Capitolo XI - Corri in camera!

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"Ottima cena"
"È la mia specialità preparare cibo con avanzi, come va con la testa?"
"Con la testa? Perché?"
"Ma ti ricordi perché sei venuto qui?"
"Onestamente no, e non ricordo neanche quando sono venuto"
"Jace sei venuto qui ubriaco e ti sei buttato sul divano, poi mi hai costretto a dormire con te a forza di capricci!"
"Ehm, non so che dire.. ho detto qualcosa di male?"
"Niente"
"Hai una faccia strana, sicura?"
"Niente, davvero. Comunque ora  dovresti andare."
"Devo sul serio? È tardi, sono venuto qui a piedi, casa mia è lontana.."
"Senti fa come vuoi, io esco"
"Esci?!"
"Hai capito bene"
"E dove? Con chi?"
"Fatti miei e fatti miei. Non sei mia madre, sono maggiorenne e vaccinata."
"Ok scusami"
"Fa niente, sono io che sto disconnessa"
"Quindi posso rimanere qui?"
"Te l'ho detto, io vado a prepararmi"

"Wow, sei bellissima"
"Ho solo una gonna e dei tacchi."
"Dove vai?"
"Ripeto, esco"
"Di certo non vai in giro con le tue amiche."
"No infatti, sei geloso?"
"Ma che dici ahaha"
"Era per chiedere, beh io vado"
"Aspetta!"
"Che vuoi?"
"Con chi esci?"
"Con un mio amico, dio Jace hai rotto!"
Jace si alzò e mi venne quasi addosso. Presi la maniglia della porta, mi sfilai dalla sua presa.
"È gay Jace, calmati." Ed uscii di casa.

Ma ero impazzito? Avevo fatto quella scenata per nulla. Ma ero stanco e intontito, così decisi di stendermi in camera di Bethanie per fare un sonnellino, anche perché il divano per quanto comodo era un po' stretto e poi lei sarebbe tornata tra molto.
Quando mi poggiai sul letto, mi levai la maglia e i pantaloni, mi rannichiai tra le coperte e mi addormentai.

"EH?" Un urlo mi svegliò di soprassalto facendomi sbattere il polso sul comodino accanto al letto.
"Ahi!"
"Sei pazzo"
"Scusa ma mi sono solo appisolato"
"IN MUTANDE, NEL MIO LETTO?!"
"oh ma che ne so.. che ore sono?"
"Le tre, e ho sonno quindi alzati e vai a dormire sul divano, subito"
"Sisi.."
"Mi vado a mettere il pigiama, quando torno voglio la mia stanza vuota."
Uscii sbattendo la porta.

"Non ci posso credere" pensai.
"Sta dormendo, e russa pure".
Mi coricai sul letto e appoggiai la testa sul cuscino.
"Ehii.." disse lui girandosi e dandomi una carezza.
"Ho sonno, fammi dormire"
"Mmh io no"
"Ci credo, hai dormito tutto il giorno"
"Non è un problema, potrei stare tutto il tempo qui, sveglio a guardarti dormire."
"Poetico, ma scusami ora vorrei dormire"
"Certo bambolina"
Mi girai dall'altra parte e chiusi gli occhi.

Sentii un profumo di caffè e di cornetto che mi svegliò. Aprii gli occhi e vidi sul comodino accanto a me un vassoio, con jace sulla porta che mi fissava senza maglietta.
"Che ore sono?"
"Le 10.30"
"OH CAZZO DEVO ANDARE A LAVORO!"
"Tranquilla, ho mandato un messaggio con il tuo telefono dicendo che non saresti andata."
"Jace, io ho bisogno di lavorare"
"Ricordati che lavori anche per me"
"Beh, questa colazione ha un aspetto fantastico"
"Modestamente"
"Pensavo fossi un cesso in cucina"
"Oh no, sono solo pigro, diciamo che mi piace cucinare per le occasioni importanti"
"E quale occasione sarebbe?"
"Oddio ma veramente non te lo ricordi?"
"Onestamente no"
"Bethanie.. è il tuo compleanno"

Rimasi immobile con gli occhi sbarrati, che lo fissavano. Non sapevo che dire.
"Oh ehm ceh.."
"Tutto ok?"
"Sisi, è che ..."
"Te lo eri dimenticato?"
"Si"
"Menomale che ci sono io qua!"
"Ma come fai a saperlo?" Dissi mentre mi grattai la testa.
"Lo so e basta"
"Dimmelo." Lo fulminai.
"Senti non è importante"
"Jace.. ti caccio di casa"
"Quando ci siamo incontrati, volevo sapere dove abitassi, così ho controllato il tuo fascicolo e stava anche la tua data di nascita."
"Ah wow.. ok io vado a fare una doccia"
"Ok"
Finii di mangiare e andai al bagno. Quando uscii sentii lo stereo con la musica sparata a cento. Corsi in salone scalza con solo un asciugamano addosso e un turbante tra i capelli.
Vidi Jace steso sul divano, ancora senza maglia, che leggeva uno dei miei libri che sicuramente aveva trovato nella libreria.
"Dove lo hai preso?"
"Dalla libreria"
"Non puoi entare in quella stanza da solo"
"Ma ci sono solo quadri e libri"
"appunto"
"Ok, lo rimetto a posto, mi spiace"
"Ormai lo stai leggendo, non posso interromperti, cos'è?"
"Bukowski."
"Wow, non credevo che leggessi"
"Oh si, e mi piace."
"Sei pieno di scoperte signor miller"
"Grazie, ma non è quello il mio cognome"
"Ah scusa e quale sarebbe?"
"Jonathan Cristofer Morgenstern"
"Ecco perché il tuo nome.. jace, carino"
"Grazie, ma orami sono Jace Miller quindi va bene così."
"Ok, Jace Miller. Sei pieno di scoperte."
"Lo so me lo dicono in molti, ma anche tu non sembri male"
"Sono un libro aperto"
"In tutti i sensi?"
"Fai veramente schifo" presi un cuscino e glielo buttai in faccia.
"Senti chi parla! Vai in giro nuda per casa!"
"Tu dormi nudo nel mio letto!"
"Che persona che sei signorina...ehm come fai di cognome?"
"Smith"
"Che schifo di persona che sei Bethanie Smith"
"Parla quello con il nome impossibile"
"No dai, non è così male"
"No anzi, è bellissimo"
"Oh grazie"
"Senti io vado ad asciugarmi i capelli" mi levai l'asciugamano dalla testa e lo buttai a terra, intanto jace mi fissava.
"Ohi.."
"Eh? Cosa?"
"Che ne so stai imbambolato"
"No niente è che.."
"Che?"
"Mi confondi"
Non sapevo che rispondere, -anche tu- , avrei dovuto dire, ma qualcosa mi bloccava la gola e lo stomaco, facendomi salire un dolore alla pancia, come se stessi cadendo da un precipizio.
"Eh io.." mi voltai e sbatteti la testa e il piede sul muro dietro di me.
"Fanculo!"
"Ohi tutto a posto?"
"Ti sembro apposto? Cazzo ho sbattuto quel fottutissimo mignolo, come faccio a stare bene?!" Imprecai e iniziando a  saltellellare su un piede solo.
Jace si alzò dal divano e mi venne in contro.
"Ah signorina Smith, non ne combina una giusta lei."
Mi prese dai fianchi e con le braccia mi sollevò mettendomi in braccio a lui. Era talmente forte che riusciva a sollevarmi con un solo braccio.
"Jace, lasciami subito"
"Sai mi sono sempre chiesto un cosa.."
"Cosa?"
"Se soffri il solletico"
"Merda"
"Fantastico"
Mi buttò sul divano e iniziò a farmi il solletico sulla pancia, tanto ridevo che tirai pugni e calci ovunque, ma lui continuava e io mi sentivo bene.
"Ti prego sto morendo!" Dissi cob l'affanno in gola.
"Solo perché se muori non potrò rifarlo"
"Ora potrei andare a vestirmi?"
"Tutto quello che vuoi bambolina"
"Smettila di chiamarmi così, solo perché sembro piccola non significa che lo sia." Dissi alzandomi dal divano, rendedomi conto che l'asciugamano stava per cadere.
"Corri in camera" disse lui.
Mi guardai e mi tenni l'asciugamano con la mano.
"Direi che è meglio"


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