Capitolo 16

68 16 12
                                    

L'auto di Adel Farini sfrecciava tra le colline senesi già da diversi minuti e né lui né Sabrina avevano avuto il coraggio di dire una parola. La ragazza continuava a voltarsi indietro, con l'angoscia di vedere sbucare all'improvviso qualche macchina lanciata al loro inseguimento, magari una volante della polizia a sirene spiegate. Curva dopo curva la distanza dall'abbazia di San Galgano cresceva ma non abbastanza da rassicurare i loro animi.

"Pensi che ci incrimineranno?" fece a un tratto la ragazza.

"Per cosa?"

"Fammi pensare... per aver tentato di investire un commissario, ad esempio!"

Si sentiva una nevrotica ironia nella sua voce.

"Al limite accuseranno me, ero io al volante. Tu non devi temere nulla" cercò di rassicurarla Adel.

"Non dire sciocchezze. Questo viaggio l'abbiamo intrapreso insieme e così facendo abbiamo condiviso un destino, qualunque esso sia."

"Grazie, Sabrina, ma non condividerò certo con te le conseguenze di azioni che ho deciso di compiere senza neanche chiederti un parere. Ad ogni modo quello che dirà la polizia a questo punto importa poco: il commissario Salvetti era in quella chiesa, è uno di loro, fa parte di quell'associazione. Le forze dell'ordine sono colluse. Come vedi abbiamo fatto bene a non dire nulla alla polizia riguardo al quaderno di Montaldo. Suggerisco di continuare così, almeno fino a quando non sapremo con sicurezza di chi possiamo fidarci."

"Eppure Pratesi mi sembra in buona fede..."

"Probabilmente Pratesi è all'oscuro di tutto" confermò Adel, "del resto è stato proprio lui a consegnarci involontariamente gli appunti del professore. Magari è convinto realmente della colpevolezza di Alessio e siamo noi a dover trovare il modo di convincerlo che c'è qualcosa sotto di molto più grosso. Spero che Quarta riesca a darci qualche dritta..."

Sabrina si fece pensierosa. Stringeva le mani sulle ginocchia, come a voler trattenere la rabbia che le tremava nelle gambe.

"Hai sentito le parole di quella donna?" chiese a un tratto. "Quell'associazione è un covo di fanatici cristiani come non se ne vedevano da tempo! Quando accusava la scienza sentivo il sangue che mi ribolliva nelle vene e alla sola idea che abbiano ammazzato Domenico per queste stronzate mi verrebbe voglia di tornare indietro e buttarci una bomba, in quella chiesa!"

"Se devo essere sincero" ribatté Adel, "quelle profezie mi hanno colpito. L'ultimo papa... l'avvento della bestia... la fine del mondo... e se avessero ragione loro?"

"Adel, non ti fare incantare da questo genere di fesserie! Ti assicuro che è facilissimo, presa una profezia a caso, trovare a posteriori qualche evento storico che le somigli. Soprattutto quando è scritta in modo vago, senza riferimenti precisi. Chiunque potrebbe dare delle interpretazioni diverse a tutte quelle che hai sentito là dentro, mantenendo in ogni caso una certa parvenza di correttezza. Hai mai sentito parlare, ad esempio, delle profezie di Nostradamus?"

"Sì... le famose quartine di Nostradamus... ne ho sentito parlare ma a essere sincero non ne so molto."

"Si tratta sempre della solita solfa, di una persona che diversi secoli fa si è divertita a scrivere centinaia di criptiche profezie in rima, senza alcun chiaro riferimento all'anno in cui si sarebbero dovute avverare. In questo modo ha generato una scia d'interpretazioni che hanno riempito intere biblioteche. Tra i suoi versi è stato possibile di volta in volta riconoscere le principali battaglie degli ultimi tempi, le invenzioni scientifiche, i personaggi storici e le varie catastrofi che hanno colpito l'umanità. C'è addirittura chi si è messo ad anagrammare le sue parole, riuscendo a trovare, ovviamente, qualsiasi cosa! Ma, paradossalmente, Nostradamus ha compiuto un errore che gli è stato fatale. In una sola delle sue quartine ha citato un anno ben preciso, il 1999, che avrebbe dovuto segnare l'ennesima guerra, o chissà quale altra sciagura apocalittica. Sfortunatamente per lui, in quell'anno non è successo proprio nulla degno di nota e ora solo degli irriducibili ingenui continuano a dar credito ai suoi scritti. Una profezia, per definirsi tale, dovrebbe citare una data, un luogo, descrivere con precisione un evento e non lasciare spazio ad alcuna interpretazione. Altrimenti non è molto più credibile degli oroscopi che si trovano sui settimanali scandalistici..."

Apologia dei miscredentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora