Capitolo XIV - Angeli caduti

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Erano forse le cinque, mi ero alzata dal divano con un forte mal di schiena ma una sensazione di benessere in tutto il corpo, si vedeva che per Jace quella non era la prima volta, come non lo era per me. Ma quella notte non mi aveva trasmesso quella sensazione che avevo sentito in precedenza con gli ragazzi che avevo avuto. Era più passionale, più coinvolgente, più travolgente, più tutto.. fu la prima volta in cui non mi sentii veramente a proprio agio con me stessa da quel punto di vista, sentivo quella sensazione sulla pelle, come se quello che era successo non mi era bastato. Su quel divano, alla buona, senza precauzioni né preliminari, era tutto troppo poco standard. In fondo non era male desiderare di più, ma di certo non potevo lamentarmi di come fosse Jace a letto.
Presi una tazza di latte e caffè con gli ultimi due biscotti della scatola. Mi misi seduta al tavolo con il quaderno dei bozzetti e una matita, guardando ogni tanto Jace che si muoveva nel sonno. Di certo neanche lui aveva dormito bene quella notte, avendo me sopra di lui. Diventai rossa al solo pensiero.
Ad un certo punto Jace si rigirò supino, con un braccio dietro la testa e l'altro appoggiato sul petto. I capelli gli andavano su un'occhio accentuando il suo viso spigoloso.
Lo guardai attentamente, poi la mia mano prese la matita e iniziò a disegnare, dai capelli fino al collo e alla schiena, arrivando ai tatuaggi sulla pancia e ancora più in basso verso le sue gambe.
Dopo circa un quarto d'ora avevo già finito.
Era perfetto. Un angelo caduto.
Mi resi conto che si erano fatte le sei e che era ora di farmi una doccia e vestirmi.
Aprii l'acqua calda e mi ci infilai dentro. Ad un certo punto sentii la porta aprirsi e vidi Jace nudo che giustamente andava a fare pipì.
"buongiorno"
"ehy" risposi
"dormito bene?" continuai
"potevo dormire meglio.. senti, potresti spiegarmi perché sono nudo e ho dormito sul divano?"
A quella domanda sbiancai. Ma come era possibile?
"Jace, sei impazzito?!"
Uscii dalla doccia più nera che mai, convinta che lui si fosse fatto di qualcosa la sera prima.
"bambolina sei bellissima nuda"
Diventai rossa all'istante e mi coprii con il primo asciugamani che trovai, ma d'altronde pure lui era nudo, quindi perché vergognarsi?
Ad un certo punto Jace si avvicinò a me, mi levò l'asciugamano di dosso e mi baciò a stampo, abbracciandomi fortissimo mi sussurrò all'orecchio "hai passato il test bambolina"
"stronzo" gli risposi. Mi misi una t'shirt extralong e un turbante fra i capelli, lanciai a Jace un paio di slip puliti e andammo in cucina.
"sono stato bene ieri sera"
"si anche io.."
"perché esiti? Non hai goduto?"
"oh no sono stata bene, ma diciamo solo che non ero abituata a farlo, così senza preavviso.."
"ma il bello è proprio questo, il non programmare le cose, mi piace fare le cose all'improvviso"
"si ho notato, onestamente quando ti ho visto alla porta ho pensato che volessi il mio divano"
"beh alla fine siamo ci capitati lo stesso"
Gli misi del caffè in una tazza e gli passai una fetta biscottata col burro che si mangiò subito.
"lo abbiamo fatto per piacere?" gli domandai.
Jace si grattò la testa e si passò le mani prima sui capelli poi in faccia.
"Non lo so, tu mi piaci Bethanie"
"Anche tu Jace, ma onestamente per me è stato solo sesso"
Jace si levò le mani dalla faccia e mi guardò. Mi si avvicinò e mi sbattè al muro, tenendomi i polsi. Mi baciò intensamente, io ansimai e lui fece altrettanto.
"Mettitelo in testa, tu per me non sei solo sesso" mi sussurrò.
"Jace.." continuavo ad ansimare ma non me ne rendevo neanche conto, perché baciarmi con lui era troppo piacevole.
"anche tu mi piaci molto ma forse abbiamo affrettato le cose" dissi mentre tenevamo le teste basse e appoggiate l'una a l'altra.
"ma perché rispettare le convenzioni?" Disse riprendendo a baciarmi il collo.
"ammetilo che anche mi desideravi, e già da un po' "
"si ok, dico solo che non ci sono abituata, non che non mi sia piaciuto."
"Bene, perché io non ti lasciò così bambolina"
Avevo una fottuta voglia di buttarmi addosso su di lui, ma qualcosa mi freneva.. anzi no, perché lo stavo baciando, ed ero effettivamente addosso a lui, che mi teneva in braccio con le mie gambe incrociate sulla sua schiena. Mi portò in camera, mi stese sul letto e mi levò la maglietta lasciandomi nuda. Mi baciò dal collo fino in basso, ad un certo punto sentii le sue mani accarezzarmi dolcemente, che piano piano si avvicinavano a me. Entrò con un dito, massaggiando arrivò fino al culmine, mentre ansimavo aggiunse il secondo, più freddo perché portava un'anello di metallo.
Subito dopo, si infilò e iniziammo a godere insieme, io gridavo, lui gemeva, lo graffiavo e lui mi baciava. Era tutto così coinvolgente che Jace urlò il mio nome svariate volte e più lui lo faceva più io gemevo ed urlavo.
Entrammo nel piacere insieme, perfettamente in sintonia, come se ci conoscemmo da sempre, come sei ormai conoscessi tutto il suo corpo a memoria, ma di fatto era così.

"Wow"
"Già..." sospirai.
"Mai stato meglio"
"Concordo"
"Ci sai proprio fare"
Quella conversione stava diventando troppo strana, non sembravamo ragazzi che si piacevano, ma più scopamici che non sanno che fare dopo il sesso.
"Jace, non possiamo fare così, ogni volta che parliamo ci mettiamo a fare sesso"
"Non è colpa mia se non riesco a starti lontano."
"Devo andare a lavoro"
"Ah si.. a casa"
"Chiederò di lavorare solo la mattina però, con la scuola non avrò tempo da dedicarti"
"Allora mi trasferisco qui, tanto sto già da due notti"
"Fa come vuoi, basta che dopo parliamo dell'aspetto burocratico .. io vado"
Mi alzai dal letto e andai a vestirmi, uscii subito di casa salutando Jace con un gesto veloce e scappai a lavoro.

CAZZO.
Ma che problemi avevo? Dio veramente mi stavo trasferendo a casa di una che conoscevo da una settimana? Ma che mi passava per la testa?
Eppure lei non mi aveva detto di no, ma il problema era come lo aveva detto, la sua voce sin dall'inizio era strana.. come se fosse in imbarazzo.
Dovevo trovare qualcosa per stupirla.. ma cosa?

Finalmente avevo finito, la signora Miller era stata buonissima a farmi uscire prima e riducendo l'orario da otto a quattro ore giornaliere che mi avrebbero permesso di studiare.
Ero in metrò, con le mie amate cuffie che sfogliavo il mio blocco.. vidi il disegno di jace, lo sfiorai con una mano e poi mi toccai le labbra arrossendo.
Eh pensare che era così perfetto.
Poi mi venne in mente la nostra conversazione e del fatto che si sarebbe trasferito da me. Che senso aveva farlo se possedeva un appartamento da milioni di dollari a Manhattan?
Onestamente pensavi che stesse scherzando, ma poi pensando a com'era fatto, mi dovetti ricredere.

Quando arrivai sotto casa notai una bellissima mercedez grigio metallizzato, nuova e lucida come uno specchio.
Vidi Jace uscire dalla portone con un sorriso a trentadue denti. "BETHANIEE!" urlò
"Ti prego non è bellissima?"
"Beh si lo è decisamente"
"La vorresti?"
"No.. preferisco risparmiare i soldi della benzina"
"Ma prendilo come regalo di benvenuto, e per ringraziarti dell'ospitalità, ma soprattutto per il tuo compleanno,  del quale non te ne frega assolutamente nulla...ma vabbè"
"ma tanto ti eri già piantato a casa mia"
Jace si girò verso di me, prendendomi per il polso e mi tirò a se, lasciandomi un bacio.. fottutamente perfetto. Era come se le nostre labbra fossero state fatte ad incastro.
Amai quel bacio.
"Facciamoci un giro!"
Mi tirò ancora più forte  e corse verso la macchina nuova.

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