Capitolo 2

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Quella mattina di dicembre in cielo non si vedeva una nuvola e forse per questo il freddo era più intenso del solito.

L'agente di polizia Dario Oppo l'aveva sentito scavare nelle ossa appena uscito di casa e arrivare alla cervicale dopo qualche minuto. Ogni volta che questo accadeva la sensibilità dei suoi polpastrelli veniva come filtrata e lui finiva per perdere completamente il senso del tatto alle estremità delle dita. Non era il massimo per una persona che rischiava ogni giorno di dover maneggiare una pistola automatica. Era una sensazione molto sgradevole anche in quel momento, mentre le sue mani scorrevano sul volante e l'auto sfrecciava a sirena spiegata verso il centro della città. C'era sempre il pericolo di distogliere lo sguardo dalla strada per assicurarsi di aver impugnato correttamente la leva del cambio, con il rischio di fare una strage. Le strade di Pisa erano un campo minato da questo punto di vista. All'improvviso potevano spuntare dagli angoli sciami di studenti in bicicletta che correvano per non perdere una lezione, o gruppi di turisti che invadevano la carreggiata in barba alle più elementari norme di sicurezza, quasi che la morte fosse in vacanza come loro.

Era successo a un suo collega di investire dei passanti e Dario viveva con l'angoscia che potesse accadere anche a lui.

"Oppo, lo possiamo chiudere questo comignolo?"

La richiesta era del commissario Roberto Salvetti, un giovane investigatore che aveva bruciato le tappe della sua breve carriera nella Polizia di Stato, al punto da divenire un riferimento nelle indagini di tutta la regione. Seduto sul sedile del passeggero, impugnando saldamente il corrimano sopra il finestrino, Salvetti non attese la risposta del collega per ruotare la manopola e interrompere il flusso d'aria calda che gli stava arrostendo il viso. Proprio in quel momento l'auto attraversò il Ponte di Mezzo, un salto di marmo abbagliante da una sponda all'altra del fiume Arno che ancora riposava placido sotto una lieve coperta di nebbia.

Oppo aveva pochi capelli in testa e troppe rughe sulla pelle, di quelle arate dal sole che segna chi si permette di avere l'hobby per i campi da coltivare. Salvetti portava gli occhiali da sole per darsi un tono e la barba un po' lunga per simulare un'esperienza che ancora non aveva del tutto. Stavano uscendo dalla città per un'indagine che avrebbe scosso la tranquillità di Pisa, una brutta storia di traffico di droga che vedeva coinvolti diversi personaggi di spicco della borghesia cittadina, quando la radio della polizia aveva dato la notizia degli spari nella facoltà di medicina. Si erano guardati in faccia stupiti e avevano fatto immediatamente dietrofront. Quindici minuti dopo entravano in Via Roma dove altre due auto della polizia erano già parcheggiate davanti al dipartimento di neuroscienze, attirando un nugolo di curiosi all'ingresso.

All'interno il corridoio era stracolmo di persone, quasi tutti studenti.

"Commissario, venga, da questa parte!"

Un poliziotto aveva fatto cenno dall'altro lato di quella coltre di teste sudate, spingendo nello stesso tempo la folla come se avesse appena finito di estrarla dall'aula.

Entrando nella stanza Oppo riuscì a stento a sopportare la vista di quel terribile spettacolo. I suoi occhi, che già normalmente facevano fatica a trovare un varco tra la pieghe degli zigomi, ora sembravano piaghe strette in un'espressione di raccapriccio. I due corpi erano ancora riversi sul pavimento, illuminati dai flash della scientifica ed esaminati dal medico legale Rossana Caleo, una giovane professionista che si era guadagnata in pochi anni la fiducia dell'intero reparto.

"Buongiorno" esordì Salvetti con una gaffe.

"Lei riesce a vedere qualcosa di buono in questo giorno?" Rossana si era alzata per guardare il commissario dritto negli occhi.

"No, ma ormai ho fatto l'abitudine a spettacoli del genere."

"Io invece non riesco ancora ad abituarmi... e poi Montaldo lo conoscevo, avevo assistito ad alcune sue conferenze e non riesco a immaginare chi possa aver fatto questo a un uomo come lui..."

Apologia dei miscredentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora