18 - Gulf lascia Mew

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Pov Gulf

Oggi siamo già al secondo giorno del servizio fotografico di Mew, ed io mi sto veramente abituando a svegliarmi ogni mattina accanto al mio uomo… e poi il fare l’amore con lui al mattino appena svegli, è la ciliegina sulla torta… è proprio vero il detto ‘ il buongiorno si vede dal mattino’.

Ora che sono finalmente da solo in stanza, devo sbrigarmi, perché voglio subito iniziare a disegnare qualche bel fiore… perché i giorni stanno passano in fretta, e finisce che al termine della vacanza non avrò combinato nulla di buono.

Ma prima voglio passare dal set fotografico per portare un caffè al mio amore… sicuramente non avrà preso nulla perché era in ritardo…
Mi faccio la doccia… mi vesto comodo ed esco di corsa dalla stanza con lo zaino pieno di colori e fogli per disegnare.

Sono al settimo celo per la felicità… tutto è perfetto… Mi sto dirigendo al chiosco per le colazioni… prendo due caffè e faccio per dirigermi verso il set fotografico quando mi ritrovo davanti all’unica scena che non avrei mai voluto vedere.
All’improvviso perdo la forza nelle braccia, e i due caffè mi cadono a terra rovesciandosi sulla strada.

I miei occhi si riempiono di lacrime, che incominciano a scendere sempre di più.
Mi porto una mano al petto, perché non riesco a respirare e il cuore sembra che non mi batta più… anche le gambe perdono la forza e finisco quasi a terra…

Davanti a me c’era Mew assieme al suo ex… all’inizio sembrava che lui  lo stesse rimproverando, ma pochi minuti dopo ho visto Tar che tirava verso di se il mio Mew e lo baciava… ma la cosa peggiore è aver visto che Mew rispondeva al suo bacio…

Come ha potuto farmi questo… in stanza aveva giurato di amarmi e che non mi avrebbe mai tradito… ma quel bacio… il suo sguardo verso Tar dicevano altro.

Devo andarmene da qui… ora non voglio vederlo… non voglio sentire le sue scuse.
Devo fare i bagagli e ritornare a casa mia per riordinarmi le idee… perché se ora vado da lui credo che lo prenderei a pugni in faccia fino al giorno dopo.

Chiamo un taxi e vado diretto a casa mia.
Appena entro in casa e vedo mio fratello Poul, gli corro subito tra le braccia e scoppio in lacrime.
Racconto tutto l’accaduto a Poul…e lui avrebbe voluto correre da Mew per riempirlo di botte, ma lo fermo, dicendogli che avevo bisogno del suo aiuto per lasciare la città e allontanarmi da Mew.
Poul è d’accordo con me e mi aiuta a preparare la valigia con tutto il necessario.

Mi sarei trasferito per un po' di tempo a casa della zia Violette, che viveva nella città di Saint Andrews, vicino alla costa.

Mio fratello mi aveva promesso di non farne parola con San e tanto meno con Mew.

Volevo stare lontano da lui per schiarirmi le idee e capire cosa dovevo fare del nostro rapporto e se sarei stato in grado di accettare le sue spiegazioni e le sue scuse.

Poul mi acquistò il biglietto del treno e mi diede un po' di soldi.

Prima di andare alla stazione ferroviaria, passai in caffetteria per avvisare il proprietario che dovevo licenziarmi a causa di un grave problema famigliare. Il capo non mi fece domande… mi pagò le giornate di lavoro che ancora mi doveva saldare, e ci salutammo con un abbraccio.
Mi disse che se in futuro avessi voluto ritornare a lavora qui in caffetteria, lui mi avrebbe accolto a braccia aperte, perché mi considerava come un figlio.

Salutai tutti e risalii sul taxi che mi portò in stazione.

Per tutto il viaggio sul treno, non feci altro che guardare le poche foto che avevo fatto con Mew… le lacrime mi continuavano a scendere senza mai smettere, fino a quando non mi addormentai.

Arrivato a destinazione, trovai la Zia Violette che mi aspettava a braccia aperte… Non mi vedeva da più di 4 anni, ed io ero molto cambiato da allora.

Dal mio arrivo a casa della Zia, era ormai passato quasi un mese, e non avevo mai contattato Mew, che sicuramente stava dando di matto, perché mio fratello mi teneva aggiornato su tutti i suoi movimenti.

Poul mi diceva che lo chiamava ogni 2 giorni, per sapere se mi aveva sentito e se stavo bene, ma soprattutto se sapeva dove mi trovavo.
Ma mio fratello seguiva alla lettera le mie istruzioni e non informava né Mew e né San sul luogo dove mi trovavo.

A dire il vero Mew mi mancava da morire, ma non mi sentivo ancora pronto ad affrontarlo… e poi qui avevo trovato lavoro presso un albergo, come receptionist, e mi piaceva anche molto più della caffetteria.

La Zia mi trattava come un figlio, ed ero riuscito anche a farmi dei nuovi amici… cominciava ad essere tutto più facile e l’idea di tornare a casa da mio fratello non era così sicura.
Mi serviva ancora tempo… ma più il tempo passava più non volevo tornare.

FOTOGRAFANDO UN SOGNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora