Capitolo XIX - Addio cara

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due mesi dalla prima chemioterapia

Quando mi svegliai era tutto buio.
Erano le 4 di notte. dopo la chemio della sera prima volevo solo morire,
Jace quella sera era rimasto a dormire nell'appartamento a Manhattan, che dopo esser usciti dall'ospedale aveva deciso di vendere, ma visto che per ora non aveva avuto offerte, ogni tanto doveva andarci per sistemare delle pratiche. Negli ultimi mesi Jace era totalmente cambiato, non era più il ragazzo irresponsabile e incurante che avevo conosciuto mesi prima, era molto più responsabile, si prendeva cura di me e della famiglia, con la quale non si sentiva molto. L'unica con cui ero rimasta in contatto era Isabelle che ogni tanto mi faceva una chiamata o mi veniva a trovare soltanto quando sapeva che Jace con c'era in casa, ma niente di più. Ma sapevo del periodo che stavano passando entrambi e non avevo voglia di infierire con i miei problemi. Jace se la stava cavando da solo, era un uomo d'affari e allo stempi studiava, io invece stavo a casa tutto il giorno.
Feci per alzarmi ma avevo un tubo ficcato nel braccio che mi impediva di alzarmi senza portarmelo dietro "Vabbé, la pipì la devo fare comunque" pensai.
Andai al bagno e mi sciacquai il viso, mi guardai allo specchio e vidi una ragazza bassina e magra, con i capelli castani e gli occhi grandi. Ma quella ragazza non potevo essere io, non mi assomigliava. Aveva la pelle bianca, la bocca sottile e il colore dell'iride che non era più cervone intenso, quasi spento. le braccia erano così minute che non riuscivo nemmeno ad appoggiarmi sul bancone. avevo almeno 3 flebo attaccate alle braccia.
Poi mi toccai i capelli, erano così fini che quasi cadevano e si potevano prendere a ciocche. quella allo specchio non ero io, non potevo essere io. abbassai la testa e mi dissi:

"Ora basta"

Rialzai le testa e mi riguardai allo specchio.

Corsi in camera, presi un vecchio borsone e ci misi dentro qualche vestito, spazzolino e un pettine. Mi vestii in fretta mettendo un jeans con una maglia bianca e una camicia da sopra. Poi presi una cassetta che si trovava sotto al letto in cui tenevo tutti i soldi che mi ero risparmiata per il college ma che ora non servivano più. Gli misi in valigia, con il cellulare e le chiavi della macchina. Poi presi le chiavi di casa e andai alla soglia della porta. prima di chiudere mi girai e le diedi uno sguardo per l'ultima volta.

"Addio cara"

Una volta giù presi la macchina e me ne andai ad un concessionario di auto.
sulla strada però mi resi conto che erano circa le 5 di mattina e che non avevo tempo di aspettare l'apertura. Così cambiai strada e andai all'aeroporto.

"Mi spiace signorina ma l'unico volo disponibile è fra due ore"
"Ho detto che aspetterò, ora mi dia il biglietto"
"Ma signorina per andare in Australia c'è bisogno di un visto!"
"Devo fare solo una vacanza!''
''Glielo farò adesso, ma non voglio reclami quando arriverà in Australia e non glielo accetteranno, perché mancano dei dati."
"Non mi interessa, me lo faccia e basta"

Tre ore dopo

"attenzione, il volo partirà tra pochi minuti" disse l'hostess.
io intanto avevo due cuffiette e un libro in mano.
"ehm, salve" disse una voce maschile alla mia destra, toccandomi la spalla.
"A quanto pare passeremo le prossime 23 ore insieme" continuó lui. Io lo guardai ma non risposi.
"Che leggi? Se posso darti del tu.."
"Wilde" risposi levandomi una cuffia
"Oh stupendo! Amo Wilde! È così rivoluzionario e così squisitamente folle!"
"Infatti, non avrei saputo dirlo meglio" replicai un po' stupita.
"Piacere Martin"
"Bethanie, ma Beth basta"
"Piacere beth, come mai in volo per l'Australia?"
"È complicato"
"Abbiamo tanto tempo per parlare !"
"No seriamente ora non mi va, dimmi tu invece"
"Sto andando in cerca di mia nonna"
"Oh ma che bello!"
"Mia mamma mi ha detto che non la vede da quando sono piccolo e Cher ha bloccato tutte le lettere che mi inviava "
"Come mai?"
"Hanno sempre avuto un brutto rapporto, mia madre è molto esaminatrice e ordinata nelle sue cose, mia nonna mi ha detto che è uno spirito libero" prese un respiro e continuò.
"Mi ha detto che è scappata di casa per fare la ballerina, era un hippie classica degli anni '70 e ha conosciuto e sposato mio nonno molto giovane, lui è morto poco prima che io nascessi e lei è come impazzita, ha cambiato città e numero e quando ha scoperto di avere un nipote mia mamma non voleva più sapere niente di lei"
"È una storia affascinante" dissi con gli occhi mezzi lucidi.
"Ora che sei in viaggio, per conoscere le tue origini.. È fantastico"
"Ah dici?" Disse lui con un tono triste
"Ma certo! Quali avventure ti aspettano in Australia!"
" Mia mamma è malata, vuole vedere mia nonna prima di morire e mi ha chiesto di andare a cercarla, so che vive a sud di Sidney è che si chiama Samara Jones"
"Potrei venire con te"
"Eh?! Scusa ma non hai niente di meglio da fare ? Non dico che mi dispiacerebbe ma... Che sei venuta a fare qui?"
"volevo cambiare aria"
"Ah capisco, la vita Newyorkese non è per tutti"
"No, non lo è"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 23, 2015 ⏰

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