Capitolo 12

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«Perché mi tratti sempre così male? Guarda che lo dico a Kaito che mi tratti male.»

Piagnucola fingendo un tono da bambina innocente che mi fa solamente salire il nervoso, ma devo a tutti i costi mantenere la calma.

«E diglielo, sai che me frega.»
«Eddai, dimmi perché sei stata assente, capita raramente e sono curiosa. Te lo giuro che rimarrà un segreto tra me e te.»
«Semplicemente non sono stata bene, smettila.»
«Non è che...!»
Sussulta e si copre la bocca con una, fintissima, espressione sorpresa sul volto.
«Non è che hai conosciuto un ragazzo?»
«E anche se fosse?»
«No, va be', adoro!» esclama compiaciuta.
Prende una sedia e la avvicina al mio banco per poi poggiare i gomiti su di esso.
«Ora devi dirmi tutto su di lui, sono curiosa di conoscerlo!»
Alzo mentalmente gli occhi al cielo raccogliendo tutta la mia forza fisica e mentale nel trattenermi di strozzarla stile Homer Simpson.
«Guarda, non è il caso.»
«Perché?» le sue labbra si incurvano in un sorriso mellifluo. «Non dirmi che sei gelosa.»
«Ma non è che son gelosa, è che so già che non andresti d'accordo.»
"Bugia, sono un po' gelosa che lei possa avvicinarsi a Tobio... o Kei ma questo non c'entra!"
«Andiamo, chi vuoi che sia mai!»
«Hai presente la squadra di pallavolo della scuola Karasuno?»
La sua espressione cambia da interessata a un'aria superiore.
«Sì...»
«Ecco, io spesso esco con tutta la squadra. Siamo amici. Contenta ora?»
«Immaginavo che una sfigata come te uscisse con degli sfigati.»
Alza gli occhi al cielo quasi schifata e rimette le sedia a posto.
«Svegliati Yumi, quella squadra non la conosce nessuno, sono degli sfigati.»
«Ma che ne vuoi sapere tu?»
«Io, a differenza tua, conosco un giocatore che vale la pena di conoscere e non degli sfigatelli di provincia!»
"Sarebbe divertente dirle che io conosco anche i ragazzi del Nekoma visto che è una squadra abbastanza rinomata a Tokyo."
«Fammi indovinare, il giocatore che conosci è Tooru Oikawa, giusto?»
«Be', è ovvio che sia lui! È il giocatore migliore di tutto il Giappone, lo conoscono anche i sassi!»
"Oddio, il "Migliore del Giappone" mi sembra abbastanza pretenzioso anche perché non c'è solo la sua squadra e ci sono giocatori con caratteristiche fisiche o tattiche più forti delle sue."
«E per tua informazione, io posso andare ad assistere ad una loro partita questo week-end.»
«Guarda te la coincidenza ci sarò anche io, ma io vengo con la mia squadra.»
«La "tua" squadra? Non la alleni mica tu quella squadra di corvetti spelacchiati.»
«No, ma li allena mio padre e siamo i loro sfidanti.» sorrido. «Ti pentirai di aver sottovalutato i miei "corvetti spelacchiati".»

Dopo quel piccolo battibecco dove avrai voluto prenderla a mazzate potenti, la giornata scolastica è passata veramente in fretta facendo arrivare subito l'ultima campanella che segnala la fine delle lezioni.
Raggiungo mio padre al cancello che mi porta direttamente alla Karasuno in macchina. Entriamo in palestra e mi prendo un paio di minuti per salutare tutti i ragazzi mentre papà chiacchiera col professore.

«Buongiorno ragazzi!»

Li saluto raggiungendo il centro della palestra con un sorrisetto in volto.

«Ciao Yumi! Che bello che sei tornata!»

Esclama Shoyo seguito dagli altri ragazzi.

«Già senza Tobio c'era troppo silenzio e senza di te ci stavamo annoiando a morte! Ora stai meglio vero?»
Domanda premuroso Tadashi facendomi arrossire.
«Scusatemi ragazzi mi sono sentita poco bene ma alla fine non era una cosina passeggera, niente di che.»
Vengo velocemente circondata dai ragazzi ma non vedo il biondino saccente e la cosa mi lascia sorpresa.
«Ma Kei dov'è?»
Domando al gruppo che comincia a guardarsi intorno anche loro confusi della sparizione del loro compagno, e dire che non è piccolo, se sparisce si vede subito dov'è.
Inizio a mettermi sulle punte dei piedi ma una voce in fondo alla palestra attira la nostra attenzione.

«Stavi cercando me piccola mia

Mi volto verso la mia destra e lo vedo appoggiato al palco con le braccia incrociate e le labbra incurvate in un sorriso furbo. Si allontana dal palco di un passo, allarga le braccia, lo guardo confusa per alcuni secondi ma poi realizzo ciò che devo fare.
Do uno sguardo veloce a Tobio, prendo una piccola rincorsa di alcuni passi per poi correre incontro a Kei alla mia velocità massima e poco prima dell'"impatto" gli salto tra le braccia, un po' stile "Dirty Dancing".
Il ragazzo mi tiene stretto tra le sue braccia ed io nascondo il viso nel suo collo in modo che possa sentire il suo profumo; è delicato, piacevole e sa di agrumi misto a vaniglia, se tengo gli occhi chiusi mi sembra di vedere un esteso campo di fiori gialli.
È difficile da decifrare ma fatto sta che mi piace da morire su di lui.
Rafforzo la mia stabilità intrecciando le gambe intorno al bacino mentre lui sorregge entrambe le mie cosce con un braccio e l'altra mano la tiene sulla mia schiena.

«Il Re mi sta guardando male.»

Sussurra al mio orecchio con un tono di voce basso e sensuale che mi provoca brividi di piacere lungo il corpo. Posso anche percepire un sorriso sulle sue labbra.

«Bene, significa che il piano sta funzionando, no?»
«Ed abbiamo appena iniziato.»
Sposto il viso dal suo collo in modo che possa guardarlo negli occhi.
«Cerca comunque di non divertirti troppo, eh.»
«Perché? Dobbiamo farlo sembrare il più reale possibile.»
«Se crede che io e te stiamo insieme è probabile che non se la sentirà di provarci con me.»
«Quello è un problema suo, se non ha le palle di farlo significa che non ci tiene davvero a te.»
Non so perché ma quella frase mi ha causato una vampata di calore lungo tutto il corpo, l'ho proprio sentita partire dalla cima della testa fino alla punta delle dita dei piedi.
«Potrebbe anche offendersi nello scoprire che era tutta una falsa.»
«Allora che proponi di fare? Cos'è, ti dichiarerai ma appena lui non ricambierà i tuoi sentimenti farai finta che ti ho lasciato in modo da dire: "Guarda, sono magicamente single!"?»
«Sai che non è una cattiva idea? È poco fattibile ma è un'idea.»
Scherzo fingendo di pensarci ed anche lui sorride capendo la mia ironia per poi avvicinarmi alle sue labbra e sussurra.
«Ora basta parlare di lui e dammi un bacio, dai.»

Prendo il suo viso tra le mani accarezzandogli le guance coi pollici e gli do un un veloce bacio a stampo, nonostante l'altra volta non mi sono fatta problemi nel baciarlo presa dalla foga. Un po' mi sento in colpa.
Lui, ovviamente, non si accontenta e mi da vari baci a stampo facendomi ridacchiare.

«Daii...»

Ridacchio cercando di farlo smettere invano.

«Lasciami fare. Tanto lo so che ti piace.»

Replica con quel tono di voce da So-Tutto-Io che mi provoca un misto tra seccatura e divertimento.

«Io non ho mai detto che mi piace.»
«Lo so ma lo percepisco dai tuoi comportamenti.»
«Ma se fingiamo da un giorno.»
«E quindi? Il tuo linguaggio non verbale è palese.»
Improvvisamente divento dello stesso colore di un peperone e mio padre raduna tutti a rapporto.
«Dai spilungone mettimi giù.»

Scherzo stuzzicandolo un po', lui obbedisce facendomi tornare coi piedi a terra e prima di raggiungere gli altri mi da un bacio a stampo seguito da un occhiolino. Anche se vorrei negarlo fino alla fine dei miei giorni, quel gesto mi ha fatto battere forte il cuore. Tutto quell'istante con lui mi ha fatto battere il cuore; il modo in cui mi ha tenuta stretta a sé, il calore del suo corpo contro il mio, la sua voce flautata, le sue soffici labbra che cercavano bramose le mie. Vorrei negarlo ma il suo fascino è inevitabile.

Mentre do una rapida occhiata alla squadra che fa un giro di corsa lungo la palestra noto Hitoka correre verso di me con uno sguardo curioso e furbo già pronta a tempestarmi di domande.

«Sbaglio o sei saltata in braccio a Kei?»

È la prima domanda che mi fa e non riesco a reprimere un sorriso.

«Sì, quindi?»
«Cosa c'è sotto? Fino all'altro ieri eri sottona per Tobio, come ha fatto a farti cambiare idea?»
Sorrido lievemente e scrollo le spalle seguita da un sospiro.
«Non ne ho la più pallida idea, semplicemente è successo.»
«Quindi stai con Kei?»
«Più o meno...»
«E tuo papà lo sa?»
«Certo che no.»
«E perché non glielo vuoi dire? Vuoi aspettare un pochino?»
«Oltre a quello non credo che possa prendere bene il fatto che sua figlia stia con un componente della squadra che allena lui stesso.»
«Potrebbe arrabbiarsi?»
«Arrabbiarsi forse no ma sembrerebbe comunque strano. Non voglio fargli venire un infarto.»
«Però posso dire una cosa riguardo a Tobio?»
«Dimmi pure.»
«Come sei corsa verso Kei è rimasto immobile come una statuina a fulminarlo con lo sguardo.»
«Sul serio?»
«Almeno è quello che ho percepito dal suo sguardo. Era uno sguardo diverso dal suo solito scazzato.» si giustifica stringendosi nelle spalle.
«Ah, ascoltami guarda che vengo anche io alla partita di questo week-end.»
«Davvero? Sai che sono riuscita a far venire anche la sorella di Ryunosuke!»>>
«Ah sì? Ci sei riuscita?»
Annuisce decisa col sorriso.
«Ha detto che ci tiene nel vedere giocare il suo amato fratellino.»

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