quelle banali tipo: "Sono ancora quattro le Case ad Hogwarts?", arrivando anche a domande complicate, veramente da Zahur Yetu, a cui lui non sapeva rispondere, poiché anche se provava ad inventarsi qualcosa sua madre se ne accorgeva subito. Quando furono nella loro casetta a Little Hangleton, Frank si sentì il cuore a mille: sembrava un'eternità che era mancato a quella povera e misera cameretta. Era contentissimo, anche per un altro motivo: poteva finalmente rivedere Emily Handerson. Che bello sentire anche soltanto il ricordo di lei, del vento che sognava fra i suoi biondi capelli, come un racconto sotto un albero a primavera, come le corde di un'arpa su pendii ondeggianti di colline ... solo lei, Emily Handerson. Così, quel giorno stesso Frank uscì di casa euforico e felice, convinto di essere in debito di scuse e spiegazioni ... Giunse quindi all'abitazione della ragazza e bussò dunque alla porta. Vide il volto di Emily alla finestra, poi sentì la sua voce nel citofono: "La signorina Emily Handerson non è in casa al momento. Non vogliamo sconosciuti che si allontanano nel vuoto e che poi sbucano così, dal nulla!".

Frank rise. "Molto divertente, dai, apri, scema!" "No, Frank, non posso, scusami. Mi hai fatto male, in tutti i sensi. Prima scompari senza dirmi niente e poi ricompari chiamandomi scema? Sai che c'è? Questa è una scema, ma una scema fatta bene, non sono un giocattolo da usare ed abbandonare io!", sbraitò Emily. "Dai, non dirai sul serio!", chiese Frank preoccupato. "Certo che dico sul serio. Vattene Frank, io non ti aprirò, né oggi né mai!" "Ma sono venuto a darti delle scuse, te le devo, e poi per parlarti ...", supplicò Frank. "No, Frank, non funziona. Vattene ora, sciò!", rispose la voce di lei dietro la porta. Frank batté il palmo contro di essa come sfogo. Ecco, adesso si sarebbe sentito meglio ad Hogwarts, il che è tutto dire. Emily aveva sicuramente trovato un altro ragazzo, era chiaro.

Frank Bryce il Rovescio della MedagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora