Capitolo 13: Come Fiori di campo, nel nascere della Tempesta

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I giorni trascorrevano lieti ad Hogwarts, meglio dell'anno prima. Frank però pensò che, dopo quello che gli era successo (non sapeva neanche come e perché un mago gli stava dando la caccia), gli conveniva restare attento a lezioni di Incantesimi, non si sa mai, se quell'omone fosse dovuto tornare a rubare, lui lo avrebbe subito mandato gambe all'aria! Non gli era mai interessata la materia del Professor Flint, ma adesso credeva che Difesa contro le Arti Oscure fosse molto importante, ed iniziò a studiarla molto ma molto bene, ed otteneva risultati migliori rispetto all'anno precedente.

"Avete visto! Una notizia incredibile!", esclamò Ben Jason, uno studente Serpeverde del Primo anno. "Che?", chiese Aaron, apparentemente disinteressato. Frank ed il suo amico di Grifondoro erano in cortile quando giunse il ragazzino più piccolo col giornale in mano. "VINCENT GALDRASSON E LA GUERRA MAGICA." Citava il titolone della Gazzetta del Profeta. Sulla foto in prima pagina c'era un mago altissimo e robusto, vestito con un lungo e semplice saio da monaco ed uno zuccotto in testa. Ma il volto era quasi lo stesso, se non fosse stato per il trucco. Frank lo riconobbe. Era il ladro che stava rubando a Little Hangleton. "Aaron. Ti ricordi di quella faccenda del ladro di cui ti ho accennato qualcosa ...?", iniziò Frank, sentendosi quasi svenire. "Sì, quindi?" "Devo dirti una cosa", continuò Frank, ed i due si diressero verso il ponte di legno sul lago.

"Vincent Galdrasson ..." iniziò dunque a dire il ragazzo di Tassorosso. "Beh?" "Io l'ho già visto. Era lui il ladro che stava rubando nella casa dei Riddle a Little Hangleton, quell'uomo mi ha quasi ucciso, Aaron!", vomitò Frank. "Come sarebbe a dire ti ha quasi ucciso?" "Ha detto ..." iniziò Frank, non rendendosi conto di non farcela più. Il prurito nel naso ed il nodo in gola erano diventati quasi insopportabili. Quella frase faceva tremare sua madre, ogni volta che la pronunciava in silenzio. Con quella frase era morto suo nonno, di cui portava nome e medaglia. Avada Kedavra, l'Anatema-che-Uccide. Dopo quelle parole magiche, la vittima non ascoltava più niente di terreno. "Che ha detto, Frank?", insisté Aaron. "Ha iniziato a pronunciare l'Anatema-che-Uccide!" strillò il ragazzo, con le lacrime che gli rigavano il volto. "Te la sei vista bruttissima, Frank, ad un passo dalla morte!", esclamò sorpreso Aaron. "No, non capisci! Quando ho sentito quelle parole non ho pensato a nient'altro oltre al fatto che erano le ultime che ha sentito mio nonno! Con quelle parole è morto Frank Bryce Sr, esattamente in quel posto! È come se ... non so, ho sentito qualcosa di doloroso, come se la medaglia che gli apparteneva si fosse fatta male, o forse come se la medaglia mi avesse salvato. Ovviamente, questo è impossibile, sono solo mie impressioni, eppure questa medaglia che gli apparteneva è sempre stata strana. Sta di fatto che, mie impressioni o no, io stavo per andare a ritrovarlo" "Coraggio, Frank. Non siamo qui per guardarci sempre su un passato che ormai è ... passato! Se non vogliamo che ritorni, corriamo lontano da lui, no? Lui viene dietro di noi, e noi non possiamo far altro che ...", iniziò a filosofeggiare Aaron. "Altro che ...?", chiese Frank, con un nodo in gola, sentendo nelle parole di Aaron un motivo per andare avanti. "Altro che vivere, Frank." I due rimasero in silenzio. Poi Frank disse: "Comunque questo Galdrasson sembra essere ben determinato a fare una seconda guerra magica." "Sì, proprio come Voldemort", mormorò Aaron, immerso nei suoi pensieri. "Bastardo!", esclamò Frank, riferito al Signore Oscuro, prima di continuare:"Ha ucciso mio nonno". Aaron si morse il labbro inferiore. Frank glielo aveva già detto, lui poteva saperlo, ed il ragazzo Grifondoro era rimasto davvero male per aver ricordato al suo amico il motivo della sua tristezza. Quindi Aaron rimase ancora a pensare. "Frank, non ti viene in mente qualcosa di strano? Voglio dire, tuo nonno è morto nella stessa casa in cui un criminale pluriomicida e ricercato speciale stava rovistando in palese cerca di qualcosa. Non ti viene qualche sospetto?" "Aaron ti assicuro, mio nonno non può aver avuto niente a che fare con quel tipo. Non credo almeno." Ma Frank sapeva, in cuor suo, che quella era più una convinzione a sé stesso che all'amico. E poi, per quanto ne sapeva, suo nonno avrebbe benissimo potuto aver incontrato quel personaggio in passato."E chi ha detto che deve aver avuto a che fare con tuo nonno? Dopotutto, Frank Bryce Sr. non era il solo in quella casa, quando morì." Mormorò macabramente Aaron. Frank lo guardò negli occhi, con terrore crescente. "Intendi dire che forse che Galdrasson c'entra qualcosa con ..." "Con Voldemort, temo di sì, Frank", rispose triste Aaron ricordando i racconti che aveva sentito su quel personaggio dalla fama più che terrificante. "Quindi ... vuol dire che questa guerra magica potrebbe in qualche modo riguardarmi?", ipotizzò terrorizzato Frank. "Non so. Per ora noi restiamo come fiori di campo in un prato, al nascere della tempesta. Non possiamo fare né sapere niente purtroppo. Possiamo solo vedere arrivare la nostra fine e forse opporci ad essa."

Frank Bryce il Rovescio della MedagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora