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Mentre tornavo a casa mi sentii strana. Avevo le palpitazioni, sudavo freddo e tremavo. Era una sensazione alquanto fuori dal normale, però mi sentivo a disagio.

Guardavo le case, la strada percorsa per anni, le persone che vedevo sempre come estranei, come pericolose. Attribuivo quella città ad una fonte di pericolo.

Qualcuno mi faceva vedere il pericolo.

Non mi ha fatto niente, potrebbe anche pensare che non l'abbia riconosciuta. Mi dicevo queste semplici frasi che avevano un senso logico, erano razionali, ma qualcosa di brutto stava per capitare nella mia vita, lo sentivo girare nell'aria.

Dopo due settimane di relax si dovette tornare a scuola, con poco entusiasmo.

Raggiunsi il bar che sostava davanti al grande edificio dalle belle vetrate che raggiungevano il cielo. Attraversai la strada.

Una macchina di colpo si fermò davanti a me, anzi, sembrava che volesse proprio investirmi.

Sbattei le mie mani sul parabrezza arrabbiata.

"Ma che cosa fa?!"

Clarissa scese dell'auto.

"Questa strada e proprietà privata o per meglio dire è off limits per le persone come te che non salutano."

"Ma quando non ti ho salutata?" dissi andandole dietro. Facciamo finta di niente, speriamo che se la beva.

Lei si voltò e mi guardò dritta negli occhi.

"Pensi che sia scema?"

"No." dissi titubante.

"Bene. Tu mi stai evitando signorina. E le persone che mi evitano finiscono sulla mia lista nera."

"Sono certa che anche tu eviti persone."

"Quindi confermi il fatto che mi stavi evitando, Anita."

"Cazzo, mi ha fregata." dissi più che altro tra me.

"Nessun problema, cara. Ma tranquilla che non la passerai liscia e in più, io evito le persone per una giusta causa."

Rimanemmo a guardarci dritte negli occhi e come una pozione magica, che ti fa agire involontariamente, la baciai. Cazzo! La baciai. Le sue labbra avevano un sapore dolce con un pizzico di amarezza, forse perché non si aspettava la mia azione. Erano morbide e avvolte da un lucidalabbra di qualità superiori a quelle che io mi potevo permettere. Erano un po' bagnate, ma percepivo la secchezza, contemporaneamente.

Era stato un gesto d'amore o di sopravvivenza?

Lasciai entrare lentamente la mia lingua per sentire il sapore della sua bocca. Se le sue labbra erano così saporite, anche dentro doveva essere lo stesso. Ma fu tutto diverso. Era freddo, insapore, come se quella zona non fosse viva. Una terra desolata che, involontariamente, volevo coprire con il mio calore. Quel posto era la vera Clarissa, ma lo capii molto tardi. Lì dentro c'erano le spine, l'odio che lei trasmetteva attraverso le parole. Ebbi un piccolo sussulto.

Mi staccai di colpo.

"Cosa c'è ciliegina?" chiese con tono cattivo, ma cercando di nascondere quello che ormai aveva fatto trasparire. Io però ormai ero legata a quella donna, ero nella sua ragnatela.

"N... Niente. Io... Credo che debba andare a scuola."

"Tu credi?"

No... No...

Ebbi il mio primo rapporto sessuale, in più con una donna.

______

Ora eravamo in due e i nostri corpi presero ad agitarsi in contemporanea, mentre fuori, dalla grande vetrata, i palazzi iniziavano a spegnere le loro luci.

La mia bellissima Clarissa, la mia bellissima Sugar Mommy.

My Beautiful Sugar MommyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora