Murder - Jason Todd

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«Se io dovessi uccidere qualcuno... tu saresti fiero di me?»

Squarcio il silenzio fra noi con questa domanda improvvisa, dondolando le gambe nel vuoto.
Era da un po' che ci rimuginavo su, titubante sul porrergliela o meno.
Nella mia testa l'ho riformulata con mille toni e modi diversi, ma non facevo in tempo ad aprir bocca che la voce mi moriva in gola.

Ma ormai è fatta.

«Da quando cerchi la mia approvazione?» mi chiede, soffiando via il fumo della sigaretta accesa poco prima e lasciandolo disperdersi nell'aria fredda della notte.

«Non cerco la tua approvazione.» puntualizzo «Voglio solo sapere se, in caso facessi un gesto estremo, a qualcuno andrebbe bene.»

«Non ne saresti capace.»

«Pensavano lo stesso anche di te, eppure guarda com'è andata a finire.»

«Quello è stato un caso a parte.» risponde, visibilmente infastidito dalla piega che ha preso la conversazione.
«Perché mai dovresti uccidere qualcuno?»

«Si uccide qualcuno perché lo si odia al tal punto da voler porre fine alla sua vita, no?» domando spontaneamente, nonostante non cerchi una risposta a questa domanda «Quando si odia il suo modo di agire, di parlare, o magari perché ha fatto del male a qualcuno.» mi prendo qualche secondo, facendo un respiro «Non sono mai andata completamente contro a quello che fai, per quanto moralmente sia sbagliato, ma qualcosa mi impedisce di andare contro agli insegnamenti che ho ricevuto in questi anni, un po' come quello stupido "non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te stesso", ma allora perché gli altri possono comportarsi come più gli pare e piace?»

Una risata proveniene da Jason, facendomi rendere conto che forse ho usato un po' troppa enfasi nell'ultima parte del mio discorso.

«Sei arrabbiata, non è vero?» mi chiede retorico, alzando lo sguardo verso il cielo stellato «La vita è piena di teste di cazzo che fanno uscire il peggio di noi, ma non per questo possiamo porre fine alle vite di tutti loro.» dice, forse riferendosi anche a Bruce in quell'elenco di persone che gli è passato per la testa.

«Questo non dovrebbe valere per i criminali.»

«"Se uccidi un criminale, il numero di criminali nel mondo rimane invariato".» cita, portandomi spontaneamente a guardarlo e facendomi sfuggire una piccola risata.

«Vuoi veramente farmi tu questo discorso? Non sei esattamente la persona adatta, Jason»

«Non lo dico per farti la morale.
Per quanto tu possa dire il contrario, non sei in grado di commettere un omicidio con le tue mani, di conseguenza, se mai un giorno dovessi farlo, anche per incidente, non riusciresti a commetterne uno di nuovo.
Otterresti solo sensi di colpa per il resto della tua vita e una macchia indelebile sulla tua fedina penale.»

«Con questo vorresti dirmi che, nel caso dovessi averne l'occasione, non dovrei uccidere neanche un criminale? Neanche se ha fatto del male a qualcuno a me caro?»

«Esattamente.» si alza dal cornicione dove eravamo seduti, riprendendo il suo casco rosso «Richard mi ucciderebbe se ti portassi sulla cattiva strada.»

Spontaneamente, accenno un piccolo sorriso.
Non credevo che potessi avere una conversazione seria con Jason, è sempre stato raro passare del tempo e quelle poche volte che capitava neanche ci parlavamo molto, ma questa volta è stato diverso.

«Grazie Jay.»

«Ho solo fatto il "buon fratello maggiore", per una volta.» indossa il suo casco «E poi, chissà, forse un giorno qualcuno potrebbe uccidere chi ti ha fatto così tanto stare male.»









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Le richieste e scrivere qualcosa di felice non fanno per me, e penso si sia notato.

Chiedo scusa per l'attesa a nessunonellatuavita , anche perché la one-shot è corta, ma spero che ti sia piaciuta.
Non è felicissima come one-shot forse, ma non l'ho resa drammatica come mie tante altre, quindi spero ti dia almeno un minimo di soddisfazione.

Well, vogliate bene a Jay, ci vediamo una prossima volta

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