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Credo che innamorarsi sia una cosa importante, ti insegna a capire le persone e a rispettarle.

Ma Clarissa non la pensava nello stesso modo. Le persone le amava come si ama un oggetto nuovo e dopo la novità lo si butta via.

Così trattava le persone con cui si rapportava o, per meglio dire, con le persone prima di me. Con la vostra dolce e ingenua protagonista aveva altri progetti in mente.

Era un altro semplice giorno, in cui cadevano poche foglie e crescevano i frutti di stagione. Come ogni mattina che si rispetti ero a scuola ad annegare nelle lunghe spiegazioni dei professori e in tutti i modi cercavo di non affogare, salvandomi nei miei film mentali.

Che gran donna, che bella e che sogno incredibile girare per la città al suo fianco. È un vero e proprio film.

Non mi sembrava vero e forse sarebbe stato meglio così, ma il destino aveva riservato per il mio futuro una serie di sfortunati eventi.

La campanella suonò e io corsi fuori. Passai in fretta vicino a Carol, ma non la salutai. Lei poi mi raccontò che si era fermata e mi aveva guardato fino a quando non scomparvi all'uscita.

Appoggiata alla sua auto mi aspettava Clarissa. Che gioia. Salimmo in auto e partì a tutto razzo.

"Oggi ti porto in un bel posto. Ti piacerà."

"Non vedo l'ora." le dissi contenta.

Si voltò a guardarmi per un paio di secondi e fece passare tra le dite una mia ciocca di capelli lunghi. Riprese a guardare la strada.

Cosa volevo di più dalla vita? Ero in auto con la donna più bella del mondo e nessuno me l'avrebbe potuta portare via.

_____

Raggiungemmo una grande, anzi, immensa villa antica, dalle vetrate colorate che all'interno dell'appartamento creavano luci di vario tipo. Era sinistramente elegante, entrando sembrava che nascondesse un segreto. La ragione per cui ero qui.

"Potrai venire qui con me quando vorrai." mi disse.

"Davvero?" chiesi contenta.

"Proprio così." rispose mostrando uno dei suoi bellissimi sorrisi.

Mi mostrò le diverse stanze. C'era una grande biblioteca, un salone che non aveva né un inizio e neppure una fine, a momenti, tre camere da letto, tre bagni, una mansarda, un vivaio, una bella cucina e un salottino ben fornito di tv mega polliciata (avrà avuto più di 500 pollici), un grande stereo ( non serviva andare in discoteca) e infine un bel giardino circondato dalla casa. Era davvero bella. Come la sua proprietaria.

Ci sdraiammo sul letto e mi prese stretta fra le sue braccia.

"Sono contenta di non essere tua mamma." disse all'improvviso.

Avevo nascosto il volto tra i suoi seni assaporando il suo profumo un po' amaro, ma molto buono, lasciandomi cullare da quelle bellissime forme di cui era dotata.

"Perché?"

"Perché posso amarti in modo diverso e toccarti in modo diverso."

Non era una frase romantica, per niente, il modo in cui lo disse era possessivo, ma non ci feci caso, avevo occhi e orecchie pieni di prosciutto.

Alzai lo sguardo verso di lei e per la prima volta i nostri sguardi si incrociarono per davvero. Era come se ci stessimo studiando e fu un momento molto intenso, sincero, coinvolgente e spaventoso. Mi sentii snudata e vulnerabile. Avrei tanto voluto sapere cosa avesse provato lei.

My Beautiful Sugar MommyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora