10º

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Natale, finalmente era passato.
Al di là della strada tutte le case erano addobbate a festa, ancora per pochi giorni. La sua era l'unica casa di tutto il quartiere che non aveva neanche un fiocco sulla porta.
Non lo odiava, ma non le piaceva molto.
Troppi sentimenti in gioco, troppo amore nell'aria, troppi abbracci.
Dorothy e Hanna erano a Disneyland con Michael, a quanto pareva lui era disposto a fare l'impossibile per loro due.
Dorothy d'altro canto si sentiva lusingata da tante attenzioni ma non voleva buttarsi a capofitto.
"Michael mi piace ma io devo pensare ad Hanna. Non posso mettere davanti a lei il mio benestare. Il lavoro che mi ha trovato Peter mi permette di vivere in modo dignitoso, presto troverò un piccolo appartamento e Hanna potrà frequentare una scuola per bambini con disabilità. Sei stata un miracolo nella nostra vita e di questo non smetterò mai di esserti grata."
Questo le aveva detto qualche sera prima davanti a una tazza di thè, sedute al tavolo in cucina mentre Hanna guardava i cartoni.
Si tolse l'asciugamano dai capelli e prese il phon per asciugarli, si era alzata presto, voleva andare a fare un po' di spesa.
Aveva fatto una lunga doccia e lavato i capelli, ora doveva asciugarli e finire di vestirsi.
Mise a posto il phon e prese il barattolo della crema corpo, l'occhio le cadde sulla scatola dei tampax e il barattolo della crema le sfuggì dalle mani.
Le era saltato il ciclo.
"Merda Heavy, mantieni la calma. Può essere un falso allarme. Calma, stai calma."
Respirò più volte per tornare a pensare in modo logico.
Corse in camera infilò una tuta, il giubbotto e le scarpe.
Cercò le chiavi della jeep e uscì di casa di corsa.
Non era possibile.
Non poteva essere incinta.
Corse in farmacia a prendere dei test di gravidanza, provarne più di uno forse sarebbe stato più sicuro.
Ritornò a casa e si precipitò in bagno a fare i test.
Due su due diedero risultato positivo, non era possibile.
Lasciò il terzo per un secondo momento e si lasciò scivolare contro la parete.
Questo poteva rappresentare un problema.
Era passato un mese da quando lei e Logan si erano dimenticati di tutto ciò che li circondava.
Non si rivolgevano la parola, se non per casi estremi, si guardavano a malapena e di certo non poteva dirgli 'Ehi, hai presente quando ci abbiamo dato dentro? Nella foga abbiamo scordato un dettaglio molto importante e questo ha dato i suoi frutti. Diventerai papà!'.
Doveva essere sicura al cento per cento e poi forse glielo poteva dire, certo la situazione non sarebbe cambiata perché di sicuro per lui era stato solo un singolo episodio di debolezza.
Per lei però questo figlio, se c'era, rappresentava una svolta nella sua vita.
Avere finalmente qualcuno con cui passare le giornate, qualcuno da amare in modo incondizionato, qualcuno che non sarebbe mai andato via lasciandola sola come facevano tutti.
Si accarezzò il ventre e sorrise contenta, forse la vita stava iniziando ad avere in serbo per lei anche la felicità.

"Ehi Cenerentola ti brillano gli occhi, hai vinto alla lotteria?"
K2 le mise un bicchiere di caffè davanti e alzò il suo in segno di brindisi.
"No. Sono felice. Oggi sono felice."
"Bhe potresti provare a esserlo sempre. Sai il tuo viso cambia."
Le toccò arrossire suo malgrado.
Non era avezza ai complimenti, nel corso degli anni era stata sempre immune. Ora però la facevano sentire quasi euforica.
"Mh... grazie?"
K2 le strizzò un occhio e tornò in autorimessa.
Ormai capitava spesso che fosse di turno con lui, si era instaurato un bel rapporto di cameratismo e la notte passava in un batter d'occhio.
Inutile precisare che con Logan non aveva mai fatto più nessun turno.
Quando arrivarono Rambo, Jack e Spock li salutò e  andò a cambiarsi, doveva passare in caffetteria per prendere caffè e ciambelle da portare a Peter.

"Buongiorno tesoro, sei radiosa oggi, è successo qualcosa?"
Peter le aprì la porta e si accorse subito dei suoi occhi limpidi e delle sue guance rosee.
Gli scoccò un bacio sulla guancia e entrò in casa.
"Giorno Peter, non è successo niente di nuovo. Ho solo trovato la ciambella con la glassa marrone che ti piace tanto. Andiamo a fare colazione?"
Peter la seguì in cucina e la osservò curioso mentre lei sistemava le tovagliette per fare colazione.
"Stai canticchiando? Sul serio Heavy che ti è successo?"
Heavenly si strinse nelle spalle e sorrise.
"Non ne sono sicura al cento per cento ma....bhe ecco....sono incinta."
Tornò a occuparsi dei bicchieri pieni di caffè e delle ciambelle che mise su un piatto in ordine meticoloso.
Peter era rimasto a guardarla scioccato.
"Allora? Vieni? Le ciambelle e il caffè si freddano."
Peter la raggiunse e prese posto di fronte a lei continuando a guardarla quasi rapito.
"Perché mi guardi così? Mi metti in soggezione, come se ho qualcosa che non va."
"Sei...radiosa."
Arrossì di nuovo, iniziava a farci l'abitudine.
Peter si asciugò una lacrima all'angolo dell'occhio.
"Ok, ora mi fai preoccupare. Non voglio che piangi."
"Sono lacrime di gioia tesoro mio. Finalmente vedo i tuoi occhi brillare di vita, le tue guance rosee e..."
"E?"
Peter sorrise.
"E il tuo corpo che emana vitalità. Avrei voluto vederti così sempre."
Heavenly si rabbuiò.
"Non fraintendermi Heavy. Ma nel corso degli anni sembrava quasi che tu ti alzassi ogni giorno per andare avanti per inerzia. Come se fossi costretta a vivere. Non sai quanto abbiamo sofferto io e Delia nel vederti così."
Vedendo che voleva interromperlo alzò una mano per fermarla.
"No aspetta fammi finire. Quando ti ho vista la prima volta in ospedale mi sono chiesto come poteva esserci tanta bellezza in un corpo così piccolo. Ma non era una bellezza solo esteriore, eri bella nel tuo cuore. Ma più passavano i giorni più ti vedevo quasi ingrigire. Passavi le tue giornate a guardare fuori dalla finestra del salone, ore ed ore lì, immobile. Come se fossi in attesa di qualcuno. Non piangevi mai e sono sicuro che non lo hai mai fatto. Un giorno, dopo l'ennesima angheria da parte dei miei figli ti ho chiesto perché non piangevi e tu hai detto che non avevi lacrime."
Allo sguardo stupito di Heavenly, Peter le prese la mano e la strinse nelle sue.
"Ti meraviglia? Ho sempre saputo che erano i miei figli a combinarne di ogni sorta nei tuoi confronti. Devi averli odiati davvero tanto."
Heavenly scosse la testa.
"No. Nonostante loro non mi abbiano mai voluta io ho comunque imparato a volergli bene. Non li ho mai odiati e accettavo e subivo tutto quello che mi facevano solo perché avevo bisogno di sentirmi parte di qualcosa che solo io volevo. Poi piano piano ho capito che non sarei mai stata nessuno per loro e ho smesso di sperare."
Peter sospirò triste.
"Mi dispiace tanto. Io e Delia pensavamo di darti una nuova famiglia, avevamo cresciuto i nostri figli insegnando loro che tutti hanno diritto a una seconda opportunità."
"Peter, tu e Delia siete stati gentilissimi. Avete fatto un ottimo lavoro con Michael e Clarisse, ma io ero un estranea che stava invadendo il loro territorio. Forse anche io mi sarei comportata così. Ma non devi dubitare mai del fatto che tu e Delia siate stati dei genitori esemplari."
Peter scosse la testa.
Quando lui si era ritirato dall'ospedale aveva continuato a lavorare da casa, le sedute private erano molto proficue.
Poi però Delia si era ammalata e lui aveva dovuto rifiutare molti pazienti, le cure di Delia costavano e il suo sostentamento non bastava.
Heavenly aveva già diciotto anni e sapeva che aveva accumulato negli anni i soldi del fondo che lo stato aveva messo a sua disposizione, inoltre c'erano i soldi dell'assicurazione che la ditta di manutenzione aveva pagato ai reduci dell'incendio in cui i suoi genitori erano periti.
Era stato grazie a una parte di quel denaro che Delia aveva avuto cure a domicilio, che Clarisse era andata a fare otto mesi di Erasmus in Qatar e che Michael era diventato avvocato nei tempi previsti.
"Heavy bambina, io non smetterò mai di ringraziarti. Se non fosse stato per te..."
Heavenly gli mise una mano sulla bocca.
"Peter il passato è passato. Non mi devi ringraziare quando se non fosse stato per te io non so che fine avrei fatto. Argomento chiuso. Ora devo scappare. Devo andare a fare un po' di spesa e poi chiamare la mia ginecologa. Peter...nessuno deve saperlo."
Peter annuì.
"Puoi stare tranquilla. Lo sai che tu sei coperta da segreto professionale."
"Grazie."
Prima di andarsene lo abbracciò stretto e lo ringraziò ancora.

"Emergenza, andiamo ragazzi, si lavora."
Rambo aveva preso una chiamata al centralino e un vigilante del campo da basket li aveva allertati per del fumo sulle gradinate.
Erano arrivati a sirene spiegate ma in realtà si era trattato solo di un falso allarme.
Un fumogeno gettato per fare scena.
In campo c'era stata una giornata di raccolta fondi e chi voleva poteva allenarsi con i campioni dei Seattle Storme.
"Odio arrivare sul posto e non trovare l'incendio. Mi tolgono tutto il divertimento."
Spock si stava lamentando.
"Vedila sotto un altro punto di vista, magari hai delle ammiratrici che ti vogliono vedere in divisa. Come dice K2, 'sai il fascino del pompiere'."
Alla battuta di Heavenly gli altri scoppiarono a ridere mentre Spock la ammonì con il dito.
"Dolly non fare battute, non ci sono abituato."
Heavenly si mise a ridere.
Era contenta.
Finalmente aveva uno scopo nella vita e fare parte di un gruppo così affiatato la faceva sentire bene.
L'anno nuovo arrivò con tranquillità. Nonostante avevano temuto che ci fossero più chiamate in realtà passarono la notte di San Silvestro in totale pacchia.
Logan le aveva rivolto un paio di saluti a cui aveva risposto in modo educato.
Ma le sembrava che ovunque si muovesse in caserma aveva i suoi occhi addosso.
Peter continuava a dirle che doveva affrontarlo, che doveva dirgli della gravidanza e che doveva essere più loquace nei confronti di chi le stava intorno.
Scherzava e rideva con i colleghi, quanto doveva essere più loquace?
Non poteva certo raccontare a tutti quello che aveva vissuto, in fondo restavano fatti suoi quelli.

"Bene Heavenly alza la maglietta e rilassati ora vedremo se le tue supposizioni sono giuste."
La dottoressa le mise il gel sulla pancia e con la sonda iniziò a fare cerchi sul suo ventre.
"Eccolo qua. Effettivamente sei incinta. Questo è l'embrione, sono trentacinque giorni di gestazione e quello che senti è il battito."
Un figlio.
Santo cielo.
Stava per diventare madre.
Ora era una certezza.
Le venne un groppo in gola ma lo ricacciò indietro.
Prima di andare via la dottoressa le prescrisse delle vitamine da prendere e altri medicinali di cui aveva bisogno il feto per crescere sano.
Le raccomandò di non strapazzarsi molto poiché essendo la prima gravidanza doveva essere cauta.
Quando uscì dall'ambulatorio era euforica, tanto che andò in un centro commerciale e entrò in un negozio per neonati. Prese un bavaglino e si fece fare il pacchetto regalo.

"Ciao. "
Peter abbassò gli occhiali e lanciò un'occhiata all'orologio appeso in salone.
"Sei in anticipo Heavenly. È successo qualcosa?"
Gli porse il pacchettino e scosse la testa sorridendo.
Mentre Peter scartava il regalino lei tolse il cappotto.
La prima persona a cui aveva pensato uscendo dall'ambulatorio era stato Logan, ma non poteva di certo presentarsi a lui e dirgli 'Ehi ti ho preso un regalo per festeggiare che diventerai papà'!
Così aveva pensato forse all'unica persona importante della sua vita e senza pensarci due volte era corsa da Peter.
Peter osservava il bavaglino con gli occhi lucidi.
"Quindi è ufficiale?"
"Pare proprio di si nonno."
Peter scoppiò a ridere e la strinse tra le braccia.
Erano in cucina a bere una tazza di thè caldo e Peter aveva voluto sapere tutto quello che le aveva detto la dottoressa.
"Stai tranquillo Peter seguirò le istruzioni alla lettera. Sto per diventare madre. Ancora non mi pare vero."
Peter la osservò a lungo prima di sganciare la bomba.
"Heavy bambina mia non credi che anche lui abbia il diritto di saperlo? Per adesso e per i prossimi tre, quattro mesi non si vedrà, ma poi sarà impossibile nasconderlo."
"Al momento non me la sento Peter, forse più in là. Per adesso non ci rivolgiamo la parola. Se e quando si presenterà l'occasione gliene parlerò. In fondo abbiamo fatto sesso insieme. Mica l'ho fatto da sola. Potrebbe anche parlarmi."
Peter ci pensò su.
"Come vuoi tu tesoro. L'importante è che tu non ci metta molto. Sai noi uomini siamo un po' strani a volte. Spesso abbiamo bisogno solo che qualcuno faccia il primo passo per noi."
Heavenly si adombrò.
Le piaceva Logan e anche tanto.
Il cuore le batteva veloce quando lo vedeva e le vibrava la pelle quando lui era nei paraggi.
Sentiva sempre uno strano calore infondersi nelle vene quando i loro occhi si incrociavano, ma non poteva certo dire di essere innamorata di lui.
Non lo era mai stata di nessuno.
E fino a quel momento tutti quelli che aveva amato in un modo o nell'altro l'avevano lasciata sola.

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