Logan aveva ascoltato con attenzione tutto quello che gli aveva raccontato.
Mai una menzione su di lui.
Forse dopotutto lei non provava gli stessi sentimenti.
"Il giorno della mia laurea sono arrivata qui con il cuore in gola, avevo paura di non essere accettata. Di non essere all'altezza. Di trovare gente che non sopportava una donna in un posto prettamente maschile. Invece ho trovato persone alla mano, gente tranquilla che mi ha fatta sentire a casa, protetta. A parte Jack. Mi ripetevo sempre, tieni duro Heavy, tieni duro e verrai ricompensata. E l'ho avuta la mia ricompensa, il mio biglietto di passaggio per la felicità. Purtroppo è durata poco, io..."
Logan si avvicinò al letto, prese posto accanto a lei e le prese le mani tra le sue.
"Perché non me lo hai detto?"
Heavenly fece una smorfia di disappunto.
"Che avrei dovuto dirti che quando ci eravamo comportati come animali non avevamo pensato a una protezione o alle conseguenze? Non so se hai presente, ma credo che questa sia la prima volta che parliamo davvero. Di solito abbiamo comunicato solo con poche parole riguardanti il lavoro."
Logan le rivolse un sorriso abbozzato.
"Ma perché Kabul? Perché non sei venuta a dirmi quello che era successo?"
Heavenly si allontanò e si alzò di scatto.
"Kabul o qualsiasi altro posto era indifferente, l'importante era allontanarsi da te e dal mio fallimento. Non potevo restarti accanto sapendo quanto odio provavi nei miei confronti. Così ho inoltrato un po' di domande e sono andata via, insomma alla fine non avevo più niente da perdere. Avevo già perso tutto. La prima volta che sono entrata nello spogliatoio ho aperto per sbaglio il tuo armadietto, quello che mi ha colpito è stato il tuo profumo. Mi sono detta che di sicuro apparteneva ad una persona forte. Il profumo è una cosa che ci rispecchia molto, quando ho capito che eri tu il proprietario di quell'armadietto ho sperato con tutto il cuore che tu fossi la persona adatta a sorreggermi. Credimi quando ti dico che non mi sarei mai aspettata quella reazione da parte tua. Ho anche cercato di mettermi nei tuoi panni e ti ho capito, ma in cuor mio restavo sempre quella bambina che era rimasta sola."
Chinò la testa e si strinse le braccia intorno al corpo in segno di protezione.
"Quel bambino l'ho visto come un segno, come una svolta. Una rinascita per me. Ma quando ho avuto dolori lancinanti e sono corsa dalla ginecologa lei mi ha detto che il feto era marcito. Mi hanno fatto un raschiamento, dato delle pillole e sono tornata a lavoro. E per una strana ironia della sorte dove era l'incendio? Proprio su Lindel Ave, davanti a quello stupido monumento, in memoria delle vittime, disse il sindaco. Che stronzata. C'ero solo io in rappresentanza della parentela delle vittime e in regalo ho avuto una targa. Una targa capisci? Quando io avrei tanto voluto una tomba, una tomba su cui andare a piangere. Forse avrei ritrovato le lacrime. Mi dispiace Logan, mi dispiace davvero tanto. Stan per me ha rappresentato la luce, ma non sono mai riuscita a tenerla accesa."
Logan si avvicinò piano e la strinse dolcemente a se.
"Perdonami ti prego. Sono stato così accecato dalla rabbia per tanti anni che solo ora mi rendo conto di una cosa. Che non ce l'ho mai avuta davvero con te ma con mio padre. Davo la colpa a te per non dire che ce l'avevo con lui per non aver pensato a me e mia madre. Quando ti ho vista tante volte vomitare volevo solo abbracciarti forte e dirti che c'ero io. Invece mi sono comportato da..."
Heavenly gli chiuse la bocca con le dita.
"Basta Logan. Non rimproverarti nulla, io non ho nulla da perdonarti. È andata così, non farti più del male. Va sulla tomba di tuo padre e chiedigli scusa. Lui ha agito per solo senso del dovere. Tu fai il medesimo mestiere e anche tu porteresti in salvo qualcuno a costo della tua vita. È questo quello che facciamo, quello per cui abbiamo giurato."
Si guardarono a lungo negli occhi prima di baciarsi dolcemente.
"Ho qualcosa per te."
Heavenly lo guardò stranita.
"Per me? Un regalo? Temo di non aver mai ricevuto regali. Da diciassette anni non festeggio il mio compleanno. Peter ha sperato sempre di poterlo fare ma in quel giorno sparivo dalla mattina alla sera. Rientravo solo quando tutti erano a letto."
Logan la guardò disorientato.
"Perché?"
Heavenly si strinse nelle spalle.
"Non avevo nulla da festeggiare."
Logan la fece sedere sul letto e si allontanò per prendere una scatola posta sul mobile vicino alla porta.
"In realtà non è da parte mia. Mia madre mi ha chiesto di dartelo. Vuole che lo tenga tu perché è tuo. E spera che ti sia d'aiuto."
Heavenly annuì nonostante non avesse la minima idea di cosa potesse contenere la scatola. Ne perché l'avesse la madre di Logan.
Di lei ricordava solo un viso dolcissimo e bagnato di lacrime.
Ma erano passati tanti anni.
Prese con mani tremanti la scatola e la mise sulle sue gambe.
Tolse il coperchio e quando guardò all'interno il fiato le si mozzò in gola.
"Mister Choco."
Lo tirò fuori dalla scatola con estrema delicatezza e un groppo di emozione in gola.
"Questo peluche mio padre me lo regalò quando io avevo appena sei mesi. Da allora è stato sempre il mio compagno di giochi, di dormite, di passeggiate. Ovunque si andava Mister Choco era sempre con me. Quanto ho pianto quando ha perso un occhio. Quella notte lo presi con me, non volevo restasse solo. Quando tuo padre mi ha portata via l'ho tenuto stretto a me e gli ho detto che era venuto un signore vestito di sole a portarci via."
Alzò lo sguardo su Logan, aveva gli occhi lucidi e voleva tanto piangere.
"Piangi Heavenly, non trattenere le lacrime, non fare respiri lunghi per cacciarle indietro. Lascia che il dolore esca fuori, ti prego. Fallo per me."
Heavenly scosse la testa.
"Quando Peter e Delia vennero a prendermi per portarmi via sapevo già che non avrei più potuto chiaccherare con Stan o vederlo. Così gli chiesi se potevo andare a salutarlo. Allora presi Mister Choco e raggiunsi la stanza di tuo padre. Mi ricordo che chiesi a tua madre se potevo parlare con lui. Ma lei mi disse che stava riposando. Misi Mister Choco accanto a Stan e gli dissi di portarlo con sé, a me non serviva più."
Con gesti febbrili rivoltò il peluche sulle gambe e aprì appena la tuta che indossava tirando fuori un biglietto piegato più volte.
Lo porse a Logan.
"La potresti leggere?"
Logan prese il biglietto tra le mani e lo aprì piano per non strapparlo.
Era un foglio di quaderno.
E sopra c'era scritta una lettera con una grafia elementare.
Si schiarì la voce e iniziò a leggere.
"Mamma, papà, mi avete lasciato da sola. Lo so che siete in cielo, vi ho salutato ma voi non avete risposto. Il dottore dice che devo andare a casa con lui. Io vorrei tanto tornare a casa nostra, non importa se non ho il lettino. Ma voglio stare con voi. Mamma vieni a prendermi. Ti cerco sempre la notte ma tu non ci sei. Il papà è arrabbiato con me? Perché neanche lui risponde. Se voi me lo fate capire io posso raggiungervi."
Logan si bloccò dal continuare.
La guardò dritta negli occhi e vi trovò lacrime e determinazione.
Era sicuro che se avesse intravisto un segnale da parte dei suoi avrebbe trovato il modo di farla finita da piccola.
"Continua."
Logan annuì.
"Sono sola, non voglio una nuova mamma. Torna a prendermi io ti aspetto."
La lettera continuava più sotto.
"Stan ti ringrazio tanto per avermi salvato, ma perché non hai preso anche la mia mamma e il mio papà? Ora siamo lontani e non riusciamo a trovarci. Ti regalo il mio orsetto preferito. Se incontri la mia mamma dallo a lei. Sapeva che io ci nascondevo le caramelle. Dille che il dottor Peter Davidson mi porta a casa sua.
Firmato Heavenly occhicielo."
Quando finì le lacrime scendevano lente sulle guance di Heavenly.
"Stai piangendo."
Heavenly si toccò il viso e iniziò a singhiozzare.
"Volevo solo i miei genitori."
"Lo so amore mio, lo so."
Lasciò che si sfogasse, che tirasse fuori tutto il dolore represso per diciassette anni.
Pianse così tanto che alla fine si addormentò.
Logan la tenne stretta a se.
Solo in quel momento realizzò quanto fragile in realtà era Heavenly.
L'aver passato tanto anni con i sensi di colpa l'aveva resa immune ai sentimenti e alle sensazioni.
Il non avere una tomba su cui piangere le era stato difficile e impossibile andare avanti con il sorriso e la tranquillità.
E in tutto lui aveva contribuito a farla sentire peggio.
Quando Heavenly si svegliò aveva gli occhi gonfi e le labbra rotte dal troppo stringerle tra i denti mentre piangeva.
Logan le accarezzò il viso.
"Ti senti meglio? Hai dormito tutto il giorno."
Heavenly si perse a guardare quel viso che aveva imparato ad amare.
"Sei rimasto sempre qui? E il lavoro?"
"Non ti avrei lasciato per niente al mondo e poi a Jack piace comandare. Hai fame?"
Heavenly scosse la testa.
"Heavy devi mangiare. Tuo padre potrebbe uccidermi se dovesse vederti in questo momento."
"Sono così brutta?"
"No, non potresti mai diventarlo. C'è una cosa di te che mi ha colpito appena ti ho guardata negli occhi. L'azzurro dei tuoi occhi. Era così azzurro che sembrava ti ci potevi tuffare dentro però non brillava. Vorrei tanto vederli brillare i tuoi occhi. Mi permetterai di vederli un giorno? Saprai perdonarmi per averti fatto tanto male?"
Heavenly scosse la testa.
"Logan. Te l'ho detto, non devo perdonarti nulla. Hai agito d'istinto, era pur sempre tuo padre. Mi chiamo Heavenly proprio perché mia madre adorava il colore degli occhi di mio padre. E...bhe ecco, io non so se torneranno a brillare ma...se...se vuoi potrai vederli ogni volta che vuoi."
Logan si avvicinò e le diede un bacio.
"Ti amo Heavenly, mi prometti una cosa?"
Heavenly era arrossita, annuì.
"Che cosa?"
"Tienimi nel tuo cielo. Sempre, ogni giorno, ogni attimo della tua vita."
"Te lo prometto Logan. Ti amo tanto anche io."
Si baciarono a lungo.
"Mi è venuta un idea."
"Quale?"
"Saresti disposta a rinunciare a mister Choco? Ma questa volta sarà per sempre."
Heavenly lo guardò stranita.
"Mister Choco non è più mio. Lo avevo regalato a tuo padre e per me i regali contano molto. Che cosa vorresti fare?"
Logan si alzò dal letto e le porse le mani.
"Vieni con me."
La portò fuori dalla camera da letto, la fece accomodare in cucina e cercò in frigo e in dispensa qualcosa da prepararle.
Passarono il resto della notte a programmare l'idea di Logan."Caterpillar! Che ci fai qui?"
Jack la abbracciò forte.
Erano andati in caserma alle prime luci dell'alba.
"Ciao Mammut, tra poco lo scoprirai."
"Ok ma torni? Il nuovo paramedico è un tale rompi balle!"
Heavenly scoppiò a ridere.
"Jack devo essere onesta con te, mi sei mancato davvero tanto."
Jack ammiccò.
"Lo so dolcezza, tutte vorrebbero un Jack. Ti trovo rilassata, tu e Logan ci avete dato dentro?"
In quel momento entrarono tutti i colleghi insieme a Peter, Michael, Dorothy, la piccola Hanna e Marion, che aveva scoperto fosse la mamma di Logan.
"Chi ci ha dato dentro con chi?"
Heavenly arrossì imbarazzata mentre K2 lo chiedeva.
Fortuna che Logan arrivò a toglierla dall'imbarazzo.
"Bene gente, tutti in autorimessa."
Quando raggiunsero l'autorimessa si misero intorno a un bidone dove Logan aveva messo Mister Choco.
"Oggi segnamo la fine e l'inizio di una nuova vita per Heavenly."
Gettò un fiammifero nel bidone e tutto iniziò a bruciare.
"Addio Mister Choco."
Heavenly si asciugò una lacrima e strinse la mano di Logan.
Le ceneri furono messe in una piccola urna che portarono al cimitero sulla tomba di Stan.
"Mamma, papà ora siete insieme a Stan e potrò venire a trovarvi ogni volta che ne sento il bisogno."
Logan la strinse a sé e le diede un bacio sulla tempia.
"Grazie papà. Senza il tuo sacrificio non avrei incontrato la donna della mia vita."
A volte il destino gioca brutti scherzi ma alcune volte da una seconda possibilità ed è quella che non bisogna lasciarsi sfuggire.
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Tienimi nel tuo cielo
ChickLitHeavenly ha fatto una promessa alla tenera età di sette anni, quando la vita dovrebbe darti tutto e farti vivere nella spensieratezza. Ha promesso all'uomo che ha rischiato la vita per lei che un giorno sarebbe diventata coraggiosa e forte come lui...