>extra 0.4<

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Per tornare a casa sia io che Wooyoung dovevamo prendere la metro, perciò decidemmo di fare la strada insieme. La temperatura era già scesa drasticamente e guardando il cielo potevo ben distinguere le varie sfumature, anche se grigie, perché le avevo ancora vivide nella mia memoria. Wooyoung continuava a rimanere molto silenzioso e la cosa mi sembrava abbastanza strana perché nei miei ricordi del liceo lui era sempre pieno di energie e non si stava mai zitto insieme a...come si chiamava? Ah, sì.
-Che mi dici di Changbin? Siete ancora in contatto?
-Mi sorprende che ti ricordi ancora il suo nome, vi sarete parlati due volte in tutto il liceo.- commentò lui con una mezza risata.
-Dai, non sono così pessimo. E comunque stai evitando la domanda.
-Non la sto evitando... debutta il mese prossimo.
Sinceramente mi aspettavo molto di peggio da come aveva risposto all'inizio.
-Beh, non è mica una brutta notizia, o sbaglio?

Wooyoung alzò gli occhi, guardando verso il cielo, e sospirò profondamente mentre pensava a cosa dire dopo. Sembrava incerto, come se non sapesse come costruire la frase per ottenere una reazione positiva da parte mia.
-Ok, ora ti racconto una cosa, ma prima devo farti una premessa.- iniziò lui dopo un po'.
-Ormai conosci Kai da un po', quindi sono convinto che ti abbia parlato della sua situazione...visiva.

Va bene, so dove sta andando a parare.

-Anche tu sei un mono?- chiesi senza entrare noi miei dettagli personali.
-Cosa? No no no, solo tieni a mente l'esistenza di questa probabilità così da non perderti nella prossima parte.
Gli feci cenno con la testa di andare avanti. Mi veniva quasi da ridere sentendo lui parlare a me dell'esistenza di mono e probe, ma mi contenni per non metterlo in difficoltà, era già abbastanza teso di suo.

-Allora, più o meno un mese fa uno degli amici più cari che ho ha cambiato agenzia perché ha trovato un gruppo con cui debuttare. Il mio sogno da quando l'ho conosciuto è sempre stato stare sul palco insieme a lui e sto pensando di seguirlo.

Wooyoung continuava a guardare dritto davanti a sé e teneva le mani strette intorno alla tracolla del suo borsone. Stavo per dirgli che non c'era assolutamente niente di male a cambiare agenzia, quando lui riprese a parlare.

-Non dire niente agli altri, ma sono andato ad incontrarli qualche settimana fa. Intendo il gruppo del mio amico.
-Dai, non c'è mica niente di male.
-Aspetta, il punto clou sta per arrivare- mi fermò subito lui -in quel gruppo c'è un mono.
-E tu come fai a saperl...oh- iniziai a collegare le cose e capii cosalo stesse turbando -sei il suo probe, giusto?

Mi girai verso di lui e notai il suo sguardo preoccupato mentre annuiva. In un primo momento mi venne solo da pensare che forse i mono non erano poi così rari come avevo sempre creduto, ma poi mi ripetei che non potevo distrarmi proprio in quel momento. Dovevo capire perché Wooyoung fosse così turbato. In effetti non avevo mai provato neanche ad immaginarmi come si sentiva Beomgyu quando era con me, se fosse sereno come lo ero io o se magari sentisse delle responsabilità nei miei confronti.
-Perché sei così preoccupato?- gli chiesi sperando che non fosse una domanda delicata che poteva metterlo in difficoltà nel rispondermi.

-All'inizio ero solo felice di essere così essenziale per una persona che, comunque, si era rivelata molto dolce e accorta nei miei confronti. Ma quando ci siamo rivisti per parlare meglio della nostra situazione, lui ha iniziato a dire cose che mi hanno messo in allerta, come "non andare via o tornerà tutto come prima". So che può sembrare carino da un certo punto di vista, ma dopo un po'ha smesso di esserlo e nel suo tono sentivo solo disperazione espressione. Mi sono informato a riguardo e a quanto pare i mono possono diventare possessivi nei confronti dei loro probe, se non violenti.

Più andava avanti a spiegare, più sentivo crescere dentro di me un sentimento freddo di terrore e senso di colpa. Mi tornarono in mente i pensieri strani che mi erano venuti in treno e il mio stomaco si strinse, provocandomi un nodo in gola che mi impediva di dire qualsiasi cosa. Le mie gambe continuavano ad andare avanti, ma il resto del mio corpo era paralizzato, gli occhi spalancati e le sopracciglia inarcate in un espressione allarmata rivolta a Wooyoung.

-Ho paura, Yeonjun.- quello fu il colpo decisivo che demolì il castello di carta che mi ero costruito con ricordi, domande e illusioni.

I suoi occhi trasmettevano molto di più delle sue parole e il mio unico pensiero andava a Beomgyu: lo immaginavo guardarmi con quell'esatta espressione pronunciando quelle esatte parole e non potevo sopportarlo. Però in quel momento davanti a me non c'era Beomgyu, ma Wooyoung, che stava cercando conforto e un consiglio da parte mia, non un attacco di panico.

-Secondo me dovresti parlarci. Non per forza da solo, ma devi chiarire come ti senti con il diretto interessato. Sono convinto che capirà e cercherà di risolvere, o magari spiegarsi nel caso tu avessi frainteso le sue parole. Tranquillo, non ti succederà niente.

A lui no, ma a Beomgyu?

Tornato a casa mi lascia cadere di peso sul letto, con la testa che girava. Wooyoung si era vagamente tranquillizzato quando l'avevo lasciato emi sembrava abbastanza convinto ad incontrare nuovamente quel ragazzo con l'aiuto del suo amico. Al contrario, io ero più teso di prima, messo ad affrontare di petto lo stato delle cose. Avevo seriamente paura di me stesso in quel momento e i respiri affannati presto si tramutarono in lacrime salate che si accumulavano nei miei occhi impedendomi di vedere nitido intorno a me.
Il mio telefono si illuminò mostrando una notifica, un messaggio.

"Hey hyung, usciamo domani? Ho un altro posto da farti vedere."

Il tempo che una lacrima ci mise per raggiungere lo schermo e il telefono venne lanciato dalla mia mano contro al muro, lo schermo rotto che lasciava ancora leggere il nome "Gyu☺"

Grigio chiaro di lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora