19°p. Al mio fianco

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Pov Ryouta:

Non poteva essere davvero lui, era impossibile.

Le mie mani cominciarono a tremare quando sentii nuovamente il mio nome uscire dalla sua bocca, cominciando ad accettare il fatto che quello fosse davvero mio fratello.

Indietreggiai quasi impaurito, continuando a far riaffiorare domande su domande, accompagnate da ricordi dolorosi che avrei voluto solo dimenticare.

"C-che ci fai q-qui?..." domandai a quella figura che mi incuteva paura come non aveva mai fatto.

Takashi mi guardava ancora con volto stupefatto.

"Vivo a Parigi da ormai quattro anni -disse continuando a guardarmi- ma da uno che ha abbandonato la famiglia, non potevo spettarmi molto" quest'ultima frase uscì dalla sua bocca con disprezzo.

Non era così.

"Vive con me da quattro anni. La storia è complicata" Intervenne Ren mettendosi davanti a me, per calmare la tensione appena creatasi.

Ci fu un silenzio che sembrò eterno.

"Hai abbandonato mamma e papà... -mio fratello abbasso la testa pronunciando queste parole, mentre Ren alzò un sopracciglio incredulo- li hai lasciati soli e hai fatto finta di niente"

"Non è vero" risposi istintivamente.

"Hai anche la faccia toste di dire che non è vero? Tu li hai abbandonati"

"Ti sbagli non è così"

"Tu te ne sei andato!"

"Tesoro calmati, aspetta!" la donna che era con lui cercò di fermarlo in vano, mentre teneva il bambino di prima tra le braccia.

Feci no con la testa ma lui non si fermò.

"Tu hai abbandonato tutti noi!" urlò mio fratello, cominciando a venire nella mia direzione.

Non era vero tutto ciò, che cosa mai gli avevano ficcato in testa quei vecchi di merda?

Che cosa avevano intenzione di fare? Mettermi contro anche mio fratello?

No no, non ci sarebbero riusciti.

Mentre lui si avvicinava furioso verso di me e Ren mi si metteva davanti per fermarlo, una bomba colma di rabbia esplose in me.

"MI HANNO CACCIATO LORO!" urlai in faccia a mio fratello, attirando l'attenzione di varie persone attorno a noi.

"Loro mi hanno abbandonato! A quattordici anni!"

Tutto si fermò all'istante e un silenzio tombale colmo di incredulità si fece spazio tre me e lui.

"Non può essere..." Takashi pronunciò queste parole, indietreggiando di un passo e alzando la testa nella mia direzione.

"Sono balle non può essere, non lo avrebbero mai fatto..."

"E' una storia lunga, possiamo parlarne con tranquillità da un'altra parte?" intervenne Ren cercando di tranquillizzare il più possibile la situazione.

A quella domanda la mia risposta fu solo una.

Presi il mio giacchetto e il mio zaino poggiati sulla sedia e senza guardare nessuno negli occhi me ne andai, dirigendomi in Hotel seguito da Ren che cercava di fermarmi.

Le ultime parole che sentii furono quelle di Sakura che mi chiamava, ma non riuscii a girarmi.

Stavo combinando un casino.

Questi miei problemi familiari avrebbero potuto rovinare il viaggio, e con esso quell'opportunità...

Non poteva capitare.

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