"Ero un pilota della RAF, la Royal Air Force — o areonautica militare inglese — durante la Seconda Guerra Mondiale", dice Robin, sedendosi sul bracciolo accanto a Zayn e sorseggiando il tè. "Sorprendentemente questa non è una storia solo incentrata sulla guerra, ma è da lì che devo iniziare per spiegarti meglio tutto."
Harry mi passa di nuovo un braccio attorno alle spalle, stringendomi a sé e passando dita gentili sul mio bicipite per rilassarmi. Mi sistemo meglio contro il suo fianco, il fresco del suo corpo un balsamo contro il caldo esterno e la bevanda ustionante che ho tra le mani.
Anche Niall sembra guardare Robin con curiosità negli occhi cremisi, facendomi capire che è la prima volta che sente questa storia. Zayn, d'altro canto, ha il viso rivolto verso il giornale che tiene, ma il suo sguardo è immobile sulla stessa pagina da interminabili minuti.
"Nello stesso anno è iniziata quella che viene considerata la più grande battaglia aerea di tutta la storia. Viene oggi ricordata come la Battaglia l'Inghilterra, una lotta aerea tra il Regno Unito e la Germania a colpi di bombardamenti e strategie militari per far crollare il nemico durata molti anni. Si dice che sia stata la prima occasione in cui gli inglesi abbiano dimostrato la loro vera potenza aerea, ma sto divagando.
Come dicevo ero un pilota, e ciò vuol dire che passavo le giornate nel cubicolo del mio caccia bombardiere con un pulsante in mano, pronto a fare fuoco nel tentativo di abbattere quanti più nemici tedeschi riuscissi a colpire. Gli uomini morivano come mosche, davvero. Ho innumerevoli ricordi di compagni che ho perso nel giro di millesimi di secondi, scomparsi in brandelli nel giro di poco. Non c'era tempo per piangerli, nè per piangere il nostro destino.
Ognuno di noi indossava la divisa ufficiale, con gli stivali appositi per il volo — dovevano tenere caldo più che essere comodi —, il casco, gli occhiali protettivi e, soprattutto, il paracadute. Fino a quando ho combattuto io avevamo in dotazione il Pattern 1932, ovvero un panciotto spesso chiuso da tre bottoni e due cinghie. Bisognava gonfiare il paracadute a bocca tramite una valvola per poterlo aprire e azionare. Con gli anni, per fortuna, sono stati migliorati."
Mi rendo conto di essermi irrigidito quando Harry mi lascia un bacio tra i capelli e sfrega la sua guancia contro la mia fronte. Robin sta fissando il vuoto, lontano anni luce da noi; Zayn ha smesso di fingere indifferenza e il giornale si trova ormai dimenticato sul tavolino.
"Non voglio annoiarvi con discorsi sulla guerra", Robin fa una piccola risata per distogliere l'attenzione dalla storia.
"Non lo stai facendo", rispondo immediatamente, anche se forse non si aspettava che intervenissi. "È davvero interessante, anche se triste. Non riuscirei mai a immaginarmi cosa voglia dire, vivere durante una guerra."
"La parte triste deve ancora arrivare, figliolo", mi dice con delicatezza. Posa la tazza accanto ai cruciverba e stringe le mani tra loro finché non diventano ancora più pallide di quanto già siano normalmente. "La guerra è imprevedibile, sì. Un giorno colpisci e abbatti una ventina di nemici, torni alla base e festeggi. Il giorno dopo sei tu quello colpito, allora che fai? Te lo assicuro, in quei momenti c'è ben poco tempo per decidere quale sia la strada migliore da prendere. È tutto istinto."
Il breve silenzio che segue sembra casuale, un semplice modo per rimettere in ordine i pensieri e per permettermi di respirare. La tazza è fredda tra le mie mani, un ricordo lontano di cosa c'era prima ora svanito, un po' come il racconto che sto ascoltando.
"Il giorno in cui sono stato colpito non lo ricordo con precisione. Se mi sforzo qualche dettaglio diventa chiaro, come l'aver avuto tanta paura o l'aver lanciato un messaggio richiedente aiuto, ma la mia memoria umana è oramai irrimediabilmente danneggiata. Vuoi aiutarmi, cara?"
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Cold Heart - WB Sequel || [larry]
FanfictionQuesta storia è un SEQUEL. Leggere prima Warm Blood per poter capire la trama. - "Ti ricordi cosa ti ho detto la prima volta che ci siamo baciati?" La domanda mi prende alla sprovvista. "Mi hai ch...