L'unico

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<UN LOOP! LE HAI FATTO VIVERE UN LOOP INFERNALE!?>

Sentivo suoni, parole, tutto appannato, come se tutto ciò che si urlava fosse un sussurro minimamente udibile, ero in dormi veglia quando sentii parlare nella mia stanza, volevo solo chiudere gli occhi e dormire, sperando che la sensazione delle orecchie tappate andasse via con una bella dormita. <Silenzio, grazie> mi alzai mettendomi seduta a gambe incrociate sul mio letto, guardando le persone intente ad urlarsi contro mentre io ero lì a riposare, erano Charlie e mio padre, ma c'era anche Angel seduto su una sedia vicino al letto in silenzio.

Vidi gli occhi di tutti spalancarsi e fare una sorta di sorriso speranzoso, e tutti insieme vennero verso di me, facendomi sussultare all'indietro, vedevo il loro intento nel rassicurarmi, ma non mi andava di essere toccata. Li vidi muovere la bocca ma non sentivo nessun suono provenire dal loro labiale, ridacchiai rassegnata e alzai lo sguardo verso lo specchio che avevo vicino al letto, sul lato destro; mi spostai i capelli dietro le orecchie e vidi l'enorme bruciatura presente sul mio orecchio, probabilmente era presente anche nell'altro orecchio, continuai a vedere le labbra di Charlie muoversi, fino a che non riuscii a sentire di nuovo tutta dal momento che si rimisero ad urlare, <LEI NON CI SENTE?!> nostro padre si allontanò da me, da noi, senza parlare, fino a che non decide di andarsene via, guardandosi indietro prima di aprire la porta della stanza, guardandomi amareggiato, o almeno così mi sembrava.

Una volta averlo visto uscire mi buttai a peso morto sul letto, tornando alla speranza di riuscire ad addormentarmi per svegliarmi completamente guarita, allora chiusi gli occhi.

Ciò che avevo vissuto, dunque, era un loop infernale vero e proprio, un ricordo lontano che riaffiorava per torturarmi psicologicamente, portandomi a pentirmi, ad impazzire, senza riuscire a ricordare niente dei momenti passati dopo quel determinato tempo deciso dal tuo più grande "incubo ricorrente", nonché peccato. Nel mio caso... ho peccato in amore, peccato nell' essermi innamorata di un uomo e averci fatto l'amore nonostante la consapevolezza di sbagliare essendo io un demone.

Riuscii a dormire, in un momento di totale silenzio, niente fischi, niente parole ovattate, niente, il silenzio. Fu l'unico momento della giornata in cui riuscii a stare un attimo in pace, da sola, tra me e me, nonostante non riuscissi neanche a pensare per il dolore che provavo, la mia testa stava scoppiando insieme ai miei timpani. Non ci avevo effettivamente pensato... al fatto che potrei rimanere così a vita, che potrei non sentire mai più la voce di nessuno, o i rumori assordanti delle strade dell'inferno. Non pensavo al fatto che fosse in tutto e per tutto un'opzione valida.

Mi risvegliai presa da un forte dolore, sentivo delle campane suonare nei timpani, e una sensazione strana, come se mi stessi pulendo le orecchie con il cotone, ma fino in fondo, toccandomi il cervello praticamente. Mi alzai dal letto, mettendomi seduta su di esso, stringendomi le mani intorno alla testa, sperando che smettesse, che tutto quello non fosse la realtà, sperando di essere ancora nel loop infernale di mio padre.

<SMETTETELA! VI SCONGIURO BASTA!> urlavo senza sentire la mia stessa voce, graffiandomi la gola ancora secca e acida dal sonno, non sentivo parlare, urlare, non sentivo.

Finché non sentii un tocco...

ma non era il suo.
Decisi di aprire gli occhi, spaventata dal fatto che non sapessi chi fosse a toccarmi con le sue mani, non volevo... .

...non mi toccate.

Davanti a me c'era Moxy, che mi scuoteva, leggendo il labiale riuscii a capire solo
"torna in te".

Moxy aveva ragione, non ero in me, lo capivo da sola, senza bisogno di qualcuno che me lo facesse notare, ma questa cosa non la riuscivo a controllare.
Mi liberai dalle sue mani, che in quel momento mi sembravano tutto benché confortanti, <NON MI TOCCATE> sembrava come se non mi controllassi, fino a che il dolore non cessò, facendomi finalmente calmare, tornando in me, e accasciandomi di nuovo sul letto, stesa, continuano a non sentire, vedevo solo le facce di Moxy e tutti gli altri (Molly, Blitzo e Loona), preoccupate per me, ma non volevo... non volevo. <Andatevene via, non toccatemi> strinsi i denti contenendo le lacrime e nascondendomi con la faccia nel mio cuscino.

Io voglio...
voglio il mio papà...
voglio il mio Alastor... .

Singhiozzai silenziosamente nel cuscino, bagnandolo tutto fino ad addormentarmi di nuovo.

•diversi giorni dopo•

<Non riesco a sentirti> guardai mia sorella con una faccia da cadavere, con le occhiaie fino alle ginocchia e il viso pallido, sembravo priva di emozioni, ma in quel momento desideravo solo addormentarmi e non svegliarmi più. Più dormivo e più mi sentivo meglio, emotivamente, però... ogni volta che poi mi svegliavo:

<FATELO SMETTERE CAZZO>

Di nuovo... quel suono assordante, quella sensazione orribile che sembrava non lasciarmi mai.

Charlie si intristì guardandomi, mi stava parlando, riuscivo a capire poco, leggevo alcune cose che diceva dal suo labiale, ma non ero molto pratica, mi era difficile capire tutto ciò che diceva. "Scusa" lessi ancora tra le sue labbra, mi guardai intorno, nei dintorni della mia stanza, mi alzai dal letto e presi dalla mia scrivania un foglio di carta e una matita munita di gomma, così che potesse dirmi tutto senza problemi, gli porsi tutto e lei mi sorrise e iniziò a scrivere.

Quando mi mostrò il foglio però... mi pentii di ciò che avevo fatto:

"Posso abbracciarti?"

Abbassai lo sguardo e strinsi le mani tra le lenzuola del mio letto sfatto, non mi piaceva essere toccata, volevo spazio, essere toccata mi soffocava, mi sentivo unta e sporca toccata dalle mani di altri. Feci no con la testa, tenendola in basso per evitare lo sguardo amareggiato della mia cara sorellina, che stava cercando di tutto per farmi stare un minimo meglio. Continuai a tenere lo sguardo basso, fino a che la ragazza non mi mostrò nuovamente il foglio: "Papà ha detto che verrà a trovarti presto", alzai lo sguardo guardandola negli occhi, che sembravano felici, a differenza di quello che pensavo io.

Dopo questa piccola conversazione la ragazza uscì, promettendomi di portarmi un dolce per merenda. Nonostante non mi piacesse essere coccolata, in quel momento non mi importava più di tanto.

<Al. Potresti per favore entrare o uscire dalla stanza, fa parecchio freddo> il cervo veniva spesso a vedere come stavo, me ne parlava spesso Vaggie, che lo teneva d'occhio ultimamente, dato il suo "strano comportamento". Diceva che veniva spesso mentre dormivo, o veniva e faceva finta di niente, così da non disturbarmi.

Il ragazzo uscì da dietro l'angolo e mi fece un timido cenno con la mano, che io ricambiai sorridendogli debolmente. Non ero l'unica in quel momento a sentire silenzio, lui non parlava e io non trovavo il coraggio di aprir bocca.

Fa male...

Vedere Alastor in quel momento faceva sempre più male. Sapere che i suoi ricordi su noi due sono svaniti, quello faceva male. Decisi di non spezzare il silenzio, ma lo invitai ugualmente a venire a sedersi sul letto con me, facendogli, anche questa volta, un cenno con la mano. Non aspetto un secondo, si precipitò sul mio letto, sedendosi vicino a me, forse anche un po' troppo vicino... .

Aprii la bocca intento a dirmi qualcosa, ma gli indicai le cicatrici sulle mie orecchie, così richiuse la bocca imbarazzato, la sua espressione mentre pensava faceva ridere, i suoi occhi si assottigliavano e le labbra si serravano in una sottospecie di sorrisetto confuso, in più le sopracciglia sembravano arrabbiate, quasi come se fosse uno sforzo, ero sicura lo stesse facendo apposta, ma non ci feci tanto caso, pure perché neanche due secondi dopo, vedendo il foglio di carta con la matita, tornò ad avere il suo solito sguardo e prese il materiale per scrivere ciò che voleva dirmi.

Scriveva e scriveva, cancellando e riscrivendo, stava praticamente torturando quel povero foglio di carta.

Si fermò alla fine, posando la matita di fianco a lui e mostrandomi il foglio con un grande sorriso stampato sul volto, ma guardando altrove, evitando il mio sguardo, era leggermente rosso:

"L'albero di mele è salvo"

Senza pensarci mi buttai su di lui, stringendolo a me, e il suo tocco...

era l'unico che volevo sulla pelle.

SPAZIO AUTRICE
Ma salve, so bene che ho saltato di nuovo un capitolo, vi chiedo scusa, purtroppo fino a dicembre i capitoli saranno così, un po' sballati di data. Spero comunque che possiate apprezzare questo capitolo, che, nonostante sia un passaggio dal precedente al prossimo, penso sia davvero bello. Aiuta a capire penso alcune cose, come anche solo il rapporto di conflitto tra y/n e Lucifero. Molto presto arriverà anche qualcun altro, con cui ci saranno alcuni problemi. Grazie della lettura. Come sempre, vi amo <3

Battito. {Alastor x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora