Regali

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Scappare in fondo non significa solo correre via alla rinfusa, anche deviare un discorso è come scappare.

Io sono scappata.

Perché avere paura di un sentimento ricambiato?

Sentivo mille sentimenti contrastanti dentro di me, che partivano dalla mia infanzia e finivano a quel momento, il momento in cui, invece di parlare con lui, mi sono alzata fingendo una forte emozione e sono corsa verso la porta urlando: "dobbiamo dire agli altri che sento di nuovo!".

Non ho idea di cosa possa aver provato lui in quel momento, io però ho provato un grande senso di pesantezza.

<Y/n sei pronta?> annuii.

Era forse il momento di affrontare tutti quei sentimenti repressi che avevo così tanto accumulato in quegli anni.

Charlie ed io eravamo vestite eleganti, con un leggero filo di sfarzoso dato dal brillante sui nostri vestiti, erano identici, se non per il modello, lei indossava un abito maschile di una taglia super piccola, mentre io un abito lungo, entrambe semplici in rosso.

Entrambe eravamo particolarmente nervose, era la prima volta dopo tanto quella sera.

Andammo verso l'uscita dell'hotel sentendo il clacson della limousine richiamarci per uscire. <Stavate dimenticando questi!> ci rincorse Vaggie portandoci il mazzo di fiori che avevamo preso per l'occasione, lo presi io mentre Charlie uscii dall'hotel salutando tutti.

Prima di uscire io, invece, diedi un'ultima occhiata dietro di me, senza però vederlo da nessuna parte, erano tutti alla hole, mentre lui... non c'era.

Decidi quindi di uscire senza pensarci troppo e di infilarmi nella limousine di Charlie, che ci avrebbe portate direttamente all'evento di quella sera. <Possiamo andarvene quando vuoi, okay? È anche i-> la zittii, parlava a voce alta, ormai abituata alla mia bassa sensibilità, <Se vorrò andarmene me ne andrò da sola, parla piano, i timpani mi fanno ancora male> mi tenni la testa e strizzai gli occhi dal dolore che avevo, che passo non appena ebbi due minuti di silenzio, aveva parlato a voce troppo alta, non avrei osato immaginare cosa potrebbe succedere con delle urla.
<Scusa> parlò questa volta a bassa voce, tranquillamente, così le rivolsi un sorriso.

Arrivammo all'entrata dell'enorme Villa che ci aveva ospitate per tanti anni, strinsi il vestito sul fianco creando una leggerissima piega mentre guardavo titubante il portone nero pece, aspettando che ci invitassero ad entrare, mentre Charlie arrivò decisa e aprì la porta lasciandoci larga visione sulla nostra vecchia casa, che... non era effettivamente cambiata molto.

Y/n respira e parla educatamente. Senza creare caos.

Mi ripetei ancora e ancora, conoscevo il mio modo di reagire, di rispondere, e non era efficace per una riunione di "famiglia".

Da quando entrai in quella casa non feci altro che stare immobile, con le braccia tese dietro la schiena, a torturarmi tenendosi per mano, graffiandosi per l'agitazione.
Non passo molto, qualche minuto al massimo, quando da una stanza vidimo arrivare Lucifero... e Lilith.. . Sorridenti e tranquilli, amorevoli, il giorno del loro anniversario.

Rimasi immobile mentre Charlie avanzò per il salotto, andando incontro ai due demoni che la accolsero con un caloroso abbraccio, <Questi sono per te mamma> Charlie rese il mazzo di fiori a Lilith, che sembrò entusiasta del regalo ricevuto dalla sua amata figlia. <Y/n tesoro! Sono felice che anche tu sia qua> Lucifero si avvicinò invece a me allargando le braccia in cerca di un abbraccio, ma io gli rivolsi un sorriso forzato e gli tesi la mano in avanti. Lui, nonostante fosse deluso dal mio gesto, non si fece scappare l'opportunità di stringermi la mano. <Oh... io ho.. ho portato questo..> non avevo detto niente a Charlie, ma andare lì a mani vuote mi sarebbe sembrato scortese, perciò avevo portato una collana con, dentro al medaglione, una foto di famiglia... molto vecchia.

Battito. {Alastor x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora