15º

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"Davidson!"
La voce del suo superiore giunse nitida, lasciò il soldato seduto sulla cassa nella tenda dell'infermeria e lo raggiunse.
"Tenente."
L'uomo le rivolse uno sguardo appena accennato e le fece segno di sedere davanti a lui.
Sulla cinquantina, capelli brizzolati, barba lunga e aria da cattivo.
In realtà era un mattacchione che cercava di smorzare l'aria funesta e di preoccupazione che girava nell'accampamento di istanza al confine tra Kabul e il Turkmenistan.
"Davidson abbiamo pochi uomini, so che sei arrivata da poco e che non te lo aspetteresti ma abbiamo bisogno di una vedetta mobile. Sai cos'è?"
Al suo segno di diniego il tenente prese il sigaro poggiato sul posacenere e lo accese.
L'odore era nauseante.
"Dovresti accamparti sulle montagne e tenere d'occhio i movimenti dei talebani. Devi essere cauta e non farti scoprire, potresti rimetterci le penne. Allora te la senti?"
Heavenly non aveva neanche bisogno di pensarci. Tenersi occupata serviva a non pensare.
"Si. Quando devo andarci?"
Il tenente la guardò stupito.
"Calma Davidson. Devo darti atto che ne hai di fegato, da cosa stai scappando? Sei qui da sei settimane e sei diventata scheletrica. Lo so che il cibo fa schifo ma non mi servi a nulla se cadi senza essere colpita."
"Tenente sono qui come volontaria, e le posso assicurare che sto mangiando adeguatamente. Ora mi dica per quando devo essere pronta."
"Heavenly. Tutto questo non è un gioco, mai avrei immaginato che una ragazza di appena venticinque anni venisse a fare la volontaria qui, in questo posto sperduto e pericoloso. Ma sembra che nulla ti tocchi. Ho una figlia della tua stessa età la cui priorità è comprare l'ultima borsa fashion o le scarpe di vattela pesca per essere trendy. Perché tu non sei come lei? Non fraintendermi. Non dico dovresti essere vanesia e sciocca, ma cosa ti ha portata qui, non riesco a capirlo."
Heavenly alzò le spalle.
"Tenente io non ho niente e nessuno. Quindi stare qui o altrove non farebbe alcuna differenza. Sono in infermeria, mi faccia avvisare lei quando ritiene opportuno che debba andare. Con permesso."
Uscì dalla tenda del tenente e prese un grande respiro, non si era resa nemmeno conto che lo stesse trattenendo.
Era vero, era dimagrita parecchio, ma non perché non mangiasse.
Il cibo in scatola non era granché ma non era mai stata schizzinosa.
Ritornò nella tenda a finire di medicare il soldato che si era ferito mentre circondavano un lato del campo con del filo spinato.
Non poteva lasciarsi andare ai pensieri e ai ricordi, non doveva o avrebbe finito con il distruggersi.

"Non può essere sparita nel nulla cazzo! Ci dovrà pur essere qualcuno che sa come trovarla."
Jack era nel salotto di casa Davidson e stava dando di matto.
Erano settimane che lui, Peter e Marion cercavano di fare il punto della situazione.
Peter aveva rotto il segreto professionale e detto loro che Heavenly era rimasta incinta.
Che aveva perso il bambino e che era convinta di non meritare la felicità.
Marion aveva represso l'istinto di correre da suo figlio per picchiarlo e poi raccontargli tutto.
Jack era rimasto turbato dall'intera esistenza di Heavenly.
Nessuno doveva portare da solo un simile passato.
"Un momento, il suo computer."
Peter e Jack guardarono Marion.
Quando si erano recati a casa di Heavenly l'avevano trovata sistemata e impeccabile, come se lei si fosse premurata di non lasciare disordini in giro.
Il computer era rimasto sul tavolo e Peter lo aveva preso e portato a casa.
"Che ci facciamo con un computer con una password a prova di CIA? Ho provato in tutti i modi ad entrare ma è impossibile."
Jack era nervoso oltre l'inverosimile.
Logan rifuggiva alle sue chiamate, lo stava evitando.
Aveva trovato la mail di dimissioni da Heavenly nella posta della caserma e si era mostrato indifferente, ma Jack lo conosceva fin troppo bene e sapeva che tutto sommato si sentiva in colpa.
E ancora non aveva idea di tutto quello che era successo.
"Tu no ma io si. Mio figlio saprebbe trovare il modo di entrare, lo chiamo subito."
Jack fece una smorfia di disappunto.
"Chi? Lo stesso stronzo che le ha fatto capire esplicitamente che lei era un intrusa? Cosa ti fa credere che ti aiuterà?"
Peter sorrise mesto.
Jack aveva ragione.
Ma qualcosa gli diceva che Michael gli sarebbe stato di aiuto.
Lo chiamò e gli disse che era piuttosto urgente che lo raggiungesse a casa.
Fortunatamente era a Tampa per la causa giudiziaria di Dorothy.
Quella donna aveva cambiato suo figlio, per questo Peter sperava che lo avrebbe aiutato.
Dopo circa mezz'ora Michael entrò in casa di suo padre.
"Allora qual è l'emergenza? Ero in tribunale papà, spero che sia molto molto importante."
Peter annuì.
"Michael non riusciamo a trovare tua sorella. Dovresti aiutarci."
Michael lo guardò spaesato.
"Papà Clarisse è a Parigi. Non è possibile che tu non lo sappia."
Peter alzò gli occhi al cielo.
"Michael non parlo di Clarisse."
"Solitaria? Che ha combinato stavolta?"
Peter sospirò spazientito.
"Per l'amor di Dio Michael, smettila. Heavenly ha un nome. Vedi di crescere e di comportarti da adulto. Non devo ricordarti cosa ha fatto per noi. E ora per favore apri quel dannato computer e vedi se riesci a entrare nella sua casella postale!"
Peter non aveva mai alzato la voce con i suoi figli, i suoi studi e il suo lavoro gli mostravano che era inutile gridare. Bisognava parlare e esporre, così si risolvevano i problemi.
Ma sentendo ancora una volta chiamare Heavenly in quel modo assurdo lo aveva fatto sbroccare.
"Okok papà. Non ti arrabbiare."
Dopo un ora passata a tentare, finalmente Michael riuscì ad entrare nella casella di posta del computer di Heavenly.
"Cazzo! Non avrei mai immaginato che la password potesse essere questa. Però ecco a voi la posta di Heavenly."
Jack si avvicinò subito per scorrere tutte le mail, mentre Peter chiedeva a suo figlio quale era la password.
"Sono dei numeri, credo una data. Due tredici, due, zero, zero, quattro. Ti dice niente?"
A Peter brillarono gli occhi.
"Si. È il giorno in cui è arrivata qui."
Michael rimase sorpreso.
"Quindi adesso che facciamo?"
Marion era lì in attesa di capire adesso che erano riusciti ad accedere alle sue mail, come questo li avrebbe aiutati.
"Cristo!"
L'esclamazione di Jack fece girare tutti.
"Cosa hai scoperto Jack?"
Jack alzò gli occhi dal monitor del computer e guardò le persone davanti a lui.
"Heavenly è volontaria a Kabul."
Marion rimase a bocca aperta, Michael scosse la testa mentre Peter portò una mano al petto prima di accasciarsi su una sedia.
"Papà!"
Michael corse accanto al padre.
Peter respirava a fatica.
"Forse è meglio chiamare un ambulanza."
Marion compose il numero e diede l'indirizzo.
Ora la preoccupazione era per Peter.
"Sto bene, non è niente. Jack come possiamo arrivare a lei? Ci deve essere un modo per contattarla, devo sapere che sta bene."
"Papà non dire sciocchezze, devi andare in ospedale. Non mi piace il colore che hai e soprattutto fai fatica a parlare."
"Mi spiace Peter, ma essendo lei una volontaria non ha lasciato recapiti ne niente. Di solito è così."
Peter tornò a respirare a fatica.
Michael si arrabbiò con Jack perché glielo aveva detto.
L'ambulanza arrivò e il medico asserì che era meglio portare Peter in ospedale per accertamenti.
Marion e Michael lo seguirono con l'auto mentre Jack rimase a fissare il monitor in cerca di una soluzione.
Essere volontario in zona di guerra voleva dire che poteva servire a qualsiasi scopo, di conseguenza diventare un bersaglio e rimetterci la vita.
E lui questo non poteva permetterlo.
Heavenly gli aveva salvato la vita, gli aveva dimostrato di essere una valida compagna di lavoro e non si era mai lamentata del suo comportamento da stronzo.
Inoltre aveva colpito e affondato il suo migliore amico, doveva fare qualcosa.
Chiamò un taxi e si fece portare in caserma, doveva parlare con Logan e fargli capire che avevano bisogno l'uno dell'altra per lasciare entrambi il passato alle spalle.
"Ehi Spock dov'è Logan?"
Spock lo guardò spaesato.
"Ehi Jack come butta?"
"Bene Spock tranquillo. Allora, Logan?"
"Ma chi il capitano?"
Jack sbuffò spazientito.
"No il presidente degli Stati Uniti. Certo che cerco lui, chi se no?"
Spock scoppiò a ridere.
"Sei sempre forte Jack nonostante la gamba rotta. Comunque il capitano non c'è. Dovrebbe arrivare tra una mezz'ora circa."
Jack sbuffò nuovamente.
Aveva fretta, non poteva perdere tanto tempo.
"Salve."
Un uomo con gli occhiali e la divisa da pompiere entrò nella sala dei monitor con due bicchieri di caffè.
Jack lo guardò dall'alto in basso, poi si rivolse a Spock indicando il tipo.
"Ehi chi è questo?"
Prima che Spock potesse rispondere l'uomo gli porse una mano sorridendo.
"Molto piacere il mio nome è Stanley Ricer e sono il nuovo paramedico. Ma puoi chiamarmi Doc. Tu chi sei amico?"
Jack montò su tutte le furie.
Non strinse la mano al tipo davanti a lui e sbatté il pugno sul tavolo.
"Che cazzo! Non può averlo fatto davvero! Il piacere è tutto tuo e non sono tuo amico! Spock quando arriva Logan digli che lo aspetto nel suo ufficio!"
Rivolse un occhiata di sdegno al nuovo paramedico e zoppicando uscì dalla stanza.
Il fisioterapista gli aveva detto di non stare troppo in piedi e di non sforzare troppo la gamba, i dolori erano lancinanti ma in quel momento le sue priorità erano altre.
Entrò nell'ufficio di Logan e seduto sulla sedia ripensò alla prima volta che aveva visto Heavenly.
Gli era sembrata bellissima e per uno come lui che le donne le usava per un unico scopo gli era sembrata addirittura sprecata tanta bellezza.
Poi lei gli aveva sorriso e gli aveva detto che era il nuovo componente della squadra.
Per lui le donne in un posto prettamente maschile portavano solo guai.
Ma Heavenly gli aveva mostrato il contrario.
Era sempre stata ligia al suo dovere instaurando un rapporto di cameratismo con i compagni.
Non era mai stata fuori luogo o volgare, l'unica sua pecca era stata forse non aprirsi.
Da quanto aveva saputo da Peter era sempre stata schiva a raccontare i fatti suoi. Persino con lui che gli faceva da psicoterapeuta si era aperta poche volte nel corso degli anni.
"Ehi."
Logan entrò e gli rivolse a malapena un saluto.
"Ehi? Ehi un corno stronzo! Sai quante chiamate ti ho fatto in queste sei settimane? Non ti sei degnato di rispondere una sola volta!"
Logan sedette dietro la scrivania e incrociò le braccia.
"Jack non so se ti ricordi che qui lavoriamo e che senza di te c'è più lavoro da fare."
L'espressione di Jack si indurì.
"Stronzate! Hai sostituito Heavenly potevi sostituire anche me no? Di piuttosto che non mi hai risposto perché sapevi che ti avrei fatto un cazziatone!"
Logan sbuffò.
"Senti Jack se sei venuto a perorare la causa di Davidson lascia che sia chiaro, per me è un capitolo chiuso. Ho dovuto sostituirla perché qui abbiamo bisogno di un paramedico. Fuori lei dentro un altro!"
Jack si alzò in piedi.
"Lascia che ti dica un paio di cose Logan.
Se credi di essere l'unico a soffrire scendi dal piedistallo, il mondo è pieno di persone che soffrono. Heavenly è viva grazie a tuo padre, io sono vivo grazie a Heavenly, il nostro dovere è di salvare vite non importa se ci rimettiamo la nostra. Ti sei mai messo nei suoi panni? Ha dovuto ambientarsi in una casa non sua, in una famiglia adottiva, con fratelli che le hanno dimostrato nel peggiore dei modi che non la volevano. Ha passato la maggior parte degli anni seduta su una cazzo di panca sotto una finestra a guardare il tempo che scorreva fuori mentre il patrigno la teneva in analisi. Ha studiato tanto perché promise a tuo padre di diventare come lui. Ce l'ha fatta, si è inserita qui e ha continuato a lavorare nonostante in ogni corpo rivedesse i suoi genitori. Per diciassette anni è sempre stata un ombra, perché non voleva essere guardata con pena.
Perché odiava gli sguardi di compassione. Ha dovuto portare da sola sulle sue spalle il fatto di essere sopravvissuta. Io al suo posto l'avrei fatta finita. E ci ha anche provato. Più volte.
Ma tra il suo patrigno e tuo padre e i suoi genitori da lassù hanno sempre fatto in modo di salvarla. Sai qual è stato il suo più grande problema? Forse venire qui e innamorarsi proprio di te. Ora dimmi Logan sei ancora dell'idea di odiarla perché per colpa sua tuo padre è morto?"
Logan rimase muto, con la bocca serrata e un unica voglia che gli fremeva nel petto.
Cercare Heavenly e stringerla forte.
Jack se ne andò sbattendo la porta mentre lui prendeva il telefono per chiamare Heavenly.
Aveva ragione Jack.
Loro salvavano vite, qualunque fosse il prezzo da pagare.

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