Capitolo 17: Tra i dubbi del Cacciatore, nei Sogni della Preda

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Il giorno successivo Frank Bryce Jr era molto ma molto più triste di quanto non lo fosse il giorno prima. Girare per i grigi corridoi di Hogwarts senza il suo inseparabile amico, ed avere solo la pigra Andromeda tra le gambe lo rendeva più che nervoso. Quell'espulsione non aveva affatto alcun senso! L'unico vantaggio in tutto ciò era che lui era appena rientrato dalle vacanze di Natale, ed aveva rivisto Emily in quel periodo, e gli era parsa molto amichevole e cambiata, come se avesse accettato le misteriose sparizioni di Frank Bryce jr.

Quindi, mentre con rabbia mista a tristezza ricordava ogni singolo passo compiuto in ogni singolo luogo di Hogwarts con Aaron, il giovanotto giunse niente di meno che nei pressi della serra di Erbologia, l'unico ambiente dove si sentiva compreso. In quel momento stava pensando intensamente ad Emily Handerson, la sua amica Babbana che aveva per l'ennesima volta abbandonato in lacrime a King's Cross. Si erano fatti due fotografie, una l'aveva Frank, ed una l'aveva data a lei, questo lui lo ricordava benissimo. Come promessa. Sarebbero tornati a vedersi. Lui lo sapeva, sapeva che le scaramucce dell'inverno passato potevano essersi cancellate come orme nella neve dopo una bufera. E così, tenendo la fotografia della ragazza che portava nel cuore, Frank non si accorse di stare per urtare casualmente un'altra ragazzina, dai capelli nerissimi, che si confondevano con il nero della sua divisa, ragazza che era appena uscita dalla serra con un vaso in una mano ed un librone in un'altra. I due si scontrarono, poiché lei aveva gli occhi fissi sul libro, lui sulla foto. Lui rimase in piedi, ma lei no. "Scusami, ti aiuto" "Ci mancherebbe, distratto!", ribatté arrabbiata lei. Ma quando vide in faccia chi l'aveva urtata disse solamente un onesto: "Grazie". Frank non rispose, e prese a raccogliere la terra nel vaso. "Mi chiamo Alexia Spadeground, secondo anno", si presentò la ragazza. "Frank Bryce jr, secondo anno", rispose freddo Frank. Lei si morse il labbro inferiore, per poi riprendere con tono di ammirazione: "Quella gatta è tua?" "Sì, non è meravigliosa?", rispose il ragazzo, desideroso di fare amicizia e di vantarsi di quella pigrona di Andromeda. Le amiche di Alexia la chiamarono. Lei stava per rispondere che la gatta le piaceva un sacco, ma recitò la parte che sempre faceva con le sue amiche: quella della bulla dura e cattiva. "Fa schifo ... ma dove l'hai comprata? In un letamaio?" e, così dicendo, la ragazza corse dalle sue amiche, e Frank si scoprì a mirare in particolare i movimenti che assumeva la gonna al movimento delle sue gambe perfette. Andromeda gli soffiò, quasi avesse inteso l'enorme tradimento di Frank. Il ragazzo guardò poi la foto di Emily.

"Andromeda ... cosa diamine vuoi? Sono due bellissime ragazze!", attaccò Frank. "Ti ho sentito", gli rispose Alexia a braccetto con una ragazza una decina di metri avanti a lui. "Che figura ...", mormorò Frank, prima di scappare via, paonazzo ed imbarazzato. "Rammollito" pensò Alexia, che continuò a riflettere "Un rammollito fatto bene, però!"

Quella sera, dopo le lezioni, Frank corse nella sua sala comune. Lì rimase con la foto di Emily in mano, seduto su un divanetto vicino il fuoco.

"Come faccio a scegliere ... sono bellissime!", urlava dentro di sé Frank. "Calma, calma ... non è detto che quella Alexia sia innamorata di me ... può darsi che si è montata un po' la testa, tutto qui ...", continuò il ragazzo, per fare ragionamenti strampalati su quella sconosciuta di Alexia Spadeground. "Chi è?" chiese dopo molto una voce alle sue spalle. Frank si voltò di scatto, e vide adagiata sul divano, con uno sguardo che lo inchiodò dov'era seduto, Alexia. "Tu che ci fai qui?", le chiese Frank sobbalzando, senza rendersi conto di quanto fosse inutile la sua domanda. "Sai com'è, è la mia Casa", sbottò lei. "Sei una Tassorosso?" "Come, non hai visto lo stemma?", disse Alexia, mostrandolo dunque ad un Frank rimasto di sasso. "Sì, sì, non sono cieco, grazie per avermelo detto ...", rispose lui, bruscamente riprendendo il suo atteggiamento freddo con la ragazza appena conosciuta. "Scusami per stamattina, non volevo ...", disse lei, ricominciando. Lui la guardò negli occhi verdissimi e che sembravano intagliati nel legno, piuttosto che incastonati nel suo viso per quanto erano incredibilmente angolati. I suoi capelli neri e lisci erano pettinati in una coroncina, lasciando il resto scendere come acqua sulle rocce, sulle spalle della giovane ragazza. "Quindi oggi, chi erano le due bellissime ragazze?", chiese lei, dopo un po' che erano rimasti in un silenzio rotto solo dallo scoppiettio allegro del fuoco che regalava ai loro due volti ombre ed intonazioni veramente meravigliose. "Segreto professionale", rispose ironico Frank, sciogliendosi un po'. "Perché, di professione fai ragazze?", s'informò lei, aggressiva. "No ovviamente!", si schernì divertito Frank. "A me pare proprio di sì, a giudicare da quella!", esclamò pettegola Alexia, indicando la foto di Emily che Frank aveva in mano. Lui allora capì il suo gioco e fece il misterioso con lei, sospirando "Beh ... se fossi uno stupido ti direi esplicitamente che forse potresti avere assolutamente ragione su questa ..." "Ma guardalo ... sembra saperla lunga di ragazze!", stuzzicò lei, che proseguì: "Anche se sembra essere quello l'unico argomento lungo in te". Frank non voleva rispondere, ma continuò quella scottante conversazione "E quindi? Cosa vuoi? Vuoi giudicarmi se ho una ragazza?" e con quello, si disse, Frank aveva superato veramente ogni limite di segretezza. Doveva ritornare al suo solito atteggiamento glaciale, oltre al fatto che stava mentendo un po'troppo per i suoi gusti. Gli altri presenti li osservavano perplessi. Si avvicinò dunque il Prefetto Tassorosso, che squadrò in faccia Frank e gli abbaiò: "Bryce! Abbiamo finito di sparare cavolate da dodicenne? Vedi che Alexia è più Strega di quanto tu non creda!" Frank era stato preso sull'onore. Davanti ad una ragazza. Avvampò, per poi continuare a mentire spudoratamente: "E tu come fai a dire che sono cavolate? Solo perché indossi quello stupido stemmino?" "No, idiota, perché si vede da un miglio che Alexia che è esperta nel campo non ti crede, fesso!" "Ehi! Hai finito di insultarmi?", lo sgridò lei. "No. Altrimenti che fai, Alexia? Chiami il tuo ventesimo ragazzo ad Hogwarts per farmi picchiare?", provò a ribattere il Prefetto ridendo soddisfatto della sua iperbole, ma Frank lo mise a tacere. "Come ti sentiresti se un deficiente ti rovinasse la chiacchierata con la tua nuova amica? In questo modo stupido poi! Non si gioca sui sentimenti, Shelton! E menomale che tra me e te il dodicenne sono io!" "Frank ... no", lo interruppe Alexia, compiaciuta del fatto che qualcuno l'avesse finalmente sinceramente difesa. " Bryce ha ragione ... ritirati, Shelton!" mormorò un gruppo di altri Tassorosso, che avevano preso la palla al balzo pur di liberarsi verbalmente dalla tirannia di Shelton, il Prefetto, che non faceva altro che svergognare gli studenti che credeva peggiori di sé. In breve, se non ci fosse stato Frank a fermare la rivoluzione dei primini, il povero Shelton dalla testa di segatura si sarebbe trovato con molte ferite da colluttazione. Dopo tutto quel baccano, i Tassorosso tornarono a letto. "Alexia. Da adesso considerami tuo amico, nel caso Shelton dovesse darti di nuovo fastidio", annunciò Frank, che si sentiva davvero un dio. "Ti ringrazio, ma penso che tu abbia già una dama da difendere, Frank. Io so badare a me stessa.", rispose Alexia, glaciale e tagliente. Frank capì al volo e disse perciò: "Non l'ho fatto per amore." "E per cosa, allora? Saresti il primo che non lo fa per avermi!", osservò Alexia. "Sappi che non sei l'unica in questo castello ad essere stata bullizzata." e, così dicendo, Frank rimise nella toga la foto di Emily, quella foto che gli ricordava il tempo in cui lui veniva preso in giro e di mira tra i Babbani. "Ha fegato quel Bryce, però!", pensò Alexia, ritirandosi nel suo dormitorio. "Poveraccia, Alexia ... va soltanto compresa", pensò Frank, ritirandosi nel suo dormitorio.

Quella notte Frank non riuscì a dormire. Ebbe un incubo. Era a Little Hangleton. Sentiva sempre la solita voce della solita donna che cantava accompagnata da una chitarra. C'era Emily, e c'era Alexia. "Cretina!", esclamava arrabbiata Emily, rivolta ad Alexia, che si limitava a sputarle sulle scarpe "Sei solo una Babbana!", gridava la ragazza di Tassorosso. "Non osare insultarmi, Strega! Ma guarda come vai vestita, non ti vergogni di farti notare in quel modo, siamo nel XXI secolo e tu ancora con il mantello!", diceva Emily. "Io? Ringrazia che non sono stupida come te, Babbana, altrimenti ti farei vedere che non sono affatto come dici, e che non mi vanto di quello che ho per paura!", ribatteva Alexia "Ehi, ragazze, calmiamoci ...", diceva Frank, nel sogno. "Tu taci, hai creato questo casino, non ti dispiacerà se lo finisco io per te?", rispondeva acida Alexia. "Ma ... io amo solo una di voi due, non c'è bisogno che litighiate!", diceva timido il ragazzo. Emily si voltava di scatto, frustando l'aria con le sue ciocche ricce. "E chi allora? Spara, è inutile che continuiamo questo giochetto, Frank!" "Ve lo devo dire?" "Sì!", esclamavano decise entrambe. "Bene ... ora ve lo dico ... sì ..." vedeva Emily guardare nervosa l'orologio da polso. "Beh?", chiedeva Alexia. "Io amo ... Alex ..." diceva Frank, prima di sentirsi cadere nel vuoto durante il sonno, per poi svegliarsi. Neanche il suo cuore sapeva quello che voleva.

Frank Bryce il Rovescio della MedagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora