Alla mia risposta papà si sfoga in una risata di cuore.
«Li ho volutamente descritti così per vedere come avresti reagito nel vederli dal vivo.» sorride. «Ti piacciono?»
«Non sono male.» scrollo le spalle. «C'è stato il biondino spilungone che mi ha dato un po' fastidio ma nulla di preoccupante.»
«Biondino spilungone...»? mormora confuso. «Intendi Tsukishima.»
«Sì, quello alto con gli occhiali.»
«Eh, che ha fatto?»
«Ma no, nulla, semplicemente il suo atteggiamento mi ha dato un po' fastidio.»
«All'inizio sembra uno un po' sbruffoncello o irritante, ma vedrai che cambierà piano piano diventerà addirittura simpatico.»
«Addirittura? Wow, allora sono proprio curiosa.»
Mi arruffa teneramente i capelli per poi alzarsi dal divano ed avvicinarsi alla cucina.
«Allora, piccola peste, cosa vuoi per cena?»
«La ordini una pizza? Ho voglia di pizza...»
Posa uno sguardo di dissenso su di me ma alla fine non può resistere ai miei occhioni dolci e sospira.
«Prima o poi quei tuoi occhioni smetteranno di funzionare e sarà la tua rovina.»
Batto le mani entusiasta, estraggo il cellulare dalla tasca ed ordino una pizza col salame piccante per me ed una col prosciutto per lui.
«Nel mentre che aspettiamo dimmi come ti è sembrata la tua prima impressione. Sono curioso.»
«Mah, nulla di che... sono a posto ed anche Kiyoko è molto gentile e disponibile.» sorrido tra me e me. «Il piccolo Hinata è proprio una forza della natura, non si scarica proprio mai.»
Mio padre sorride quasi fiero della mia affermazione ed annuisce concordando.
«Hinata ha una forza quasi sovrumana, ma ha anche una grande agilità che ti stupirà altrettanto.»
«Sai, sono davvero sorpresa che tu abbia accettato di farmi venire anche domani ad assistere all'allenamento congiunto.»
«Finché sono allenamenti simili e amichevoli posso anche chiudere un occhio ma non prendere questa brutta abitudine.»
Posso sentire il suo tono di rimprovero anche se cerca di nasconderlo.
«Non puoi pretendere di assistere a tutte le partite che si terranno più avanti come se fossi una sorta di cheerleader.»
«Ma perché no?»
«Perché sei comunque al primo anno e sei una studentessa, non voglio che tu trascuri la scuola per stare appresso a me ed alla squadra.»
«Però...»
«So che sarebbe figo vederli dal vivo piuttosto che andare a scuola ma come ben sai non posso neanche farti la giustifica solo perché tu vuoi vedere la mia squadra giocare, non è corretto.»
«Ma Hitoka ha detto che posso venire quando voglio.»
«Ed è assolutamente vero, ma non significa che sei esonerata dalla scuola.»
Sbuffo incrociando le braccia. Mi conosce troppo bene ed ha già capito che cercherò di saltare dei giorni di scuola per vederli giocare in partite ufficiali e dal vivo piuttosto che in TV.
"Questa sua capacità di leggermi come un libro aperto dev'essere fermata prima o poi..."
Una mano calda interrompe i miei pensieri, volto lo sguardo e sorrido nel vedere papà accarezzarmi una guancia.
«Sei proprio come tua madre...»
Mormora lui con occhi colmi d'amore. Anche se credo che non stia parlando solamente dell'aspetto fisico.
«Anche lei era patita per la pallavolo e, nonostante fossimo in scuole diverse, cercava in tutti i modi di vedermi giocare dal vivo. Posso vedere la sua tenacia nel tuo sguardo. Quello che mi domando è: perché tutto questo interesse di colpo? Posso capire per domani che ci sono i tuoi amici, ma perché ora vuoi vederli giocare visto che fino a stamattina non li volevi vedere nemmeno in fotografia?»
Acuta osservazione. Mi stringo timidamente nelle spalle, diciamo che ho commesso un errore di valutazione e sembrano molto più interessanti di quanto pensassi, senza aggiungere che li aveva volutamente descritti come pazzi. Sono semplicemente curiosa, non c'è un motivo ben preciso.
«Posso dire in mia difesa che ho fatto un errore di valutazione ed ora sono curiosa.» scrollo le spalle. «Non c'è un motivo più sincero di questo.»
«Curiosa, eh?» sorride furbescamente. «E va bene curiosona, magari un po' di tifo sugli spalti potrebbe dargli più carica.»
Sorrido entusiasta e sono già pronta per un abbraccio ma mi blocca.
«Non ho finito.» alza una mano fermandomi. «Sarò io a decidere in quali potrai venire ed in quali no, soprattutto se si tratta di gare importanti.»
Sospiro ma è meglio di niente, tanto so già che tra un mese cambierà totalmente idea.
«Va bene!» esclamo sorridente. «Mi accontento.»
Finita quella chiacchierata, salgo in camera mia per togliere la divisa della mia scuola e mettere qualcosa di comodo.
Salgo le scale raggiungendo il piano superiore.
Entro in camera, mi sfilo la divisa per poi riporla nel comodino, apro l'armadio ed estraggo da esco una semplice maglietta nera oversize e pantaloni da tuta bianchi con una striscia nera a lato. Lego i miei lunghi e mossi capelli in una treccia per poi tornare in salotto sentendo il campanello suonare.
Quanta velocità nel preparare e consegnare due pizze.
Raggiungo il salotto e vedo mio padre raggiungermi a tavola con le pizze tra le mani.
«La cena è arrivata.»
Annuncia mentre sistemo velocemente la tovaglia sul tavolo. Posa i cartoni ed io provvedo a mettere le posate ed i coltelli.
Non ci aspettavamo facessero così in fretta.
Metto un film alla TV ed entrambe ci accomodiamo.
«Buon appetito allora.»
Esordisce papà aprendo il cartone.
«Buon appetito.»
Ripeto con l'acquolina in bocca pronta a sbranare questa pizza in poco tempo.
«Ti ricordo che l'allenamento con i tuoi amici è nel pomeriggio, ci metteranno trenta minuti ad arrivare quindi hai tutto il tempo di venire a piedi tranquilla, non c'è bisogno che corri come Flash, okay?»
«Stai tranquillo papà, cercherò in tutti i modi di non farmi prendere dalla fretta.»
«E, cosa più importante, non lasciarti prendere dall'euforia.»
«E perché dovrebbe essere più importante di non avere fretta...?»
«Perché io ti conosco e so bene che appena li vedrai gli correrai incontro pronta ad abbracciarli e sbaciucchiarli.»
Evito il suo sguardo ed inizio ad addentare una fetta di pizza. Mi duole ammetterlo ma ha ragione, so già che sarò felicissima di rivederli e loro di rivedere me ma non è carino saltargli addosso davanti a tante persone.
«Potrai salutarli, questo non lo nego, ma lo farai appena l'allenamento sarà finito. Anche perché tu non sei della Karasuno, sei lì solo perché sei mia figlia, quindi vedi di tenere un profilo basso.»
«Ricevuto Tenente Papà!»
Esclamo imitando un saluto militare.
«Non chiamarmi così, lo sai che lo dico per te. E ti ho fatto fin troppi favori.»
Conclusa la cena papà è filato a letto per potersi svegliare ed iniziare il suo turno di lavoro nel campo agricolo, mentre io sono rannicchiata nelle coperte a leggere, per la millesima volta, "Chie-chan E Io" famoso romanzo di Mahoko Yoshimoto.
C'è un silenzio così rilassante che potrei addormentarmi da un momento all'altro. Inserisco tra le pagine del libro il mio segnalibro e lo poso sul bracciolo del divano, faccio un profondo sospiro e stiracchio un po' i miei muscoli indolenziti.
Una notifica attira la mia attenzione.
Ciao Yumi!
È un messaggio da WeChat, dalla foto profilo posso dedurre che è Shoyo.Ciao Shoyo.
Emozionata per l'allenamento di domani?
Abbastanza, ma io ho un altro motivo per esserlo.
Davvero? Qual è?
Nella squadra di pallavolo del Nekoma ci sono i miei due più cari amici. Li conosco da tutta quando ero piccolina.
Sul serio?
Che figata!
Quindi loro ti conoscono prima che venissi adottata?Esattamente. Prima vivevo a Tokyo, ma dopo l'incidente dei miei genitori sono venuta a vivere a Miyagi. È da allora che non li vedo.
Quindi quanti anni sono passati?
Sono passati sette anni.
SETTE ANNI?!
E sei sicura che ti riconosceranno?Certo che sono sicura ahah! Sono riuscita a dargli il mio numero di cellulare e ci sentiamo ogni giorno per messaggio.
Aaah!
E gli hai detto che sarai nella nostra palestra?No. Voglio che sia una sorpresa.
Capisco.
Posso chiederti una cosa?
Che cosa?
Durante l'allenamento ho notato che tu e l'alzatore dai capelli neri, Tobio se non sbaglio, siete molto coordinati e c'è molta fiducia.
Sì!
Quindi la mia domanda è: vi conoscete da molto? Magari siete amici d'infanzia o simili.
Chi? Io e Kageyama? Ma figurati AHAHAH! Abbiamo iniziato a giocare insieme solo quest'anno, pensa che ci stavamo antipatici i primi giorni.
Solo? Un'intesa del genere si può ottenere dopo essere stati insieme per tanto tempo... come fate?
Non lo so spiegare. Io solamente sono sicuro che Kageyama mi alzerà sempre la palla ed io sono pronto a buttarla dall'altra parte.
Wow... quanta sicurezza... sono sorpresa.
È un bene o un male?
È un bene tranquillo.
Menomale ahah!
Ma tu giochi a pallavolo?No. In realtà non faccio parte di nessun club della mia scuola semplicemente perché non mi interessano. Non sono tipa da club e soprattutto non vedo l'ora di finirla la scuola.
Perché?
Appena conclusi gli studi voglio andare in università in America e laurearmi in giurisprudenza.
Vuoi fare l'avvocato? Fico!
Lo so. Ma papà è molto restio a riguardo...
Cioè?
Ha paura che possa ricapitare lo stesso incidente che è successo ai miei e non si fida a mandarmi in America da sola... spero che tra qualche anno cambi idea...
Il coach Ukai è molto bravo! Sono sicuro che cambierà idea in men che non si dica!
Ne sei sicuro?
Tanto quanto sono sicuro delle alzate di Kageyama.
Allora mi fido ahah!
AHAHAH!
Ora perdonami Shoyo ma vado a riposare.
Oh, okay.
A domani.
A domani Yumi!<3
Ripongo il cellulare e mi stropiccio gli occhi.
"È proprio ora di una bella dormita, domani sarà una giornata a dir poco entusiasmante."
STAI LEGGENDO
Chiama il mio nome
Fanfiction[Kei x OC] Yumi Ukai è la figlia adottiva di Keishin Ukai dai lunghi capelli bruni ed i grandi occhi castani. I suoi genitori e lui erano amici da tanti anni ma sono morti a causa di un incidente stradale quando la piccola aveva solamente otto anni...