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Fare rapporto al capitano non era tanto facile, specie se lui continuava a guardarla dritta negli occhi.
"Quindi degli stracci hanno preso fuoco?"
Heavenly annuì.
"La signora si è sentita male quando ha visto le fiamme alte perché non vedeva la figlia. Che vedendo il fuoco era corsa al telefono della stazione di servizio per chiamare aiuto."
Logan sembrava poco convinto di quello che Heavenly diceva.
Si alzò in piedi e andò a mettersi davanti a lei sedendosi sulla scrivania e incrociando le braccia.
Questo mise in soggezione Heavenly che deglutì a vuoto perché ora il capitano era al suo stesso livello.
Ed era ancora più difficile restare concentrata su quello che doveva dire ora che lo aveva a meno di mezzo metro.
"Davidson tu sai che se stai omettendo o cambiando quello che realmente è accaduto, la prima a passare dei guai saresti tu?"
Heavenly sudò freddo.
"Capitano le posso assicurare che questo è quello che mi ha raccontato la signora. E a me non è sembrato che il fuoco fosse appiccato di proposito. Però se vuole può andare lei a parlare con quella donna e a controllare la roulotte."
Incrociò le dita dietro la schiena pregando che Logan non seguisse il suo consiglio e intanto tratteneva il respiro.
Logan si avvicinò ancora e fissò il suo grigio in quell'azzurro che quasi lo avvolgeva.
"Mh. Voglio fidarmi Davidson. Fai il verbale, firmalo e poi portalo qui affinché io lo prenda in visione prima di archiviarlo."
Heavenly finalmente tirò un sospiro di sollievo e fece un passo indietro mettendo spazio tra lei e il capitano.
La presenza di quell'uomo iniziava a diventare un problema, si sentiva sempre troppo agitata quando lui era nei paraggi.
"Posso andare?"
Logan annuì e rimase a guardarla mentre indietreggiava fino alla porta.
Stava per aprire la porta quando Logan la fermò ancora una volta.
"Davidson. Cerca di non farti coinvolgere dalle vite delle persone che salvi."
"Si capitano."
In pratica non aveva creduto a una sola parola di tutto quello che gli aveva propinato, ma per lei voleva dire tanto che l'avesse comunque lasciata fare.
Ora le toccava fare un paio di chiamate. Una era sicura sarebbe andata più che bene, sull'altra ci sperava poco.
Decise di fare la seconda per prima.
Seduta nella sua jeep prese il cellulare e cercò nei contatti una delle persone che le aveva sempre dimostrato in modo chiaro di non sopportarla.
Il telefono squillò tre volte prima che dall'altro capo qualcuno rispondesse.
"Temo che se non ci fosse questo tempo così uggioso di sicuro starebbe nevicando. A cosa devo la tua chiamata Solitaria?"
Da quando era arrivata in casa Davidson tanto Michael quanto Clarisse le avevano dimostrato apertamente di non volerla lì.
Negli anni aveva imparato a fare finta di andare d'accordo con loro solo a beneficio di Peter e Delia.
"Di certo non mi mancavi. Ho bisogno del tuo aiuto."
Una risata dall'altra parte la fece pentire di aver chiamato, però pensò ad Hanna e ancora una volta ingoiò il rospo.
"Scordatelo."
Sentiva che stava per chiudere la chiamata e tentò il tutto per tutto.
"Non ti azzardare a chiudere la chiamata o tuo padre verrà messo al corrente di molte delle cose che sono successe nel corso degli anni passati."
"Cos'è mi stai minacciando?"
"Prendila come cazzo ti pare ma devi aiutarmi. Non mi servi tu ma il tuo lavoro e a quanto pare sei spietato nel farlo. Allora? Mi aiuti o no?"
Un sospiro dall'altra parte le fece intendere che Michael ci stava pensando.
"Cosa ti fa credere che io abbia tempo da dedicarti? Potrei essere strapieno di lavoro!"
Heavenly alzò gli occhi al cielo.
"Si certo. Magari però evita di pubblicare tutte le cazzate che fai sui social. Così tuo padre non le vede e io non vengo a sapere che fino all'altro ieri eri alle cascate del Niagara."
Michael sbuffò contrariato.
"Mio padre dovrebbe iniziare a viversi la sua vita!"
"Forse tu e Clarisse dovreste coinvolgerlo di più nelle vostre vite anziché fargliele vedere sui social. Ma non sono fatti miei e non è questo il motivo della mia chiamata. Quindi? Mi aiuti?"
"Sei sempre stata una rompi scatole, ma devo darti atto che hai sempre tenuto la bocca chiusa. Che vuoi?"
Heavenly sorrise, si iniziava a ragionare.
"Devi venire qui, ho bisogno che tu prenda in visione il problema di una mia amica e che la aiuti a risolvere la sua situazione. "
"Cosa? Sei impazzita per caso? Cosa credi che io abbia tempo da perdere in giro?"
"Perché alle cascate hai disputato qualche arringa?"
"Sei insopportabile Solitaria. Sappi che la mia particella costerà parecchio alla tua amica."
Ecco questo rappresentava un problema.
"Mh, a proposito di questo ecco....ci sarebbe un piccolo problema."
"Non se ne parla Solitaria. Non faccio beneficenza!"
"Ti pago io va bene? Santo cielo quanto sei dispotico e arrogante. Ti ricordo che non sei l'unico. Ho chiamato te solo per Peter. Altrimenti saresti stato l'ultima opzione!"
"Non me ne frega un accidenti. Puoi anche chiamare un altro. Mio padre deve farsene una ragione."
Heavenly si strinse il setto nasale, aveva una voglia incondizionata di spaccargli il naso. Peccato si trovasse a miglia e miglia di distanza.
"Senti, non mettermi nelle condizioni di dover dare spiegazioni a tuo padre. Ti sto pregando santo cielo che diavolo vuoi di più?"
"Niente Solitaria, da te non voglio assolutamente niente. Tra qualche giorno arrivo a Tampa. Vedi di non dire nulla a mio padre, farò finta di avergli fatto una sorpresa. Hai capito?"
"Si. Ho capito. E.."
Il segnale di chiamata finita le aumentò il rammarico.
"Grazie infinite Michael."
Quando Peter l'aveva portata a casa sua la prima cosa in cui aveva sperato era di trovare delle facce amiche, che la accettassero e le volessero bene.
In realtà nel corso degli anni era stata strumento di puro e sadico divertimento per i fratelli Davidson.
Le avevano fatto capire in ogni modo possibile che lei era un intrusa, che non poteva avere quello che avevano loro, che non avrebbe mai fatto parte della famiglia.
Tutto questo associato al fatto di essere sopravvissuta ai suoi genitori era stato deleterio per lei.
Si era chiusa nella sua corazza e non aveva mai permesso a nessuno di scalfirla.
Ma nonostante tutto forse per una forma di estrema perversione lei sperava ancora che un giorno la accettassero.

Tienimi nel tuo cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora