25°p. ...e un po' di pace

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Pov Ryouta:

La sera andammo a dormire presto, stanchi dalla giornata trascorsa e dalle mille risate, che in quel momento, erano state rilassanti e liberatorie.

Mi addormentai con lei.

C'era meno imbarazzo ormai, addormentarci uno accanto all'altro era diventata una routine piacevole e più significativa di ogni altra parola.

Come i "Ti amo"...

La frase, in tutta la sua semplicità e bellezza, non era stata ancora mai pronunciata da nessuno dei due...

Mi riterrei colpevole di ciò, essendo stato io ad impedirglielo, la sera del suo diciottesimo compleanno.

Non perché non l'amassi o altro, ci mancherebbe.

Semplicemente non mi era sembrato il momento giusto...

E anche se sentir nominare tale parola dalle sue labbra poteva esser lo spettacolo più incantevole che la vita potesse donarmi, continuai imperterrito a pensare che lo scenario all'ora, non fosse quello giusto.

Il giorno in cui le nostre parole si sarebbero scontrate sarebbe presto arrivato, ne ero sicuro.

E io avrei aspettato, proprio come stava facendo lei, assecondandomi.

Il "Ti amo" poteva aspettare...

In quel momento ci accontentavamo degli sguardi, delle carezze, dei baci e dei sorrisi...

Il solo far incrociare i nostri sguardi, fissando uno gli occhi dell'altro fino a quasi leggergli l'anima, valeva più di ogni altra parola d'amore...

E lei pur non vedendomi, riusciva a toccare la mia anima fino in fondo, accarezzandola come solo un angelo sa fare.

Si, lei era il mio angelo, la mia unica via d'uscita.

Lei era semplicemente Sakura, una ragazza solare, artistica, divertente, generosa...

Era lei... la mia Sakura, la ragazza a cui avrei donato il mondo...

Le avrei donato la vista per ammirare il mondo.

Un mondo che visto con altri occhi si potrebbe comparare al calpestare una merda...

Ma che con i suoi occhi, prenderebbe tutt'altra forma e espetto.

Lei era la luce che illuminava questo mondo...

E lo sarà per sempre...

"Presto illuminerai il mondo più di quanto già lo fai..." sussurrai nel dormiveglia, lasciandomi andare ad un sonno profondo e liberatorio subito dopo.

Pov Sakura:

"BUONGIORNO MONDO"

Quella mattina ero particolarmente felice.

Saltellavo qui e lì per la stanza, inciampando ogni tanto in alcuni oggetti ancora non identificati al meglio dal mio radar.

In sottofondo, la voce divertita e allo stesso tempo preoccupata di Ryouta mi diceva di fermarmi, di fare attenzione.

Inutile dire che in quel momento ero inarrestabile.

Ero entrata nel mio status di felicità e nessuno poteva sbloccarmi.

Dirigendomi verso la voce di Ryouta, iniziai ad inseguirlo, rincorrendolo per la stanza.

Le risate erano infrenabili.

Un po' di felicità di prima mattina fa sempre bene in fin dei conti.

Cademmo sul letto poco dopo, io per prima, trascinando poi Ryouta con me.

Stesi a pancia all'aria intenti a fissare il nulla, le nostre risate vagavano ancora libere per l'intera stanza.

Un momento di libertà che ricorderò per sempre.

Mi risvegliai dai miei pensieri sentendo qualcuno bussare alla porta e Ryouta alzarsi per controllare chi fosse.

"Hey! Finito di fare casino? Cercavo di dormire ancora un po'".

La voce assonata di Amaya mi fece saltare dal letto, correndo verso di lei per abbracciarla.

Un mugolio misto tra sonno e felicità fu la risposta di Amy, che poco dopò ricambiò l'abbraccio sbadigliando.

"Si si si. Buongiorno anche a te scimmietta"

"Hey!" risposi con tono finto offeso, staccandomi dall'abbraccio e mettendo una sorta di broncio.

Questo fece ridere Amy che, accarezzandomi, iniziò a tornare in stanza con il suo solito passo assonato.

Subito dopo sentii la porta chiudersi.

"Perfetto, dopo il buongiorno è tempo di prepararci".

Ryouta sembrava esser stato contagiato dalla mia gioia.

Sorrisi e iniziai a saltellare come una bimba felice per poi cominciare a decidere cosa indossare per la giornata.

Ovviamente aiutata da Ryouta.

Aveva un ottimo stile e buon gusto, mi divertiva ogni tanto fargli scegliere alcuni outfit per me.

Proprio come quel giorno e come sempre, aveva azzeccato in pieno il tutto.

Un vestitino giallo canarino non troppo lungo, abbinato ad un paio di calze bianche con su delle margheritine e il mio paio di All Star preferito, ovvero quelle gialle.

In seguito aveva abbinato una borsetta bianca con su cucita una piccola margheritina.

E come ultimo dettaglio, la mia collana preferita.

Era molto semplice, in oro e come ciondolo portava una piccola tavolozza, anch'essa in oro, ma non completamente. Piccoli dettagli su di essa erano di vari colori diversi, ovvero le tempere poste solitamente su una tavolozza utilizzata.

L'insieme era splendido secondo la mia immaginazione.

Il giallo era uno dei miei colori preferiti.

Era capace di darmi un senso di gioia e pace incomprensibile a chiunque altro se non a me.

Era un po' come un porta fortuna, esattamente come la collana che avrei portato quel giorno.

Che la fortuna fosse dalla mia parte?

Beh...

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