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Quel deficiente. Prima mi convince a conoscere qualcuno che non sia lui e poi non viene a scuola. E io devo venirlo a sapere da un suo compagno di classe?
Mi girai di scatto lasciando quel ragazzo sull'uscita pensando di tornare nella mia aula e passare lì la ricreazione visto che dal giro di qualche minuto non avevo più un motivo per rimanere nei corridoi.

Le scale erano sempre intasate durante le pause, come se tutti dovessero per forza fare sue giù o venire a disturbare noi di terza all'ultimo piano. Vidi un ragazzo che correva verso la mia direzione e, per evitare di essere investito, mi appoggiai al muro per farlo passare. Ora, sono sicuro che concorderete con me nel definirlo un completo idiota quando vi dirò che genialata ha fatto. Mentre ero intento a sistemarmi la mascherina notai i lacci delle scarpe di questo genio slacciati e, visto che esiste una cosa chiamata gravità, lo vidi inciampare e tirare un urlo sventolando le mani in avanti.

D'istinto allungai il braccio e, afferrando quello che sembrava uno zaino, lo tirai verso di me per impedirgli di rotolare giù per la rampa. Appena riapprese l'equilibrio mollai la presa e dopo un sospiro alzai lo sguardo per insultare mentalmente l'odio fa di turno.

Davanti a me si piazzarono due grandi occhi con ancora in essi una punta di spavento, circondati da qualche ciocca scura. Dietro alla testa del ragazzo notai che il suddetto zaino non era per niente uno zaino, ma più una custodia di un qualche strumento.

Trovato.

Il ragazzo velocemente mi ringraziò e nell'istante esatto in cui io mi soffermai sui suoi occhi dietro la sua testa vidi una macchia diversa da tutto ciò che mi circondava.
Come l'aveva chiamata Soobin? Ah, azzurra... è un bel colore...

-Whoa, hey non svenire di nuovo!
Troppo tardi amico, ero già bello che andato.

Grigio chiaro di lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora