11. Informazioni

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La parte più complicata del processare un lutto è vivere le stesse situazioni che vivevo con le persone che sono morte e accorgermi che c'è un pezzo mancante. Girarmi verso il nulla per pronunciare una battuta che so li farebbe ridere e bloccarmi con le parole in gola, inutili, perché non c'è nessuno ad ascoltarmi, non c'è nessuno in grado di capire quello che stavo per dire.

Il lavoro al cinema diventa intollerabile. Ogni angolo porta la presenza di Mila: le decorazioni sulle pareti sono una sua passata scelta artistica, il suo portapranzo è ancora abbandonato nello sgabuzzino, la sua felpa dimenticata sullo schienale della sedia dietro la biglietteria, i suoi post it con le password per entrare nel sistema sono appiccicati al monitor del computer con la sua grafia bombata e corsiva, si tengono su un po' come per magia. Come me.

Abbiamo inviato una mail dall'account di Mila per annunciare le sue dimissioni, ma Tracy e Caleb non smettono mai di fare domande.

Le serate al pub con Niall sono giunte ad una fine senza nemmeno doverlo attivamente decidere. Non ha senso andarci a sedere nello stesso tavolino di sempre, bloccati in un loop temporale che non tornerà, a fissare uno sgabello che rimarrà per sempre vuoto. In realtà non faccio molto, al di fuori dell'andare a lavoro perché ho bisogno immediato di soldi. Passo le giornate in casa, cercando di studiare anche se non riesco a concentrarmi e circondandomi delle anime pure di Lottie e di Harry e dei messaggi delle mie sorelle per tirarmi su.

Ad essere onesti, Niall non l'ho quasi più sentito. Harry dice che continua ad andare a casa loro e a vedersi con Zayn ogni giorno, ma non risponde più alle mie chiamate, solo ai messaggi. Rispetto il suo modo di affrontare tutto ciò, anche se non nego che avere il mio migliore amico accanto sarebbe di conforto.

Solo lui sa cosa provo al momento. È come se l'unico pezzo di legno in mezzo all'oceano mi stesse lasciando affogare.

"Amore", mi chiama Harry dalla cucina e sento il rumore di qualcosa che sfrigola sul fuoco. "Ehm, com'è già che si fa?"

Esco dal bagno di corsa quando sento puzza di bruciato, frizionandomi i capelli con un asciugamano. Lui è davanti ai fornelli, con un cucchiaio di legno in mano e lo sguardo puntato su una massa informe di cibo nero nella pentola. Spengo subito la fiamma. "Oh, no. Cos'era?"

Harry ha il labbro inferiore che sporge e l'espressione colpevole. "Accidenti. Volevo farti una bella cenetta visto che Lottie è uscita e siamo a casa da soli per la prima volta da quelli che sembrano mesi."

Gli lascio un bacio sulla spalla, osservando il modo in cui torna a sorridere con così poco. "Grazie. Mi ordino una pizza, non preoccuparti. Prima devo asciugarmi i capelli, che l'ultima volta mi è venuto il torcicollo. Non sono più giovane", dico sdrammatizzando. Ho scoperto che affrontare le giornate una alla volta e con la giusta dose di sarcasmo mi aiuta molto.

"Dillo a me", scherza lui. Poi i suoi occhi si spalancano: "Posso asciugarteli io?"

È così che ci ritroviamo entrambi in bagno, io seduto sul lavandino e lui dietro di me, intento a passarmi il phon tra i capelli e canticchiando una canzone che non ho mai sentito prima. Le parole sembrano in gaelico.

Chiudo gli occhi e mi lascio andare a questo momento di relax, restando immobile mentre le sue mani grandi mi accarezzano la cute. Quando finisce mi lascia un bacio sulla nuca.

"Abbiamo ospiti", dice come se niente fosse.

Cado giù dal lavandino e lui è pronto a tenermi con una mano sul gomito. "In che senso? Che vuol dire?"

Il suo sorriso è dolce, ma non toglie i miei dubbi. Lo lascio a litigare con il filo del phon e mi precipito per la seconda volta in salotto, vedendo due chiome —una bionda scura e una mora— sedute sul mio divano ed entrambe silenziose e immobili.

Cold Heart - WB Sequel || [larry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora