Un dipinto perfetto

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< che cosa dipingiamo?> eravamo in un negozietto francese specializzato in arte, vendeva tele, pittura e tutto ciò che serviva per creare un opera. < io solitamente utilizzo questa tecnica, prendo i colori primari,il nero e il bianco poi scelgo dei colori che mi piacciono e mi ispirano egli abbino insieme e ci disegno qualcosa.> < mi piace, scegliamo tre colori ognuno? > < ok va bene> io presi: terra di Siena, Tè verde e Pervinca invece Klaus prese rosso cardinale, rosa shocking e un bellissimo ocra. Pagammo tutto quanto e ci dirigemmo in un posto conosciuto solo da Niklaus. <wow ~ rimasi scioccata da ciò che i miei occhi vedevano. Un parco al cui interno mille,migliaia se non miliardari di tulipani tutti di colori e sfumature diverse si mescolavano in un'armonia strepitosa. ~ è fantastico,tutti questi colori mi danno una gioia immensaaa~ incomincia a girare su me stessa come una trottola, i miei capelli vorticavano in aria e quando mi fermai due ciuffi mi rimasero davanti agli occhi. Una mano prese essi e me li portò dietro l'orecchio, e il volto radioso di Klaus si fece spazio nella mia vista. ~ grazie.> Ci fermammo in una piazzola d'erba dove mettemmo il nostro triipiede  appoggiandoci sopra la tela completamente vuota, aspettava solo noi che la riempissimo di simboli e significati. Aspettava di nascere,di essere l'unica copia che nessuno poteva ricreare. Avevamo deciso di dipingere ciò che vedevamo per immacolare quel giorno. Niklaus dipingeva con un'eleganza ed una leggerezza degna di da Vinci ed io be' io cercavo di fare del mio meglio. < non sembra un albero vero?> Tolse gli occhi dai suoi tulipani è guardò il mio dipinto se così si poteva chiamare. Inclinò leggermente la testa probabilmente per capire se da una prospettiva diversa sembrasse un albero e poi disse: < c'è qualcosa da migliorare ma è carino > lo guardai assottigliando lo sguardo, < sai che carino è sinonimo di : non voglio offenderti dicendoti che è orribile perciò ti dirò  che è carino così che tu creda di avere una speranza, te lo dico io la speranza non c'è. Questo albero mi sembra più un orangotango che ha bevuto un po' troppo.> < hai ragione >disse mentre rideva sotto i baffi per la mia bravura nel disegnare. Alzai la mano per dargli uno sbuffetto sul braccio che si trasformò in una vera e propria battaglia. Non mi ricordai di avere in mano il pennello così  macchiando di verde la sua maglia, lui per ripicca prese un po'  di tempera e mi sporcó la guancia. < questo non lo dovevi fare> dissi, presi altro colore e ci inzuppammo a vicenda diventando arlecchino.

IN CAMBIO DI UN FAVORE ~Klaus Mikaelson ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora