"Piangi"

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Respiro.

Quella sensazione estasiante del "respirare", soprattutto se si tratta di aria pura, pulita; aria che purtroppo all'inferno non esiste. Si, è una bella sensazione, o almeno, quando si riesce a fare, il problema sorge una volta che non si riesce a prendere il respiro, quella è una brutta, bruttissima sensazione, che ci porta a sentire... come se stessimo esplodendo, si, proprio come i palloncini che vengono gonfiati troppo.

<Voglio andare via..> singhiozzai, non volevo stare lì, basta, volevo nascondermi, rifugiarmi nelle calde lenzuola del mio letto, che, in quel momento, mi sembravano l'unico modo per tranquillizzarmi. Sentii le mani di Alastor prendermi per le mani e portarle sulle sue spalle <Concentrati su di me ora, smetti di piangere.> mi iniziai a trattenere dal piangere ancora e ancora, e guardai in su per non far scendere ancora le lacrime, <Ora andiamo alle camere, va bene?> annuii e staccai una mia mano, a malincuore, dalla sua spalla, asciugandomi il viso bagnato delle mie stesse lacrime, cercando di togliere il mascara da sotto gli occhi, che sicuramente era colato facendomi quasi sembrare un panda.

Una volta preso fiato Al mi portò fuori, nel corridoio che divideva il "teatro" dalla sala enorme dove tutti ancora stavano bevendo champagne e chiacchierando tra loro, non so come ancora non fosse partita una lotta tra loro, arrivata in sala vidi diverse persone sul filo del rasoio, pronte ad uccidere le persone che avevano davanti a loro.
Cercai di non dare troppo nell'occhio, abbassando lo sguardo e camminando tranquilla accanto ad Al, che mi avrebbe accompagnata fino in camera.

Una volta arrivati davanti alle scale iniziammo a salirle, evitai però di alzare lo sguardo, errore, Al mi dovette spostare leggermente per non farmi andare a sbattere contro una donna mentre salivamo, alzai lo sguardo solo in quell'occasione, ma bastò per farmi guardare da chi avevo davanti. A parlare con quella donna, che non era altro che Charlie... era Lucifero... <Oh- OH. S-sei venuta alla fine!> Charlie, col suo solito entusiasmo mi sorrise, travolgendomi davanti a nostro padre, che, invece, mi guardava sorridendo malignamente, creando una grande tensione nella sala, che si azzittii di colpo.

No... non ancora... .

<Io stavo giusto per tornare in camera mia, però ci vediamo domani> mi rivolsi a Charlie, che annuii semplicemente, notando il mio nervosismo, feci per andare via, iniziando a salire le altre scale per raggiungere il primo piano dell'hotel insieme ad Al, ma, prima che potessi farlo, Lucifero iniziò a fare spettacolo... di nuovo.

<Y/n, Tesoro, non abbracci neanche il tuo papino adorato?> spalancai gli occhi e sentii la mia testa scoppiare per il dolore dovuto alla forte ansia che stavo provando in quel momento, Al si girò verso di lui, facendo girare anche me per istinto, vedendolo in piedi con le braccia tese in avanti, pronte a ricevere un abbraccio. Il mio sguardo si fece cupo e inespressivo, inizialmente, <Vieni qua mia cara> mi invitò ancora, io mi avvicinai, lasciando la mano di Al che era stretta nella mia. Arrivai davanti a lui, ma non lo abbracciai, <Vuoi rendere la tua figura ancora più popolare con uno scoop?> l'uomo davanti a me assottiglio gli occhi e mi rivolse uno sguardo confuso e arrabbiato allo stesso tempo, facendomi rabbrividire. <Ma cosa vai pensando, l'ho detto che quella tua piccola testolina non funziona. Lo dimostra il tuo amore verso quell'uomo vivo di qualche anno fa. A proposito, alla fine sei riuscita a trovarlo?> le persone ci guardavano, impallidite dal discorso preso da mio padre.

...il solito esibizionista.

<Vieni figliola, non farti pregare> il suo sorriso si aguzzò, facendomi rabbrividire.

"Figliola"... .

<Fottiti.> sputai fredda verso la sua direzione, facendo marcia indietro e tornando da Al, che ci stava guardando in attesa di andarcene. <Mi raccomando, sta attento alle prossime orgie con angeli e demoni che farai con la mamma, così magari evitate di avere altri figli indesiderati.> mai nella mia vita avrei mai potuto immaginare di poter parlare così a mio padre, che, con fare diplomatico, <Forse saremmo dovuta stare più attenti anche prima> Lucifero si incupì, lasciando vedere solo il suo sorriso in mezzo all'oscurità creatasi sul suo viso. <Sono contento di non essere tuo padre>... si sistemò la giacca, fece spuntare un microfono dal nulla e iniziò a parlare: "Okay cari ospiti! Spero vi sia piaciuto questo piccolo pezzo di teatro che stiamo preparando! Potete tornare a ciò che stavate facendo!" Il suo sorriso mi fece ribrezzo, così decisi di andare via camminando in fretta.

Battito. {Alastor x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora