Mason mount, famoso centrocampista del Chelsea, presenta a tutti la sua migliore amica d'infanzia, che per anni aveva tenuto nascosta, cosa succederà?
#6 in Jorginho [20.12.21]
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"Jorge" sussurrò Clare, stropicciandosi gli occhi. "Suonano da cinque minuti" sbuffò, mentre lo scuoteva per svegliarlo. "Vai ad aprire" la liquidò, girandosi dall'altra parte. Si lamentò per il restante minuto, mentre si alzava e infilava le ciabatte. Lui le aveva prestato una maglia e dei pantaloni da allenamento per dormire, per fortuna. Aprì la porta svogliatamente, ritrovandosi una bellissima donna con due bambini vicino. Spalancò gli occhi, con la voglia di sbatterle in faccia il legno. "Oh, ciao!" Sorrise timidamente, non sapeva neanche come si chiamava. "Ah, tu devi essere Clare, mi ha parlato di te" spalancò ancora di più gli occhi, se possibile. Per quale diavolo di motivo avrebbe dovuto parlare alla sua ex moglie di lei?
"Ho portato i bambini, avevamo deciso che sarebbero stati con lui dal suo compleanno fino a Natale" spiegò. Subito dopo non le lasciò nemmeno il tempo di replicare che lasciò un bacio a ogni bimbo, e poi scappò fregandosene.
"Chi sei?" Un bambino dai capelli castani le tirò l'orlo della maglietta verso il basso, richiamandola. Si schiarì la voce, per poi abbassarsi sulle ginocchia, alla sua altezza. "Sono Clare, voi come vi chiamate?" Gli sorrise, guardando anche la bambina al suo fianco. Erano identici, quindi ipotizzò fossero gemelli. "Io sono mark, lei è Olivia" la squadrò il bambino, e si sentì intimorito da qualcuno che probabilmente aveva vent'anni in meno di lei. Gracchiò, quando Jorge la chiamò. Spuntò con il volto in salone, il petto nudo e un paio di pantaloni della tuta lunghi a coprirgli le gambe. Spalancò la bocca quando vide la sua ragazza parlare sul pavimento con i suoi figli.
"Papà!" Urlò il bimbo, correndogli in contro. Lo sollevò in aria, per poi abbracciarlo più stretto che poté. Non li vedeva da poco meno di un mese, ma per lui sembravano anni. Stravedeva per i suoi figli, avrebbe fatto di tutto per loro due. Anche la bambina corse verso il padre, attaccandosi alla sua gambe, il massimo di altezza dove poteva arrivare.
Un'ora dopo, i bambini si erano presentati a Clare e giocavano allegramente con lei e Jorge. Lei era piaciuta ad entrambi fin dal primo momento, forse perché era sempre stata brava con i bambini. "Sei la fidanzata di papà?" Clare si inginocchiò davanti alle due grandi pozze azzurre di Olivia, la meravigliosa bimba che le aveva rivolto la domanda così innocentemente da disarmarla. Ora la fissava intimorita, ma fra la due la più spaventata era sicuramente la più grande, timorosa che i bambini non approvassero la cosa. L'avrebbe capito, ricordava l'unica volta in cui suo padre le aveva parlato di un'altra donna. L'aveva odiata fin da subito, pur non conoscendola, per semplice principio. Alla fine avevano chiuso in poco tempo, suo padre non era ancora pronto ad una nuova storia dopo l'enorme delusione che aveva subito anni prima. "Sarebbe una cosa brutta?" Si rivolse alla piccola, che scosse velocemente la testa, con rapidi e forti scatti. "Lo vuoi sapere un segreto?" Le fece segno di avvicinarsi alla sua bocca con l'orecchio, così che gli altri due non potessero sentirle. "Papà era tanto triste, non sorrideva più" Clare si sentì colpevole, nonostante sapesse che dietro c'era una storia molto più complicata che una bambina così piccola non avrebbe mai comprendere, non ancora. "Ora invece è tanto felice, e io credo sia tu" la maggiore si sorprese, nonostante avesse vent'anni meno di lei si dimostrava quasi più matura. "Lo vuoi sapere tu un segreto, adesso?" Domandò, la piccola annuì vigorosamente. Invertirono le posizioni, Clare puntò il suo orecchio e le sussurrò: "si, sono la sua fidanzata" a quella confessione Olivia scattò dritta, battendo le mani e saltando contenta. L'altra sospirò sollevata, sembrava approvare, ora restava solo Mark da convincere.
Intanto, dall'altra parte della stanza, Jorge le guardava con un sorriso, mentre giocava con il figlio. "Allora, ti piace Clare?" Gli domandò, Mark annuì continuando a fissare i suoi soldatini. "Sicuro? C'è qualcosa che non va?" Aveva paura, sapeva che se i suoi figli non avessero approvato la relazione, nonostante fosse sicuro di ciò che provava per Clare, avrebbe sicuramente rinunciato a lei. "Si, papà, tranquillo" si alzò e corse verso la diretta interessata, le tirò la manica della camicia che aveva fregato a Jorge, tirandola verso di se, per richiamare la sua attenzione. "Claree" allungò la e finale, in segno di lamento. L'altra si abbassò alla sua altezza, per guardarlo negli occhi. "Dimmi tutto" "voglio un frullato al mango" scoppiò in una risata, scompigliando i capelli del piccolo Mark. "Andiamo a comprarlo, allora?" Propose, ma ottenne un no in risposta. "Me lo devi fare te!" Si lamentò viziosamente. Il padre, arrabbiato, lo riprese subito. "Mark!" Tuonò, non l'aveva certo cresciuto come un bambino viziato e maleducato. Se solo avesse saputo che quello era un piccolo test a cui il piccolo stava sottoponendo la nuova arrivata. "Jorge" lo riprese lei, lamentandosi. "Posso occuparmene io" assicurò, volgendosi poi verso il bambino al suo fianco. "Che dici, andiamo a fare la spesa?"
"Cenerentola" Jorge la richiamò mentre scendevano le scale verso la sua macchina. "Non sei costretta a farlo" le sussurrò, spaventosamente vicino al suo volto. Loro fermi sul pianerottolo, i bambini scendevano le scale saltellando. "Quanto sono importanti loro per te?" "Più di ogni altra cosa" rispose, pronto. "E quanto conta che loro mi approvino?" Lei l'aveva capito, anche se Jorge aveva cercato di nasconderlo. L'aveva appena ritrovato, non l'avrebbe certo perso per colpa di due marmocchi, per quanto fossero dolci e carini. "Come immaginavo, ciò che è importante per te, è importante per me, è così che funziona una coppia" Jorge spalancò gli occhi, alzando le sopracciglia, sorpreso. "Coppia? Hai deciso di farmi un'altra possibilità?" Chiese speranzoso. "abbiamo fatto sesso stanotte, principe, mi sembrava abbastanza ovvio" sorrise maliziosa, prima di scroccargli un bacio a stampo e poi allontanandosi, per dirigersi verso la macchina con i due piccoli, facendogli l'occhiolino.
"Abbiamo detto mango per Mark e Kiwi per Olivia, no?" I due bambini, in piedi dentro il carrello, la fissavano con i sorrisi sul volto e gli occhi luminosi dalla gioia. "Si!" Strillarono contemporaneamente. "Abbiamo preso tutto?" Si rivolse all'adulto, a questo punto, che annuì. "Apposto, andiamo a casa!" Rise, sfrecciando fra le corsie verso le casse.
Dopo aver bevuto i loro frullati i due bambini si addormentarono sul divano, uno sopra l'altro. Ridendo, Jorge prese il figlio mentre Clare pensava alla piccola. Posò Olivia sul suo letto, e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte andò in camera, aspettando che anche l'altro tornasse. Jorge si fermò un po' di più, fissando le sue due luci mentre dormivano. Pronto ad andarsene, fu fermato da un mugugno da parte del figlio. "Papà" borbottò. "Si, tesoro?" Sussurrò vicino al suo letto, cercando di non svegliare l'altra bambina. "Clare mi piace tanto" mormorò prima di riaddormentarsi di sasso. Jorge sorrise tutto il tempo della strada verso la sua stanza, fiero che lei fosse stata approvata da entrambi i bambini in così poco tempo.
"Tutto bene? Perché così felice?" Lo prese in giro Clare, vedendolo entrare tutto pimpante nella stanza. Jorge la prese per un polso e la fece girare in una giravolta, osservandola in tutta la sua bellezza. "Mi sei mancata da morire" nascose il volto nei suoi capelli, odorando quel profumo che riusciva a riconoscere anche da km di distanza. "Non sai tu" gli strinse le braccia intorno al collo, rilassandosi finalmente. "Quindi stiamo insieme? Ci riproviamo?" Chiese conferma. Clare annuì, avvertendolo però. "Se mi deludi, è la fine" "prometto che non lo farò" assicurò.
Ore dopo, erano stesi nudi sul letto, l'uno nelle braccia dell'altra, stanchi e felici. "Penso di starmi innamorando di te" sussurrò lei sul suo volto, baciando la sua guancia con gesti rapidi e delicati. "Io sono convinto di essere già perso di te" confessò a sua volta il calciatore, tenendola più stretta a se.
"Ti amo, Cenerentola" le afferrò il volto con le mani, per guardarla negli occhi.