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01. Mason mount
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"Sei spaventosamente sexy!" Sbattè le mani fra di loro contenta Alexis, la sua coinquilina, guardandola rinchiusa dentro il lungo vestito da sera da lei scelto per l'occasione

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"Sei spaventosamente sexy!" Sbattè le mani fra di loro contenta Alexis, la sua coinquilina, guardandola rinchiusa dentro il lungo vestito da sera da lei scelto per l'occasione. Traballò sui trampoli che le aveva fatto infilare, a forza, avvicinandosi piano allo specchio posto sul muro vicino all'armadio, per potersi guardare. Fissando il suo corpo snello, non si riconobbe, come accadeva ogni volta che la sua amica faceva una delle sue magie. Sospirò, passandosi una mano tra i lunghi capelli castani, esasperata, nel vano tentativo di dare loro una forma adeguata all'occasione.

"Tra quanto arriva mount?" Saltellò eccitata la bionda al suo fianco, mentre con una mano le lisciava piano una piega dell'abito. Si stava già affrettando a rispondere per l'ennesima volta a quella domanda, era già la settima volta nell'ultima ora, dicendo che ancora mancavano dieci minuti all'orario prestabilito. Ma fu preceduta dal fastidioso suono del campanello, che il ragazzo fuori suonava insistentemente da qualche secondo.

Sbuffò, staccando il telefono dalla carica e buttandolo nella pochette, dello stesso colore dei tacchi che portava ai piedi. Intanto, la sua amica si affrettò a correre alla porta, per aprire al calciatore, già impaziente. Si precipitò all'interno dell'abitazione, scappando dal gelo delle strade inglesi di settembre. Iniziò a sbattere piano, morbosamente, il polpastrello sul quadrante in vetro del suo orologio marcato. "È tardi, clare" la guardò avvicinarsi, in modo sensuale, seppur involontario.

Lo faceva sorridere come lei non fosse per niente consapevole della sua bellezza e di quanto risultasse attraente da fuori. Come diceva sempre Alexis, era una bomba sexy. Si avvicinò piano a lui, posando entrambe le mani su una delle sue possenti spalle, coperte dalla giacca abbinata al suo abito, come ordinato dalla bionda. Gli scoccò un bacio sulla guancia, macchiandolo leggermente con il rossetto nude, che il ragazzo infastidito e scocciato, si affrettò a rimuovere con la mano. "Sono pronta, Mason. Calmati" ridacchiò lei, salutando l'amica con un abbraccio.

Le catturò l'avambraccio con il suo, prendendola a braccetto e trascinandola verso la sua auto sportiva parcheggiata fuori al freddo. "Mi sto già pentendo" sbuffò, mettendo in moto l'auto, mentre Alexis divertita li salutava con la mano dall'entrata. Clare la guardò sofferente da sopra il sedile in pelle, pregandola con lo sguardo di salvarla e portarla via da lì. Lei si mordicchiò le unghie appena fatte, stravaccandosi al suo fianco, beandosi del calore del riscaldamento. "Siamo in due"

Mason Mount, centrocampista del Chelsea, e Clare Wyatt,  semplice ragazza originaria di Portsmouth nel Regno Unito, si conoscevano dalla seconda elementare. Avevano entrambi ventidue anni in quel momento, ma conducevano vite particolarmente diverse. Quando quel giorno lei entrò per la prima volta nel nuovo istituto, passando da quello privato al pubblico, tutti la evitavano. Tutti la guardavano, giudicanti, senza mai avvicinarsi o rivolgerle la parola. Ma lui lo fece, dopo averla colpita in faccia con una pallonata, le chiese scusa e poi di giocare con lui. Da quel momento, non si separarono mai più. Anche gli ultimi anni, passati separati, tranne per quelle visite occasionali e periodiche, in cui uno dei due scappava da una città  all'altra per vedersi. Clare, infatti, si trovava a oxford, mentre lui a Chelsea. Entrambi nel Regno Unito, ma così tremendamente distanti, nonostante fossero solo circa cinquanta miglia.

"Ripetimi perché ho chiesto a te di accompagnarmi" la guardò divertito, mentre con i polpastrelli giocava con il volante, battendoci sopra sistematicamente. Erano fermi al semaforo da qualche minuto, quando il semaforo tornò verde, costringendo il castano a riportare la sua attenzione sulla strada. Sorrise beffarda, posando il suo braccio sul finestrino, osservando le strade affollate di Londra. "Me ne vengono in mente almeno quattro"

Iniziò ad elencarli, tenendo il conto con le dita esili. "Prima di tutto, tu mi adori" rise, colpendogli piano la spalla, mentre lui alzava gli occhi al cielo. "Secondariamente, sono la tua unica amica." Lo guardò, piuttosto divertita dalla cosa, mentre lui sbuffava irritato. Odiava darle ragione. "E terzo, ti sono mancata come l'aria" concluse, richiudendo la mano e posandola sulla pelle nuda della sua gamba, scoperta dallo spacco del vestito. Risero ancora, mentre lui si immetteva sulla via principale, girando verso destra. "E il quarto invece?" Lei scosse le spalle, accavallò le gambe e si fissò vanitosamente nello specchietto del lato passeggero.

"Perché sono bellissima" si spostò i capelli di lato, mentre il ragazzo non potè che annuire in assenso, fermandosi in mezzo alla via. Lei uscì dall'auto, aiutata dalla mano sicura del parcheggiatore, che le aprì la portiera facendola scendere, per poi afferrare le chiavi lanciate da Mason. "Per favore, è nuova" Lo supplicò con lo sguardo, mentre il giovane ragazzo si sedeva comodo sul sedile del guidatore. Lo rassicurò con un sorriso, mentre tutti e tre ridevano. "Non si preoccupi, signore" premette il pulsante dell'acceleratore con violenza, sparendo all'interno del parcheggio, lasciando il calciatore con il cuore dolorante.

"Ti prego claaaare!" Mason incrociò le dita, in segno di preghiera. Tirò fuori il labbro, sporgendolo verso di lei come un bambino. La fissò insistentemente, guardandola alzare gli occhi verso il cielo. "Non se ne parla, mount" proclamò, dandogli le spalle per tirare fuori qualcosa dalla credenza. Lui non sopportava quando lo chiamava per cognome, e lei lo sapeva bene. "Che ti costa Clare?" Sbuffò lui, appoggiandosi con il fondoschiena sul piano in marmo davanti a lei, costringendola a guardarlo.

Lei afferrò una patatina dal secchio, masticandola con poca femminilità, mentre lo riproverava con lo sguardo. "Ma perché io? Portaci Alexis, impazzirebbe" si allontanò da lui, sfuggendogli in un momento di distrazione, per riempire il suo bicchiere d'acqua e berlo. Lui rise piano, infilando una mano nella ciotola e dando un morso a una delle tante patatine, come aveva fatto lei poco prima. "Anche Franck impazzirebbe" scoppiarono a ridere entrambi, pensando al biondo, fidanzato della coinquilina di lei, che non sopportava Mason nonostante l'avesse visto giusto un paio di volte.

"Allora vacci da solo" scosse le spalle lei, fregandosene, mentre afferrava il contenitore verde chiaro e lo portava con se nel salone, dileguandosi dalla cucina, sperando che così avrebbe messo fine a quella tortura. "Voglio farti conoscere la squadra, eddai non fare la guasta feste!" Cantilenò, mentre lei lo ignorava facendo partire il film.

Da più di un'ora le immagini di io dopo di te coloravano lo schermo del televisore dell' appartamento di Clare. Ma neanche questo, serviva a zittire l' irritante voce del suo amico, che continuava a assillarla. "Dio Mason!" Sbottò, fermando il film. Lui sussultò, colto alla sprovvista, facendo un piccolo salto sul divanetto bianco. "Verrò, basta che ti stai zitto!" Lo accontentò, massaggiandosi piano le tempie con la punta delle sue dita, sentendo la testa ormai dolorante. Lui sorrise fiero, sdraiandosi comodo, finalmente in silenzio.

"Sei pronta?" Le porse la sua grande mano, già salito sullo scalino. Lei da sotto, la afferrò prontamente, salendo con lui sul tappeto rosso morbido, prendendo un respiro molto profondo. "Nata pronta"

Midnight | Jorginho frello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora