What did you feel? - Jason Todd

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«Ehi Jason, avrei una domanda.» Tim dondola le gambe, seduto sul cornicione del tetto di villa Wayne «Cosa si prova quando si muore?»

Jason aspira la nicotina dalla sua sigaretta, liberando il fumo nell'aria dopo qualche secondo «Perché vuoi saperlo? Se hai intenzione di suicidarti, non voglio essere messo in mezzo.»

«Ho sentito storie su quanto eri diverso prima di... tornare. Adesso la morte sembra non spaventarti più, eppure quando è successo eri solo un ragazzino.» lo sguardo del pettirosso è fisso sul prato del giardino, a qualche metro di distanza da loro.

«Credi che avendo vissuto la morte io non ne abbia più paura?»

Tim rimane in silenzio, annuendo piano col capo.

Il più grande spegne la sigaretta contro il muro, gettandola di sotto, portandosi poi le braccia dietro la testa e chiudendo gli occhi.

«Pensi cose davvero strane, Drake.»

«Vuoi forse negarlo? Dalle tue azioni sembri non temere il pericolo.»

«Se proprio ci tieni ad avere delle risposte.» il ragazzo dal ciuffo bianco scrolla le spalle, rimanendo rilassato con la schiena appoggiata alla canna fumaria del camino «Cosa si prova quando si muore. Da dove potrei cominciare?» un sorrisetto amaro spunta sulla sua bocca «Non so esattamente cosa si provi. Sono letteralmente saltato in aria, i secondi che mi separavano dalla mia fine mi sono solo serviti per realizzare cosa stesse per succedere e prenderne pienamente coscienza.

Non te lo nego, me la stavo facendo sotto. Come chiunque, del resto. Solo un pazzo non proverebbe nulla in un momento del genere.
Ero stanco, perdevo sangue, ho cercato fino all'ultimo di salvarmi, di uscire da quella trappola. Posso dirti che è vero che ti passa tutta la tua vita davanti, le cose che non hai fatto, quelle che avresti voluto fare, le solite cazzate che dicono.
È davvero una strana sensazione realizzare che non potrai fare più niente entro pochi secondi.»

Gli occhi di Jason si aprono, guardando un punto non definito davanti a sé.

«Hai presente quando ti impegni tanto per riuscire in qualcosa, ma non ce la fai? È così che mi sono sentito quando ho capito di non avere via d'uscita, ma nessuno poteva dirmi "sarà per la prossima volta", "ritenterai e ce la farai", nemmeno io stesso potevo, quella era la mia unica possibilità, il mio unico tentativo.

Chiunque direbbe che invece sono fortunato ad avere una sorta di "seconda chance", a quante persone è capitato di tornare in vita?»

Tim può percepire la voce di Jason spezzarsi ad alcune frasi e si ostina a non guardarlo. Il maggiore aveva deciso di placare la sua curiosità aprendosi con lui e aveva il timore che, guardandolo, avrebbe rovinato il momento.

Non aveva idea se Jason ne avesse parlato con qualcuno prima di allora, il suo amico Roy era sicuramente una scelta migliore rispetto a lui, ma se fosse stato il suo primo sfogo a riguardo di quell'evento, Tim sarebbe stato più che disposto ad ascoltarlo, e non solo per avere delle risposte alle sue domande.

Jason faceva pur sempre parte di quel che ora era la sua famiglia e, fra fratelli, bisognerebbe sostenersi a vicenda, giusto?

«Non è che non ho paura di morire di nuovo.» Jason riprende la parola dopo qualche minuti di silenzio «Riconosco di essere ben diverso da allora, basti pensare a come io veda Bruce adesso rispetto a prima, ai suoi insegnamenti mandati a puttane pur di farmi giustizia da solo.»

Jason si rialza, accendendosi un'altra sigaretta.

«Non ho paura della morte per il semplice fatto che il ragazzino che ero è morto quel giorno, insieme alla speranza che qualcuno sarebbe venuto in mio soccorso.»

Jason torna dentro, lasciandosi alle spalle una scia di fumo, insieme a un Tim pervaso dai sensi di colpa per non aver tenuto la bocca chiusa.









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Non so cosa sia, non mi piace, non fate domande, non penso duri.

Buonanotte.

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