14º

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"Davidson!"
Heavenly alzò gli occhi al cielo, Logan era irascibile nell'ultimo periodo.
Lasciò il rifornimento dell'infermeria a metà e lo raggiunse in ufficio.
"Capitano."
Logan la fulminò con lo sguardo e le gettò un plico davanti.
"Questo verbale va rifatto!"
Heavenly prese il plico tra le mani e lesse il verbale.
Si riferiva all'incidente nel palazzo dove Jack si era infortunato.
"Cosa c'è che non va? Mi sembra tutto in regola."
Alzò gli occhi dal verbale per guardarlo e restò basita dall'odio che lesse in quelli di Logan.
"A me non risulta. Hai omesso nella parte che ti riguardava che sei stata così incosciente da entrare nel palazzo da sola, nonostante il mio divieto, e hai messo in pericolo un tuo collega che è venuto in tuo soccorso!"
Heavenly lo fissò allibita.
"Cosa? Io...io non sono entrata nel palazzo, cioè si ci sono entrata ma-"
Logan sprezzante la interruppe sbattendo una mano sulla scrivania.
"Adesso basta Davidson. Devi prenderti le tue responsabilità. Non saresti dovuta entrare!"
Tipico.
Lei era la donna della situazione, Jack era il suo migliore amico e lui le dava la colpa di tutto.
"Ho già perso mio padre a causa tua, non voglio perdere altre persone. Farò rapporto e di sicuro verrai destituita dal tuo ruolo. Queste sono le conseguenze quando si agisce in modo incosciente come hai fatto tu. Puoi andare."
Come sempre incassò il colpo.
"Faccia pure capitano. Tanto lei non mi ha mai voluta qui. Non sono mai diventata parte della squadra. E dato che non vuole sentire ragioni non serve a nulla continuare la conversazione. "
Uscì dall'ufficio chiudendo piano la porta anche se aveva una voglia matta di gridare e sbattere i pugni su Logan.
Andò nella sala dei monitor e si mise dietro a un computer.
Era stato chiaro, non la voleva lì.
Tanto valeva accontentarlo.
Spulciò tutte le informazioni trasmesse sui vari siti e inoltrò alcune domande, di sicuro qualcuno avrebbe risposto in positivo.
Alcuni non tenevano conto del fatto che fosse una donna.
Quando terminò il turno tornò a casa.
Da quando Dorothy e Hanna si erano trasferite lei era tornata ad avere casa vuota.
Dorothy era stata assunta in una azienda di import export dove faceva la segretaria del caporeparto servizi al cliente. Era al settimo cielo, Hanna andava a scuola e Michael si stava dando da fare per farle avere un cospicuo risarcimento danni dall'ex capo.
Si stese sul letto senza spogliarsi e restò supina a guardare il soffitto mentre ripensava alle parole di Logan.
Verso le due il cellulare la avvisò dell'arrivo di una mail.
Non aveva chiuso occhio.
Prese il cellulare e lesse velocemente.
Avevano accettato la sua candidatura, di lì a tre giorni doveva partire.
Si alzò dal letto e iniziò a sistemare casa.
C'era una sola pianta a cui dare acqua, l'avrebbe portata al cimitero da Stan.
Non aveva oggetti di grande valore, tutto poteva restare così come era.
Preparò una borsa da portare con sé e prese una copia del curriculum, non era aggiornato ma non serviva menzionare i mesi trascorsi nella caserma.
Poi le toccò sedere al computer e scrivere una lettera di dimissioni alla STFR di Tampa.
Quando ebbe terminato si sentiva svuotata da tutto.
I tre giorni successivi furono i più lunghi e allo stesso tempo frenetici della sua vita.
Cercò di passare più tempo possibile con Peter senza fargli capire nulla, avrebbe cercato di farla desistere dal suo intento.
Doveva mettere spazio tra lei e la stazione di Tampa, aveva fallito nel mantenere la sua promessa e aveva bisogno di tempo per cercare di superarlo.
Aveva già inoltrato la sua lettera di dimissioni ma sembrava che il grande Capo non l'avesse letta.
Ma non le importava più di tanto.
Mancavano meno di dodici ore alla partenza, doveva passare in ospedale da  Jack e tornare a casa a prendere la borsa da portare con sé e tutti i documenti.

"Ehi Mammut."
"Ciao Caterpillar. Perché sei qui a quest'ora?"
Heavenly alzò le spalle.
"Era da tanto che non passavo. Allora? Che ti hanno detto? Quando ti sbattono fuori di qui? In caserma c'è bisogno di aiuto."
Jack ammiccò.
"Non è che stai sentendo la mia mancanza?"
Heavenly sorrise appena e scosse la testa.
"Sai non avrei mai immaginato che io e te saremmo diventati amici. Ma mi hai salvato la vita e di questo te ne sarò sempre grato. Quindi se hai bisogno di parlare con qualcuno....che so...tipo di Logan."
Jack aveva buttato lì la frase sperando di colpirla e farla sbroccare ma Heavenly restò indifferente.
"Non sei mio amico fino a tal punto Jack. E comunque non ho niente di cui parlare. Ma tranquillo che quando avrò bisogno ti chiamerò di sicuro. Ora però devo proprio andare. Mi raccomando non fare arrabbiare le infermiere e rimettiti presto in piedi ok?"
Jack fece una smorfia.
"Perché questo tuo saluto mi sembra strano? Come se mi stessi dicendo addio."
Heavenly gli diede una pacca sul braccio.
"Non dire scemenze Mammut, in caserma abbiamo parecchio da fare con due braccia in meno. Quindi non so quando potrò tornare a trovarti."
Jack la guardò dritta negli occhi e dato che negli anni aveva imparato bene a nascondere i suoi veri sentimenti non le fu difficile mostrarsi sincera.
"Ok. Ma almeno un sorriso potresti farmelo. Qui mi annoio."
Heavenly alzò gli occhi al cielo e gli sorrise come meglio poteva.
Sapeva che non era giusto prenderlo in giro ma non poteva fare altrimenti.
"Ci vediamo Mammut."
Uscì dall'ospedale e diede uno sguardo all'orologio, era ancora in orario.
Salì sulla jeep e mise in moto, c'era un ultima cosa da fare prima di andare in aereoporto.
Davanti al cimitero restò qualche minuto in macchina senza pensare a nulla e con lo sguardo perso nel vuoto.
Poi scese e recuperata la pianta e una borsa dal sedile posteriore si recò alla tomba di Stan.
Posò la pianta accanto al portafiori e si sedette a terra.
"Perdonami Stan, ci ho provato. Ti giuro che c'è l'ho messa tutta. Ma non ci sono riuscita. Forse, come più volte ha detto tuo figlio, non era la strada giusta per me. Rivedevo sempre mamma e papà in ogni corpo bruciato che mi arrivava. Peter dice che mi serve uno shock più grande della loro morte per sbloccarmi. Cosa c'è di peggio di perdere un figlio? Ma neanche quello mi è servito, perché sono rotta ormai. Non biasimo Logan per il suo comportamento, forse io avrei agito allo stesso modo. L'unico problema è che mi sono innamorata di lui e devo dimenticarlo. Non giudicarmi da lassù ti prego, aiutami invece ad andare avanti."
Prese dalla borsa il suo caschetto da vigile del fuoco e lo mise sulla tomba.
"Ti ho portato il mio casco a me non serve più. Voglio che lo tieni tu per ricordare che ci ho provato. Dillo anche a loro Stan. Dillo ai miei genitori. Digli che..."
Le salì un groppo in gola.
Respirò forte e sbatté gli occhi.
"Non ho lacrime Stan, non piango da quella notte. Non ci riesco e vorrei tanto farlo per permettere al mio cuore di non sentire tanto dolore. Perdonami Stan e proteggi Logan. Fallo per me. A presto mio grande eroe."
Si alzò e corse via sotto lo sguardo lucido di Marion che aveva sentito quasi tutto.
Mise i fiori sulla tomba di suo marito e lo pregò di aiutare entrambi i due ragazzi.

"Bhe ce ne hai messo di tempo. Da quando sono qui sei passato solo una volta. Come vanno le cose in caserma? Caterpillar ha detto che mancando io siete più oberati di lavoro."
Logan guardò stranito Jack.
Era passato a trovarlo per sentire come stava.
"Caterpillar?"
Jack fece un gesto annoiato con la mano.
"Altezza media, capelli lunghi e neri occhi azzurro cielo. Hai presente?"
Logan sbuffò contrariato al sentirgli nominare Heavenly.
"Facciamo che cambiamo discorso? Che ti hanno detto i dottori? Quando potrai tornare operativo?"
"Ma guarda i dottori sarebbero propensi anche a farmi tornare domani. Sono io che non me la sento. Ti ha dato di volta il cervello Logan? L'osso deve rinsaldarsi e fino ad allora sono fuori uso, poi dovrò fare della fisioterapia."
Logan strinse i pugni e bofonchiò qualcosa ai danni di Heavenly.
"Non credo di aver capito bene Logan."
"Jack non fare il coglione, sai bene che se non fossi entrato ad aiutare...."
Jack lo fulminò con lo sguardo.
"Ad aiutare chi Logan? Heavenly è entrata a cercare il cane di quella bambina e mi ha trovato con una gamba rotta sotto una trave. Dovresti arrabbiarti con me non con lei."
Vedendo che Logan non rispondeva Jack sospirò stizzito.
"Non è possibile. Dimmi che non hai fatto nessuna stronzata. Dimmi che non le hai dato la colpa del mio incidente. Parla cazzo!"
Logan si alzò e fece avanti e indietro nella stanza stringendo i pugni e scuotendo la testa.
"Glielo chiesto. Ma lei non...non..."
"Sei proprio sicuro di averglielo chiesto? Perché quando è passata l'ultima volta da qui il suo mi è sembrato più un addio che non un arrivederci."
Logan si passò le mani nei capelli.
Erano parecchi giorni che non la vedeva in caserma ma si era premurato di non capitate di turno con lei, nessuno si era lamentato del fatto che lei non ci fosse, quindi di sicuro si era presentata.
"Non so che dirti Jack. Ero sicuro che tu fossi andato ad aiutare lei e non il contrario. E lei non ha obiettato."
Jack spalancò la bocca.
"Non ha obiettato? Non ha obiettato?
Seriamente le hai dato la colpa di tutto?"
Logan si lasciò cadere sulla sedia.
"Le ho detto che dovevo denunciare il suo comportamento e farla destituire dal suo incarico."
"Ok, sei un coglione!"
Jack era arrabbiato e Logan era giù di morale.
"Logan, lo so che io ero il primo a non volerla in caserma. Ma ho visto come la guardi e soprattutto come lei ti guarda. Sembri la sua ancora di salvezza, anche se non ho capito che ci trova in te. Ma come si suol dire al cuore non si comanda. Io non so se era scritto, se tuo padre da lassù ha fatto in modo che vi incontraste o altre stronzate simili. Ma so per certo che quando vi vedo perdervi uno negli occhi dell'altra vi invidio. Cristo Logan, ne ha passate di tutti i colori. Non puoi darle la colpa di tutto quello che succede. Credi che lei sia contenta che tuo padre sia morto? Io credo invece che in lui aveva visto una speranza. Cercala Logan. Cercala e chiedile scusa, perché se ti conosco bene stai da cani. E lei temo stia peggio di te."
Logan scosse la testa.
"Non posso Jack. Non ci riesco. La voglio più di ogni altra cosa al mondo, per uno strano scherzo del destino mi è entrata dentro e non posso fare a meno di provare questo sentimento per lei. Allo stesso tempo non riesco a perdonarle di essere sopravvissuta a mio padre."
Si alzò e uscì dalla stanza senza neanche salutare, parlare con Jack lo aveva confuso ancora di più.
Jack scosse la testa.
"Stupido coglione. Devo fare qualcosa io prima che questi due si distruggano."
Prese il telefono dal comodino e il biglietto da visita che era accanto.
"Si pronto, salve. Sono Jack Carson. Potrebbe essere così gentile da tornare a trovarmi in ospedale?"
Alla risposta di consenso dell'uomo riattaccò pensando a un modo per uscire dall'ospedale.
Non sarebbe stato affatto facile perché i medici ancora non si erano espressi, ma doveva provarci.
"Ciao Jack."
"Ehi Marion, da quanto tempo. Come stai?"
La donna ammiccò e gli indicò la gamba.
"Chi dovrebbe chiederlo sono io, non tu."
Jack storse il naso.
"Nahh questa, un semplice incidente di percorso. Niente di che."
Marion prese posto sulla sedia dove fino a mezz'ora prima era stato seduto Logan.
"Jack io e te dobbiamo parlare. Mio figlio soffre e io non voglio."
Jack sospirò.
"Lo so Marion, lo so. Logan è una grandissima testa di cazzo!"
Marion gli rivolse un occhiataccia.
"Jack!"
Lo rimproverò inorridita.
"Scusa Marion."
"Ma no, non ti scusare. Alla fine è la verità. Ho intravisto quella ragazza, circa una settimana fa, al cimitero. Credimi Jack mi si è ristretto il cuore. Era sulla tomba di mio marito e lo pregava di vegliare su Logan. Su di lui capisci? Gli ha detto che avrebbe tanto voluto piangere ma non aveva lacrime. Chi non ha lacrime per piangere Jack? Piangiamo per tutto, lei invece mi è sembrata così fragile, quasi distrutta. La prima volta che la vidi aveva sette anni era venuta a trovare Stan e gli regalò il suo orsacchiotto. Sette anni Jack e aveva già perso tutto, il destino con lei è stato crudele."
Marion scoppiò a piangere.
Jack si asciugò una lacrima all'angolo dell'occhio.
Ora più che mai doveva uscire dall'ospedale.

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