Capitolo 6

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Capisco. Anche io lo sarei.

Comunque voglio farti i complimenti.

Per cosa?

Per l'amichevole. Avete giocato davvero ed ho creduto fino all'ultimo che potevate ribaltare il risultato!

Ma non basta. Se vogliamo andare avanti dobbiamo migliorare.

Questo è ovvio, ma non si può negare che la stoffa ce l'avete. Io faccio il tifo per voi!

Fai il tifo?

Sì! Potete considerarmi come la vostra fan numero 1!;)

Sì. Possibile.

Ora purtroppo devo andare che ho delle cose da sbrigare. Ci vediamo domani Tobio.

Okay. Ci vediamo.


Poso il cellulare sul tavolo e sospiro poggiando il viso su entrambe i palmi delle mani. Non è la risposta che aspettavo ma non posso nemmeno dire che non è stato sincero, anche se non mi è piaciuto il modo in cui voleva intendere le cose. Faccio un profondo sospiro, mi stropiccio gli occhi e finisco le ultime faccende prima di cambiarmi indossando il pigiama e sprofondare nel divano.


I giorni successivi sono passati come una folata di vento, tutti i pomeriggi li passavo letteralmente in palestra a fare l'assistente manager e l'addetta alle pulizie, mentre la mattina stavo in negozio con la nonna a dare una mano. Io e Tobio non abbiamo parlato molto da allora ma, in compenso, ho iniziato a fare maggiormente amicizia con gli altri membri della squadra, anche con Kei Tsukishima. All'inizio sembra tanto altezzoso e fastidioso ma, in fondo se ci parli, può rivelarsi anche piacevole e simpatico.

Con lui, infatti, la chiave è la comunicazione, basta parlarci e dopo un po' inizia ad aprirsi e la cosa che mi stupisce è che l'amico più stretto che ha è Tadashi che è praticamente il suo opposto. Kei è silenzioso mentre Tadashi è loquace, anche se mi sembra più esitante e ansioso rispetto al suo amico biondo.


Stando a "stretto contatto" con loro ho notato tante altre dinamiche in quel gruppo di sgangherati, ad esempio: Yu e Ryunosuke vanno letteralmente pazzi per Kiyoko che, puntualmente, li tiene a bada evitandoli o mollandogli qualche schiaffo, come è successo a Yu una volta. Oppure Shoyo, nonostante la sua altezza, riesce a saltare più di chiunque altro e schiacciare qualsiasi palla gli venga lanciata, spesso mi ha lasciata letteralmente con la bocca aperta. Adoro anche guardare Koshi ed Asahi allenarsi insieme perché vedo una forte affinità, si vede che giocano insieme da due anni. Tutti i giocatori della Karasuno sono forti e diventeranno sempre più forti.


Oggi è sabato e lunedì ricomincerò ad andare a scuola, così ho proposto ai ragazzi di andare ad un fast food a mangiare qualcosa e fare un salto alla sala giochi, giusto per svagarci un po'. Verranno anche Hitoka e Kiyoko.
Tanto papà si fida a lasciarmi da sola con loro ed è da mesi che non esco a mangiare qualcosa con un gruppo di amici, le mie compagne di classe non le ho mai incontrate fuori da scuola ed è meglio così.
Per l'occasione ho indossato la collana col ciondolo a forma di cuore che mi regalò mia madre al mio sesto compleanno, un maglione dolcevita bianco panna, una semplice gonna rossa, parigine nere ai piedi e Converse nere alte. Come giacca per tenermi al caldo con l'arrivo dei primi freddi ho selezionato un Montgomery color beige.
I capelli li ho sistemati con una semplice mezza coda alta ed il resto li ho tenuti sciolti e con i boccoli liberi. Per trucco ho optato per un po' di mascara e un lucidalabbra, rimanendo semplice.
Sistemo il portafoglio ed il powerbank nella borsa e mi avvicino all'uscita.

«Io vado papà!»

Annuncio prima di aprire la porta.

«Mi raccomando, resta sempre vicino a Koshi o Asahi, non dare retta alle persone che ti fermano per strada inclusi i cani, guarda bene prima di attraversare che non si sa mai, mandami un messaggio ogni tanto così so che va tutto bene e non fate troppo tardi.»

Eccolo, è partito di nuovo in "modalità protezione". Alzo gli occhi al cielo ma non posso nascondere un sorriso sincero.

«Stai tranquillo papà, cosa vuoi che accada?»
Minimizzo e lui mi fulmina dalla cucina, anche se è poco credibile col grembiule ed i guanti di plastica gialli.
«Sai bene cosa può succedere e non voglio che accada, soprattutto a te.»
Già, l'incidente dei miei genitori è una cosa che ha segnato entrambe in maniera irreversibile e per motivi diversi. So che lui dice quelle cose per proteggermi ma spesso ricordarlo fa sempre male come una coltellata al cuore.
«Non succede perché non succede, ma se succede...»
Aggiunge papà cercando di smorzare l'aria pesante che si era formata e sul mio viso torna un piccolo sorriso.
«Non si sa mai...»
«Esatto, ma so che con loro sei in buone mani e mi fido di te.»
«Grazie papà, questo vuol dire molto per me.»

Il campanello della porta suona ed io mi affretto ad uscire trovandomi tutta la squadra di fronte alla porta di casa mia.

«Ciao ragazzi!»

Esordisco chiudendo la porta dietro di me.

«Ciao Yumi!»

Mi salutano in coro, sorrido e mi sfrego le mani pronta ad iniziare questo pomeriggio.

«Allora, dove preferite andare prima? Sala giochi o al fast food?»

Yu, Shoyo e Ryunosuke esclamano in coro la sala giochi dirigendosi verso di essa senza sentire le altre risposte, così io e gli altri li seguiamo silenziosi. Anche se sarebbe stato divertente non dire nulla ed indirizzarci verso il fast food per aspettare quanto ci avrebbero messo a capire che non eravamo con loro.

«Come ti senti Yumi a tornare sui banchi dopo tutto questo tempo a cazzeggiare?»
Mi interroga Kei col suo sorrisetto, ricambio il sorriso consapevole che sta scherzando.
«Se lavorare al negozio per te è cazzeggiare non voglio sapere come te la caverai nel mondo del lavoro.» ridacchio. «E comunque non è chissà che avvenimento, mi svegliavo presto prima e continuerò a svegliarmi presto, con l'unica differenza che il negozio era decisamente più tranquillo mentre la mia classe sembra un centro di recupero.»
«Ah, avevi detto che i tuoi compagni si divertono a fare casino. Ciò che non capisco è: perché non hai cambiato classe o direttamente scuola prima?»
La domanda di Tobio non è nuova per me, me lo sono chiesto varie volte anche io.
Sospiro e mi stringo nelle spalle.
«Me lo sono domandata spesso ma non ho mai trovato una risposta che fosse decisiva. Insomma, avere una classe indisciplinata non è il massimo direte voi e vi do completamente ragione, ma dopo aver passato tutte le medie nello stesso modo ti ci abitui.»
«Non dovresti abituarti! I professori non dicevano nulla?!»
«Promettevano ma alla fine non è cambiato nulla e papà si è anche stufato di questa storia.»
«Immagino, chiunque sano di mente si stuferebbe. Quindi che ha intenzione di fare?»
«Ha detto che se la musica non cambia mi fa cambiare scuola, tanto sono ancora in tempo.»
«Capisco...»
«E tu saresti contenta di questo cambiamento?»
Domanda Kei da dietro di me.
«In verità, Kei, a me non sembra una cattiva idea, tanto in quella classe non è che ho amicizie... sono semplicemente compagni di classe, non li incontro anche fuori da scuola a differenza vostra.»
«C'è anche la differenza che noi non siamo compagni di classe.» mi corregge.
«Va be', hai comunque capito cosa intendevo dire!»

Arriviamo in sala giochi e Yu, Shoyo e Ryunosuke si catapultano all'interno lasciandoci indietro.

«Non correte ragazzi, almeno aspettateci!»

Li richiama Koshi seguito da un lungo sospiro.

«Non dev'essere facile tenerli a bada, vero?»

Gli domando cercando di soffocare una risata.

«No, non è affatto facile Yumi. Prima era più semplice quando erano solo due gli indisciplinati ma con Shoyo che gli va appresso è diventata dura.» confessa con un sorriso. «Ma se non ci fossero loro non saremmo insieme.»
«Tu e gli altri avreste mollato il club?»
«Io ed Asahi molto probabilmente, mentre Ryunosuke, Yu e Daichi no, non avrebbero mai mollato nemmeno sotto tortura. Anche se sarebbero rimasti solo loro tre avrebbero continuato ad allenarsi insieme senza darsi mai per vinto.»
"Certo che i primini hanno dato nuova vita a questo club!"
Sono così l'uno devoto all'altro ed è una cosa bellissima, legami così sono indistruttibili. In fondo l'idea di papà di farmi uscire con loro non è stata così male.

Entriamo nel locale e un'aria anni '80 mi pervade facendomi sentire come se avessi viaggiato indietro nel tempo.
"Wow...!" penso con gli occhi che brillano e la bocca spalancata.
Sapevo che l'avevano ristrutturata ma non avevo ancora avuto l'occasione di vederlo dal vivo e sono felicissima di essere qui con i miei "corvetti".
Le pareti hanno i mattoni rossi in vista dandogli un'aria casalinga nonostante siano tappezzate di neon di tutte le forme e colori. Alcuni raffigurano personaggi iconici dei videogiochi come Pacman o Mario Bros, altri sono a forma di cibo od oggetti casuali oppure altri ancora hanno scritte come "Play" o "Game".
Il pavimento è grigio ed è stampato come se fosse una pista di go-kart che lo rende buffo ed allo stesso tempo a tema. Ai muri ci sono varie arcade di tutti i colori illuminate dai neon facendomi sentire una tipica ragazza degli anni ottanta, poco più in là ci sono varie piattaforme per sfidarsi a ballare oppure con uno schermo enorme per sparare a chiunque ti capiti sotto tiro.
Udire le varie musiche, gli effetti speciali e le vocine dei personaggi circondarmi le orecchie mi fa sentire come se fossi su un altro pianeta e non vorrei mai andarmene.

I tre dell'Ave Maria vengono attratti dal tavolo di Air Hockey così li seguiamo con Daichi che cerca di tenerli a bada e non farci notare sin da subito.
Posso notare che si trova anche una grande pista da bowling, ed il pensiero va subito a papà.
Ora ho capito dove va ogni sabato sera con i suoi vecchi compagni di squadra finite le partite che fanno tra di loro.

«Yumi! Yumi! Giochi con me? Vero che giochi con me?»

Mi interroga Shoyo posizionandosi ad un lato del tavolo facendomi arrossire senza un vero motivo.

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