"Perché i rapporti con le persone sono così complicati? Non possono essere semplici come li sbocciare di un fiore?"
Quando ero più piccola mi chiedevo sempre la stessa cosa, sempre è soltanto questo, mentre piangevo seduta sul prato della foresta, dando vita a fuori ed erbacce.Guardavo fuori dal finestrino della limousine che mi stava portando a casa e l'unica cosa a cui pensavo era quello stupido bocciolo che nasceva, perché, anche se non volevo convincermene, in realtà anche quello era complesso.
La nascita di un fiore, una pianta graziosa e profumata, come poteva essere davvero complicata? Dannazione.In fondo si sa.
Se si è belli da vedere tutti faranno a lotta per averti, anche se non sei sbocciata ancora, l'unica speranza è quella di essere messa in acqua per finire il tuo corso.<Signorina, siamo arrivati> il conducente della limousine mi risvegliò dai miei pensieri, aprendomi la portiera per farmi scendere. Presi la borsa e scesi dall'auto, ringraziai, e, arrivata davanti alla porta dell'enorme hotel, rimasi a chiedermi se volessi davvero entrare.
Sospiro
Il giorno dopo
Alastor's pov<Alastor spegni quella dannata sveglia!> sentii la voce fastidiosa di Angel provenire da fuori dalla mia porta. Allungai il braccio verso la vecchia sveglia scheggiata, portando però gli occhi sul muro segnato nella mia camera, schifandolo con lo sguardo.
Mi ricomposi dal sonno e mi incamminai verso il salone, passando dalla camera di Y/n, che ormai non mi rivolgeva neanche più una parola, non che io fossi da meno.
<buongiorno Alastor>
Mi passò Charlie alle spalle andando verso le camere.
<Y/n per favore esci... possiamo p-?>
Sentii parlare la ragazza alle mie spalle, fino a che non si fermo a metà frase per il cigolio della porta che si stava aprendo.
Decisi di non fare caso alla cosa e di tirare dritto, nonostante stessi fremendo dalla curiosità.
"Cosa sarà successo ieri?" Continuavo a chiedermelo senza però darmi nessun tipo di risposta.Mi convinsi che ne avrei parlato più tardi con una delle due sorelle, ma la curiosità che avevo mi stava mangiando gli organi.
Ricambiai direzione tornando indietro, verso Charlie, che era rimasta ferma davanti la porta aperta della camera con lo sguardo di chi ha visto il fantasma della nonna che gli regalava sempre i cioccolatini.Mi sorprese quando girò lo sguardo verso di me. <Penso che dovresti parlarle tu..> alzai un sopracciglio e mi grattai la guancia con un dito.
La ragazza passo dritta di fianco a me mantenendo lo sguardo stupito di prima e borbottando qualcosa che non riuscii a capire.Quando la ragazza iniziò a scendere le scale io decisi finalmente di avanzare verso la porta quella camera silenziosa.
<Y/n? B-bocciolo?>
Entrai nella stanza, ma, non appena mi sporsi all'interno, capii immediatamente il motivo dello sguardo di Charlie.
All'interno della stanza tutto era in disordine, come se ci fosse stata una lotta; al centro della stanza c'era la ragazza con gli occhi chiusi, vestita esattamente come il giorno prima, sdraiata a terra con vicino a lei una vecchia foto in bianco e nero, un po' ingiallita, che non capivo chiaramente chi potesse ritrarre.
<Y/n?>
La ragazza mugugnò strizzando gli occhi e rannicchiandosi ancora di più su se stessa, era quasi carina come cosa, se non fosse in un contesto simile.
Mi avvicinai a lei, e facendolo mi resi conto dei lividi e i piccoli taglietti che aveva sul corpo.<va via>
Y/n's pov - prima.
Sospiro
Posso davvero chiamarla casa questa?
Guardavo ininterrottamente il palazzo davanti a me mentre al petto tenevo stretta la collana che mi era stata donata poco prima.
Presi un grande respiro prima di entrare nell'hotel e, stranamente, ritrovai le luci accese.Camminai verso la mia stanza cercando di fare meno rumore possibile, tanto che alla fine tolsi i tacchi e iniziai a camminare scalza.
Arrivata in camera mia presi le chiavi per aprire ed entrai lanciando i tacchi e la borsa sulla poltrona vicino alla finestra che da al balcone.
Mi fermai in mezzo alla stanza guardando i miei piedi leggermente arrossati sulle dita per i tacchi stretti alla punta, sentivo il corpo andare in fiamme e il fiato affievolirsi.<sono stanca...>
Mi accasciai a terra tremando leggermente, iniziai a risentire quei rumori assordanti, quella musica a volume alto che Lilith aveva messo durante la cena e le sue urla... quelle urla che mi perseguitavano.
<basta...>
Sussurrai esausta in un sospiro.
Non cedere y/n, non cedere ora... .
Troppo tardi, tardi per fermare quello che stava succedendo, ma potevo perlomeno cercare di placare leggermente il tutto.
Sentii una forte quantità di forza abbandonare il mio corpo, riuscii a far prendere solo l'interno della mia stanza. Mi accasciai completamente a terra, stendendomi su un fianco, sentendo cadere libri, sbattere le ante dell'armadio, i comodini; sentii il mondo cadere in quella piccola stanza, rimani comunque sveglia... aspettando che tutto smettesse.
Una volta che la situazione si calmò... vidi cadere una foto ingiallita davanti a me, mi scappò un piccolo sorriso guardando la vecchia foto.
<Oh... Buonanotte...>
Chiusi gli occhi lentamente, sentendo le ultime forze abbandonarmi.
<Ti amo... Al>
...Dopo
<va via>
Parlai schiettamente al ragazzo che era entrato nella mia stanza.
Aprii un occhio per guardarlo bene, Alastor, ci sarei potuta arrivare anche senza aprire gli occhi.
<ora mi parli?>
Il mio sguardo si fece cupo mentre mi alzai mettendomi seduta sul pavimento che ormai sentivo caldo dato che ci avevo dormito una notte intera.
Alzai il mio sguardo verso il ragazzo che non mi stava neanche guardando in faccia, guardava la stanza disastrata attorno a me, e così decisi di alzarmi direttamente.<esci. Devo sistemare>
Continuai a parlargli in modo freddo e mi misi a sistemare la stanza, prendendo per prima cosa la fotografia da terra e poggiandola all'interno di un cassetto.
Continuai a sistemare in silenzio, quando però mi accorsi del cervo che stava raccogliendo i libri che erano caduti a terra e sistemandoli nella libreria.<Non voglio il tuo aiuto>
Mi avvicinai a lui prendendogli i libri dalle mani e portandoli verso la scrivania, quando lui però mi prese dal braccio facendomi mollare i libri a terra e costringendomi ad abbracciarlo.
<Sta zitta>
Strinsi i denti.
perché mi veniva da piangere?..
cercai di regolare il respiro mentre lui mi stringeva a se.<Sono qua bocciolo>
Mi scappò un battito.
<S-Sta zitto>
Spazio autrice
Non odiatemi... sono consapevole di quanto io vi abbia fatto aspettare. I miei problemi personali e scolastici sono finiti per fermarmi dallo scrivere. Ho cercato in tante occasioni di continuare questa storia, cercando di fare qualcosa che potesse piacermi. Non sono riuscita a farlo fino a che non ho sistemato le mie giornate e il mio metodo di studio. Ho avuto bisogno di equilibrare la mia vita per continuare a scrivere quella di un'altra persona.
Vi chiedo scusa, cercherò in qualunque modo di tornare attiva come prima.Ma ora vi chiedo cosa pensate di questo capitolo, così da poter capire se continuare con questo ritmo o cambiare qualcosa. Accetto critiche e tutto il resto, a patto che siano costruttive.
Vi ringrazio per i numerosi commenti negli scorsi capitoli.
Ricordatevi che vi lovvo <3
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Battito. {Alastor x Reader}
RomansaMonotonia. Ohhhh che noia! Centinaia di anni e ora non desidero altro che morire per avere un po' di brio in più. "Dai il massimo y/n" l'unica frase positiva che ricordo da parte di mio padre. A che cosa è servito se alla fine non sono andata com...