>extra 0.2<

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Un po' di tempo prima aveva letto un libro scritto da un mono che raccontava di come, giusto trent'anni prima, le persone come lui erano molto più presenti e rappresentavano un grosso problema per la legalità. Diventavano ossessionati dai propri probe, li rapivano e finivano per ucciderli. E non potendo più vedere i colori, ripiegavano su sostanze stupefacenti e operazioni chirurgiche illegali per sperimentare di nuovo il... come l'aveva chiamato? Ah sì, color rush.

Quando riaprì gli occhi rimase accecato dalle luci bianche sul soffitto e cercò a lungo di adattare la sua vista ad esse. Girò lentamente la testa per controllare di non starsi immaginando niente perché ciò che lo circondava era molto diverso dalla sua quotidianità: aveva dei colori.
Alzò una mano davanti ai propri occhi e la guardò con curiosità e appresa. Toccò i bordi della sua felpa che sembrava brillare, e si ritrovò a pensare che anche la sensazione del tatto fosse cambiata grazie a questa nuova vista.

Combattendo contro i giramenti di testa, si mise seduto e accarezzò delicatamente il tessuto della sua tuta e sorrise notando come i suoi calzini fossero così accesi, in un qualche modo scollegati da tutto il resto.
Si fece scappare dalle labbra una lieve risata che attirò subito l'attenzione della seconda persona nella stanza, che scattò in piedi da uno sgabello. Yeonjun si precipitò dal ragazzo seduto sul lettino e gli strinse le spalle, analizzando il suo viso con aria preoccupata.

-Hey stai bene? Vedi di non svenire più così, se no la prossima volta ti faccio compagni anche io.
L'altro annuì con un sorriso stampato sulle labbra.
-Non ti preoccupare, hyung. Devo ancora capire cosa sia successo- disse con gli occhi fissi sul maggiore, intenti a catturare ogni ombra delle sue tonalità, -Hyung ora... vedo i colori.

Il luccichio nel suo sguardo rilassò Yeonjun che sorride contagiato dalla serenità dell'altro. Poi si alzò e camminò verso la tendina che divideva i letti del pronto soccorso.
-Per quello credo tu debba ringraziare lui.- rispose prima di tirare la tendina e rivelare Soobin, seduto a gambe incrociate e intento a bere un succo di frutta nel letto di fianco. Sentendosi osservato quest'ultimo voltò la testa verso sinistra, senza lasciare il succhino, e notò che ad aspettarlo c'erano due occhi vispi e curiosi puntati su di lui. Kai riuscì ad interpretare le ultime parole di Yeonjun solo dopo quel momento, avendo davanti quel viso leggermente spossato che sembrò illuminare ancora di più la stanza intorno a sé.


Dopo che Yeonjun li lasciò da soli, i due provarono a parlare un po' di quello che era successo partendo dalle solite domande preparate, come "stai bene?" oppure "ti senti meglio?". La situazione iniziale poteva sembrare molto imbarazzante per entrambi, ma gli ci volle relativamente poco per sciogliere il ghiaccio.
Appena acquisì la fiducia necessaria per aprirsi di più, Kai si lasciò andare e la curiosità prese il sopravvento rendendo tutto più facile per entrambi.

-Che colore è questo?- chiese puntando alla sua felpa e sporgendosi verso l'altro in attesa di una risposta. In un primo momento Soobin d'istinto si allontanò, ma non appena notò il bagliore di curiosità nello sguardo davanti a sé sentì qualcosa sciogliersi e scaldare il suo cuore.
-È azzurro celeste.
-Mi piace- accennò Kai strofinando piano la stoffa, -E questo?
Stavolta Soobin vide l'indice del più piccolo puntargli i capelli, quasi sfiorandoli, ma mantenendo una minima distanza.
-I miei capelli?
-Sì.
-Sono viola, ma ormai sono abbastanza sbiaditi.
-Ti stanno benissimo.
Dopo una decina di minuti passati ad analizzare tutta la sala del pronto soccorso, entrambi i ragazzi vennero dimessi e camminarono insieme verso la fermata dell'autobus più vicina. Tra di loro era scendo un silenzio tutt'altro che imbarazzante, mentre l'aria fredda della sera accompagnava i loro passi.

In piedi aspettando l'autobus che il più piccolo doveva prendere, Soobin girò il viso incantandosi nuovamente nel vedere i grandi occhi vivi di Kai che scattavano da una parte all'altra seguendo le mille luci della città. Si fece sfuggire un sorriso spontaneo.

-Voglio aiutarti a vedere i colori, sempre. Ti meriti di ammirare il mondo nel modo migliore possibile e se posso fare qualcosa, la farò.
Il sorriso di Kai, ancora una volta, gli fece perdere un battito.

Grigio chiaro di lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora