Capitolo 3.

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Il fattorino Min Yoongi, il super uomo delle consegne a cui rimaneva un un ultimo pacco.

Yoongi si diresse verso l'altro corridoio, stropicciandosi gli occhi lentamente, desideroso solo di tornare a casa. Mai il numero 29 era stato così minaccioso, come premonitore di un altro pazzo con cui avere a che fare.

Si avvicinò a passo felpato alla porta, controllando attentamente il piccolo bonsai di un verde rigoglioso posto alla sinistra di essa. Lo prese in mano e lo girò e rigirò, cercando un tastino o comunque qualcosa di sospetto. Nulla, a quanto pare era del tutto nella norma.

<<Stai per caso importunando il mio piccolo Ambrogio?>>

Yoongi emise un urletto poco virile quando qualcuno lo sorprese da dietro. Era un ragazzo. Aveva dei bellissimi capelli neri, acconciati in maniera elegante. Indossava pantaloni scuri senza neanche una piega e una camicia bianca. Le maniche di quest'ultima arrotolate. La mano sinistra piena di anelli, al collo una colannina con il simbolo omega in ferro.

Un aspetto sofisticato completamente in contrasto con le parole strane appena dette. Il ragazzo aveva tra le mani una tela bianca, di dimensioni abbastanza grandi. Era alta quasi quanto Yoongi, il che non era troppo strano, visto che il nostro fattirino non era affatto di grande altezza.

<<S-Scusami? Ambrogio?>>

Una vocina nella testa gli diceva di depositare il pacco e di correre subito via. E in fretta anche. Gli urlava di non mettere mai più piede lì dentro, di tornare da suo marito e di fare quel bellissimo dannato bagno caldo con lui.

<<Ambrogio, il mio bonsai. Non dovresti mancargli di rispetto, sai? Lo stavi palpeggiando senza il suo consenso, chissà... potrebbe rivolgersi al "CAPA" e potresti scontare una pena di ben 10 anni in prigione. Non ci sono tipi molto simpatici lì, non c'è neanche il famoso budino al cioccolato...>>

Il ragazzo appoggiò la tela sul pavimento, controllando attentamente che il pavimento fosse pulito. Mentre Yoongi, che non sapeva cosa fare, si dondolava sui talloni, gli occhi sul bonsai ancora tra le sue mani.

<<C-Capa?>>

<<Si, CAPA. Comitato Aiuto Piccoli Alberi.>>

Il fattorino mise lentamente la piantina al suo posto originario, dandogli con l'indice una serie di piccole pacche sulle foglioline verdi.

<<Ho il suo pacco amazon...>>

Ma dove sono finito? In un manicomio?

<<Oh certo, aspetti un secondo che apro la porta. Come vede ho le mani piene, le dispiacerebbe tenere insieme al pacco pure la mia tela? Mi da fastidio vederla sul pavimento.>>

Yoongi deglutí, sentendo una gocciolina di sudore scorrergli sulla fronte, la bocca secca per l'ansia. Il suo sesto senso gli diceva di non fidarsi, era un tipo decisamente troppo strano.

Ma... non poteva essere più strano di quel Jeon Jungkook, giusto?

<<Ok, mi dia pure.>>

L'uomo passò a Yoongi la tela, estrasse una chiave dalla tasca e aprí la porta. L'appartamento era immacolato. Tutto era perfettamente in ordine, sui toni del grigio e del bianco. La struttura era uguale a quella dell'appartamento numero 30, ma senza il caos che accompagnava il salotto dell'altro, appariva del tutto diversa.

<<Entri su, veloce. Non ho tutto il tempo del mondo.>>

Yoongi controllò prima il nome sull'appartamento, per essere sicuro fosse la casa giusta. Kim Taehyung lesse, poi entrò lentamente.

<<Metta entrambe le cose sul divano, grazie.>>

Il fattorino seguí alla lettera le istruzioni, posando dolcemente i due oggetti sul divano grande e azzurro chiaro lì vicino.

Si bloccò quando sentí il rumore metallico di una serratura che scatta.

Girò lentamente la testa in tempo per vedere Taehyung rimettersi la chiave in tasca, appoggiando la schiena alla porta ormai chiusa a chiave, con un sorrisetto cattivo sul volto.

<<Ora, le andrebbe di aiutarmi con una cosuccia?>>

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𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐞 𝐡𝐨𝐛𝐛𝐢𝐞𝐬 | 𝐓𝐀𝐄𝐊𝐎𝐎𝐊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora