Suffocating - Bruce Wayne

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«Dici che ho sbagliato?» picchietto con il ginocchio sul bordo della sua scrivania, ignorando il leggero dolore che mi provoca «Voglio dire, ho detto la mia. Non ho fatto niente di male, giusto?»

«Perché sei venuta da me per lamentarti?»

«Perché se ho sbagliato sei probabilmente l'unico che mi prenderebbe a schiaffi, e ne ho bisogno.»

Bruce si ferma dal compilare le sue scartoffie, rivolgendomi uno sguardo «Perché mai dovrei addirittura darti uno schiaffo?»

«Perché forse me lo merito.»

Bruce china nuovamente il capo, girando uno dei fogli «Non hai mai pensato di meritarne uno neanche quando scappavi in piena notte nei tuoi attimi di ribellione, mentre adesso sì?»

«Perché quello era diverso. Okay, non seguivo le regole, lo ammetto, ma in quei momenti mi sentivo così bene. Era una boccata di aria fresca.»

«Mentre adesso?»

«Adesso non... non lo so.» mantengo le gambe incrociate pur stando seduta sulla sedia girevole, nascondendomi le mani nelle maniche e portandole fra le gambe «Ho detto quello che volevo dire, mi sono sfogata, ma non mi sento bene. Nonostante i rimproveri non ho mai avuto realmente qualcuno contro, mentre questa volta mi sento così... mi sento un pesce fuor d'acqua.» inizio a giocherellare con il bordo delle maniche, mantenendo lo sguardo un po' basso e fisso sul parquet «Mi sono esposta troppo.»

«Sei arrabbiata?»

«Anche. Cioè, lo sono stata, forse durante quel momento adrenalinico, trovando la forza di dire altro, ma adesso mi tornano alcune cose in testa, le voci contro la mia, mi sento oppressa, non mi hanno voluto sentire. Secondo te sto esagerando?»

«Hai sempre preso certe cose in modo più grande rispetto a quanto fossero in realtà.»

«Ah...»

«Ma questo non significa che tu abbia completamente torto. Sei solo ancora troppo sensibile su certi argomenti, pensi di esserti esposta troppo perché non hanno concordato con te, senti di dover essere protetta in caso si riaccendesse la discussione e non vuoi sentire altro. Eri solo convinta che avrebbero concordato con te e non ti basta che solo alcuni fossero dalla tua. Volevi essere rispettata e non ci sei riuscita, non erano obbligati a farlo.»

«Ma non sai neanche cos'hanno detto. Insomma, non intendo che abbiano detto chissà che tragedia, ma-»

«Non ha importanza. Come tu non rispetti certe cose, altri possono fare lo stesso con le tue opinioni. È così che funziona il mondo.»

«Ma non è giusto! Voglio dire, ci sono modi e modi per dire certe cose, e io... e loro... okay, ho perso la pazienza e forse sono diventata come loro in quel momento, ma... ma non è stata completamente colpa mia, mi hanno spinta a farlo.»

Bruce si alza, riponendo le scartoffie in una valigetta.

«Potrai anche essere la persona più rispettata del mondo, ma non avrai mai il cento percento della popolazione dalla tua parte. Non ti serve uno schiaffo perché non hai ottenuto il risultato che speravi, ti serve perché sei troppo paranoica e devi darti una regolata. Stai imparando a combattere il male, come pensi di continuare a farlo se ti fai buttare giù dalla minima cattiveria che potrebbero dire per provocarti?»









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Non lo so, prendetelo come una xReader, ma senza una ship.

Voglio dire, è Bruce, se vi piace okay, è un conto, ma in questo caso non è minimamente una one-shot xReader in senso romantico.

Alla fine è una one-shot in prima persona, se volete potete prenderla per un pov vostro, ecco, per il resto, buona serata, ci sentiamo.

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