Àgape

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Àgape in greco antico: ἀγάπη

cos'è l'àgape?
Il filosofo greco Platone, così come altri filosofi, usava il termine àgape proprio per riferirsi all'amore assoluto  ma differenziato dall'eros, che è quell'amore o sentimento appassionato e sensuale verso un'altra persona.
Àgape si riferisce all'amore che una persona dà a un'altra in modo disinteressato e, a volte, sacrificale; per il quale tutto è dato per sostenere e rendere felice l'altro attraverso una buona cura e affetto, che dovrebbe essere pagato allo stesso modo, anche se non sempre accade.
Invece, Eros è riconosciuto come il dio greco dell'amore. Cioè, quell'amore che si esprime attraverso la passione, l'attrazione fisica e l'estasi che si sperimenta nel momento in cui inizia una nuova relazione o infatuazione romantica.
L'amore di Eros è condizionato e non dura. Quindi, i due termini sono differenziati.

ed è anche per questo che ho scelto di dare il nome di Selene alla protagonista

che collegamento c'è tra il nome Selene e l'àgape?

Selene era la dea della luna, il suo significato era ancora più grande per gli antichi greci. Oltre ad essere la dea della Luna, portava anche la luce alle persone e risplendeva sulla terra.
una notte, mentre brillava bianca e algida sulla valle di Olimpia, Selene vide un bellissimo giovane, di nome Endimione: un pastore che al calar del sole fa riparare le sue greggi in una grotta del monte Latmo. Affascinata dalla sua bellezza, Selene si innamora perdutamente di lui e con la sua luce entra nella grotta. Anche Endimione è subito catturato dallo splendore della Dea d’argento vestita. Ma Endimione è un semplice umano, mentre Selene è una Dea, quindi immortale, inoltre ha un compito da portare a termine: deve continuare il suo viaggio, ha solo poche ore per portare il carro a destinazione, verso Ponente, dove si tuffa ad ogni alba nelle acque fredde di Oceano, le quali ogni giorno rinnovano lo splendore della sua pelle morbida e candida.
Selene però è affranta, vuole rivedere il bellissimo mortale, lo vuole rivedere per sempre. Non sopporta l’idea di vivere l’eternità senza di lui e chiede pietà a Zeus. Questi accoglie il suo desiderio e stabilisce che Endimione dormirà per sempre, Selene lo andrà a trovare ogni sera nella stessa grotta, dove lo sfiorerà, l’osserverà, lo bacerà. Endimione, per contro, diverrà l’oggetto eterno di un amore divino, un amore immobile, inerte, ma sempre giovane e bello. Dormirà con gli occhi aperti, in modo che il mondo possa ammirare in eterno la meraviglia del suo volto.
E così Selene continua ogni notte a visitare Endimione, così come ogni notte la Luna solca il cielo stellato.
Endimione ancora dorme in quella grotta del monte Latmo, dove gli dei lo hanno deposto. Ancora sogna quell’amore lucente che lo stregò in una sola, singola notte, e ancora fissa con lo sguardo immobile lo splendore argenteo della Luna che si staglia nel profondo cielo blu.

l'amore tra Silene e Endimione secondo me era l'àgape, per questo ho deciso di ricreare un po' questa atmosfera creando una versione alternativa e moderna di Silene e Endimione,spero di riuscirvi a portarvi dentro la storia.

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