Una settimana dopo..Era stato un periodo stressante e di certo quella mattina più delle altre, ma in fin fine lo erano un po' tutte.
Era stata una settimana normale, non avevo avuto nulla, non era cambiato nulla e la mia vita continuava normalmente.
Non avevo neanche fatto incubi e inoltre non avevo rivisto il fratello di Isabelle da quel giorno.
Ero andata a lavoro tranquillamente e stranamente in tempo, mi ero cambiata e mi ero messa subito a lavoro. Quel giorno Isabelle non c'era ed ero dovuta entrare nella casa tramite il portiere, inoltre sul tavolo avevo trovato un bigliettino con su scritto: "Mia nipote non torna stasera e io sarò impegnata fino a sera tardi, per favore non so a chi lasciare Josh. Naturalmente ti pagherò adeguatamente gli straordinari. Un saluto Mrs Miller."
"Fantastico" mormorai. "Da signora delle pupizie a baby-sitter, faccio progressi."
"Beh almeno ti faccio compagnia io" rispose una voce maschile molto profonda e quasi seducente, con una punta di aspro, che mi fece prendere un colpo e mi fece sobbalzare.
"Eh?" risposi goffamente.
"Sono colui che muore di fame ed esige un panino."
"Beh, preparatelo." Dissi senza pensare a chi avevo detto cosa.
"Uhm, diretta la ragazza."
Mi girai in tutta velocità e feci cadere una specie di piccolo vaso a terra. Mi piegai subito a prendere i resti di quella povera vittima della mia distrazione, e quello strano ragazzo mi venne ad aiutare.
"Come sei sbandata"
''Oh beh tu non riesci a farti un panino da solo,no? Quindi.." Avevo detto un'altra volta direttamente un insulto a quello che sicuramente era il mio capo, ma che mi prendeva?
"Oh grazie" accennando un leggero sorriso.
"Comunque fammi quel panino, lo gradirei con maionese e prosciutto, grazie.. ah se ci sta aggiungi dell'insalata."
"Certo." Ripresi il controllo e mi calmai. Raccolsi gli ultimi pezzi di quella specie di vaso o centrotavola e andai in un cucina e guardando l'orologio mi resi conto che erano quasi le due e che Josh sarebbe tornato a momenti da scuola, così inziai a preparare qualcosa di veloce per non farmi trovare impreparata al suo arrivo. Quando Josh tornò si sedette subito a tavola, buttando per terra lo zaino e lanciando le scarpe sul divano. Mentre si ingozzava, io andai a mettere a posto la sua stanza e le sue cose, ma all'improvviso si aprì la porta.Era ancora lui, li lanciai un'occhiata davvero brutta e lui rispose con un: "no ho lasciato una cosa.."
"Fai pure, io sto pulendo." risposi con tono freddo.
"Scusa posso chiederti una cosa?" cabiando espressione..
"fa pure"
"Sembri una ragazzina, e lavori come badante? non vai a scuola?"
"ho 19 anni, dovrei andare al college ma non ho abbastanza soldi, ma anche se fosse non ci andrei, non ero un genio a scuola."
"Nemmeno io"
"E tu? Non sembri uno che ha le idee chiare nella vita."
"Qualcosa la combino."
"Bene ma ora però devo assolutamente finire qui quindi.. ar-arrivederci."
"Peccato per il panino, ci tenevo."
"scusa ho dovuto cucinare per Josh."
"Niente." e se ne andò sbattendo dolcemente la porta.
Era strano parlare con quel ragazzo di cui non sapevo neanche il nome, mi metteva in soggezione ma allo stesso tempo riuscivo a tenergli testa. Non ero mai stata una ragazza nè timida né insicura, ma con lui mi bloccavo e riuscivo a sparare solo cazzate.
Forse perché anche essendo un presuntuoso, arrogante e viziato, riusciva comunque a rispondere a tono alle mie battute, e ciò mi metteva a disagio.
"Stronzo" mormorai.Si erano fatte le 8 e stavo ancora lì a preparare la cena per due bambini. Non riuscivo a capire perché quel ragazzo non alzasse nemmeno un dito per apparecchiare o cucinare.
"Mmh pollo! Il mio preferito, grazie bethanie!" urlò Josh.
"Abbiamo scoperto il nome di questa adorabile e sottolineo adorabile sguattera!" si aggiunse lui con aria spiritosa e quasi sarcastica.
"Beh, il tuo qual'è? Osvaldo? O riccioli d'oro?" Risposi nervosamente.
"Jace. Eh comunque riccioli d'oro mi chiamava mia madre da piccolo"
"Bello."
Non dicemmo più nulla per il resto della cena ma dopo poco Josh si accorse che non avevo mangiato nulla da quando ero arrivata.
"Beth scusa ma non hai mangiato nulla oggi?"
"No Josh, ma mangerò arrivata a casa."
"No. Non puoi farlo, dalle 9 che non tocchi cibo. Se non mangi sarai stanca e io voglio la favola della buonanotte." Mi ricordava Jamie alla sua età.
"Vabbene dai, ma ora mi farò un panino."
"Quando devi andartene?" Si introdusse bruscamente.
"Spero il più presto possibile, vorrei vedere mio fratello almeno per dargli la buonanotte.. non so neanche che cosa ha mangiato a cena e se è tornato a casa."
"Lo hai avvisato che rimanevi qui tutto il giorno?" disse Josh, con un'aria che lo faceva sembrare più grande dell'età che aveva.
"Gli ho mandato un messaggio."
"Vuoi un passaggio? È tardi, non mi piace sapere che vai in giro alle 10 di sera, da sola, in una Metropoli."
"Ok."Due ore dopo..
" Si è addormentato?"
"Si, andiamo. Ho bisogno di dormire."Scendemmo nel garage ed Jace uscì fuori una porche con il tetto rimovibile. "Bella macchina" gli dissi.
"Dovresti vedere l'altra."
"Chi sei Batman?"
"No, ma lo ammiro. Vorrei essere come lui."
"Quindi ricco, potente e affascinante? Penso che tu lo sia già.''
"Wow mi trovi affascinante?"
"No no era un modo di dire! Ceh non è che tu sia brutto ma si ok, ceh.. vabbè.. insomma, hai capito?"
"Veranente no, ma fingerò che tu ti sia spiegata."
"Bene""Dove abiti?"
"Siamo vicini, alla seconda gira a sinistra. È la prima casa che vedi."
"Ok... quella blu?"
''Si''
Quando girammo per prendere la via, vidi che le sue mani si erano strette contro il volante a tal punto da romperlo. Sembrava come se volesse strozzare una persona. Mi mise paura.
"Eccoci"
"Grazie, veramente."
"Comunque ti assicuro che i panini li so preparare..." Rispose con il sorriso di un bambino che ha sporcato il divano con il succo e cerca di rigirarti la storia facendo gli occhioni.
"Vedremo"
"Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiama."
"Spero di no" e mi avviai verso il portone sentendo il rumore della sua macchina che sfrecciava via. Era veramente strano parlarci, sembrava più sbattere contro un muro. Non era sgradevole, ma neanche piacevole, una via di mezzo di amore-odio, momenti si e momenti no, un po' come Jamie.
Oddio Jamie! Non lo avevo chiamato per tutto il giorno e non sapevo neanche se fosse tornato a casa. Invece di preoccuparmi per lui, ero stata tutto il giorno a prendermi cura di un bambino di 7 anni che sapeva badare a se stesso meglio di me e di un adolescente che non sapeva neanche prepararsi un panino da solo. Ma perché continuavo a pensarci? Ora dovevo solo pensare a correre ed entrare a casa e controllare che Jamie fosse rientrato.
Cercai disperatamente le chiavi di casa e per trovarle gettai la borsa a terra gettando un urlo. Suonai al campanello ma non rispose nessuno. Riprovai una, due, tre volte. Che stesse dormendo? Impossibile, Jamie guardava la tv a quest'ora. Perché non rispondeva?
Finalmente trovai le chiavi, aprii la porta e gettai la borsa all'angolo dell'entrata e corsi verso la sua camera. Aprii la porta, e urlai il suo nome, ma lui non c'era.
STAI LEGGENDO
Can't Than With Us
General Fiction"tu sei pazzo" "sono solo ricco" Bethanie ha sempre avuto una vita difficile, tra l'occuparsi del fratellino, la scuola e la casa, non ha mai avuto tempo per se stessa. Frequenta le superiori ed è appassionata d'arte e musica e un giorno vorrebbe fa...