6. Cinema, parte seconda

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Non sono mai tornato nel cinema dopo il primo 'appuntamento' tra me e Harry. Fa un certo effetto, devo dire, varcare la soglia senza la sua figura accanto, senza sbuffare di fronte ai suoi enigmi. Quando penso all'inizio del nostro rapporto mi viene da ridere: io ero eccessivamente curioso, lui eccessivamente schivo. Adesso che so quasi tutto ciò che c'è da sapere sul suo conto mi rendo conto del perché fosse sempre vago e spaventato.

Quel giorno, quando siamo andati a vedere Stand By Me, lo conoscevo appena e decisi lo stesso di saltare scuola per seguirlo. Non mi sono mai etichettato come uno studente modello, ma da quando ho deciso di ricominciare la mia vita da zero non avevo nessuna intenzione di perdere neanche una lezione.

Con Harry non ho mai avuto modo di impormi. È come una seconda natura dirgli 'sì', come se non potessi farne a meno.

Guardo distrattamente le locandine dei film in programma e la sala principale, il bancone dipinto di nero, una statua alta quanto me di Spider-Man da un lato, la zona con gli snack in fondo a destra. Il locale è illuminato da faretti posizionati sul soffitto, quasi troppo luminosi per la luce del giorno che ancora inonda l'ambiente. Sono da poco passate le tre del pomeriggio e pensare che a quest'ora ieri fossi in Francia mi fa venire da ridere.

Mi avvicino alla ragazza dietro al bancone, intenta a sfogliare un giornale. Accanto a lei c'è la macchinetta che stampa i biglietti e di fronte ha un computer vecchissimo, con il monitor in standby: uno screensaver colorato rimbalza da un angolo all'altro dello schermo e mi ricorda quando ero più piccolo e sgattaiolavo nello studio di mia madre per usare il suo pc. Ma, siccome non ho bisogno di sentirmi triste durante un colloquio di lavoro, ignoro i pensieri.

"Ciao", dico alla ragazza, che subito alza gli occhi su di me. "Stavo cercando Mila, è già arrivata?"

Lei mette via il giornale velocemente, arrossendo. "Sì, dovrebbe essere—", si interrompe, guardandosi intorno smarrita. Si sporge all'indietro sulla sedia e fa un verso trionfante. "Là, dietro al bancone del bar."

"Ah, grazie", le sorrido e poi vado verso la direzione indicata, chiedendomi come avessi fatto a non vedere Mila. La risposta è semplice: lei è seduta per terra, con le gambe allungate davanti a sé, intenta a mangiare un pacchetto di orsetti gommosi aiutandosi con una mano e usando Instagram tenendo il telefono con l'altra.

Mi schiarisco la gola, già divertito all'idea di lavorare qui dentro. Quando non ci sono spettacoli in programma o i clienti sono in sala sembra abbastanza rilassante. Il cibo gratis è di certo un punto a favore, così come tutti i film che potrei vedere pagando il biglietto scontato.

"Oh, cazzo—ah, sei tu", Mila si porta una mano al cuore, inspirando a fatica dopo essersi quasi stirata un muscolo per saltare in piedi velocemente. La sua treccia di capelli rossi è spettinata, segno che è stata appoggiata contro il lato del bancone a lungo. Sotto la luce al neon del cinema, le lentiggini sulle sue guance e sul collo spiccano più del solito.

"Ciao, Liam ha detto che mi aspettavi. Ho sbagliato giorno?"

"No, no!" mette via il telefono e il sacchetto di caramelle, sporgendosi poi per abbracciarmi. Non siamo mai stati grandi amici, ma è bello sapere di avere qualcuno a cui fa piacere vederti, sopratutto dopo quello che è successo con Ivy. Mila non ne è al corrente, pensa solo che se ne sia andata dalla città di punto in bianco. "Sei puntualissimo, sediamoci."

"Sei tu il capo qui?" chiedo curioso, sedendomi su uno sgabello. Lei mi imita, mettendosi comoda di fronte a me e spostando ciocche di capelli ribelli dal viso.

"No, insomma, diciamo di no. È una catena di sale cinematografiche, quindi non ho idea di chia sia il boss ai piani alti. Qui siamo tutti più o meno allo stesso livello", spiega con un sorriso gentile.

Cold Heart - WB Sequel || [larry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora