- dai Sele svegliati è da due ore che ti chiamo -
mi urla all'orecchio Carola mentre mi scuote la spalla insistentemente, stropiccio gli occhi sbuffando e cercando di inquadrare meglio la sua faccia.
perché Carola mi ha svegliato?!
- oh ma che ore sono - mi lamento mentre cerco di spostarla inutilmente, lei mi manda un occhiata stufa e piena di esasperazione
- le sei -
dice sbuffando mentre la sua mano non smette di scuotermi la spalla.
La guardo malissimo mentre cerco di elaborare ancora le parole appena dette.
- e tu mi svegli alle sei per cosa!?- mi sistemo meglio nel letto cercando di riprendere le coperte
- alle sette abbiamo palestra e alle sei e mezza dobbiamo essere in sala relax per posare i borsoni -
dice mentre mi schiaffeggia le mani per non farmi prendere la coperta
- e così dopo che finiamo palestra andiamo subito a classico-
finisce mentre mi guarda scocciata.
- umh capito- sussurro facendo finta di averla seguita
-dieci minuti e arrivo-
dico richiudendo gli occhi , e godendomi di nuovo il calore del cuscino.
lei mi guarda esasperata ma poi un sorriso furbo prende posto sul suo viso, che ha in mente?
- va bene ma io vado quindi dopo dico ad Albe di chiamarti -
mi dice serenamente sapendo già la mia reazione e mentre sta per voltarsi apro gli occhi di scatto e balzo in piedi
- a pensarci bene non ho più sonno vado a sistemarmi-
sbadiglio e raggiungo il bagno con le risate di Carola in sottofondo.
Dopo essermi sistemata entro in cucina e mi siedo accanto a Nunzio che ancora con la faccia assonnata sta mangiando dei biscotti, appena mi vede mi sorride e mi fa spazio nel tavolo
- buongiorno bellissima - mi dice porgendomi il caffè,
gli sorrido gentilmente e bevo il caffè accompagnato da due biscotti, conoscendomi se non mangio ora potrei morire di fame dopo.
- Io sto andando tu vieni con Nunzio?- mi urla Carola mentre prende il borsone e si avvia fuori.
le urlo un sì di risposta mentre toccandomi la testa mi accorgo di avere ancora i capelli sciolti, decido quindi di andare in stanza a farmi uno chignon decente per non fare di già brutta figura in TV, dopo varie imprecazioni riesco a fare qualcosa di più o meno decente visto l'orario è la mia scarsa voglia di vivere, mi manca solo fissarlo di dietro, cerco inutilmente di farlo da sola ma le mie mani sembrano scivolare al contatto con la moletta quindi mi alzo a cercare Nunzio per farmi dare una mano.
uscendo fuori dalla porta sento un rumore provenire dalla stanza vicina.
- oi -
urlo alla persona nella stanza accanto.
- puoi venire ad aiutarmi un attimo qua? - sento qualche passo e dopo qualche minuto la figura di Albe mi si staglia davanti, faccio quasi cadere le forcine che avevo in mano e mi maledico per aver parlato così tanto in fretta, lui mi guarda con faccia assonnata in attesa di una mia reazione ma io sto ferma a guardarlo senza mostrargli nessuna emozione, il mio corpo è come bloccato, e il mio cuore sembra completamente assente, le mie mani iniziano inconsapevolmente a sudare.
- hai bisogno?- mi dice dopo qualche minuto di silenzio con sguardo tra il divertito e lo scocciato, lo guardo e imbarazzata alzo la mano con le forcine sicura che lui avrebbe capito, nelle sue labbra sbuca un piccolo sorriso e con tutta la calma del mondo si avvicina a me.
Io mi giro meccanicamente cercando il più possibile di evitare il suo sguardo e di non creare altre situazioni imbarazzanti, appena sento il calore del suo corpo vicino al mio e riesco a veder la sua ombra da dietro le mia spalle allungo la mano e gli passo le forcine cercando il meno possibile il contatto fisico, quando la sua mano sfiora la mia la ritiro di scatto e ripongo le mie mani nella tasca della felpa.
Susseguono minuti di silenzio in cui cerco di controllare i battiti del mio cuore che se prima sembrava assente, ora è anche troppo presente, al contrario mio sento lui trattenere quasi il respiro mentre con il suo tocco delicato mi accarezza i capelli.
- certo che non impari mai a farlo da sola -
spezza il silenzio Albe con una voce leggermente roca.
Quasi mi stupisco sentendola.
Non è cambiata dall'ultima volta.
il suo tono è quasi malinconico, so a cosa si riferisce e mi sembra anche strano che se lo sia ricordato.
- grazie - dico sussurrando quando non sento più il suo tocco sulla mia cute.
mi giro e lo guardo veramente per la prima volta negli occhi dopo tanto tempo.
Trattengo il fiato quando le sue pupille azzurre come la neve si scontrano con le mie verde foglia.
I suoi occhi mi ricordano il freddo di Gennaio e la neve sopra il tetto di casa mia.
anche dopo un anno riesco a vederci casa.
Lui spezza il contatto visivo toccandosi nervosamente i capelli, i miei occhi scattano dai suoi occhi alla sua figura e il panico si impossessa di me, siamo troppo vicini.
- Lene io-
mi sussurra usando il soprannome che usava solo lui nei mie confronti e che ho sempre trovato stupido, al contrario suo.
Deglutisco a vuoto mentre il silenzio si impossessa di nuovo di noi,i miei occhi ritornano su di lui e dal modo in cui mi guarda riesco a capire che sta cercando delle parole concrete prima di parlare.
- Moony sei morta per caso? sbrigati che facciamo tardi!-
le urla di Nunzio mi fanno ritornare drasticamente alla realtà come uno schiaffo in faccia, mi scosto bruscamente interrompendo questo strano contatto tra occhi che si è creato tra me e lui e girando lo sguardo cammino senza guardarmi indietro.
Che cazzo stava succedendo prima?
- ah eccoti su andiamo -
mi spinge Nunzio fuori la casetta inconsapevole di quello che stava succedendo, varcando la soglia mi sento ancora osservata e non riesco a smettere di pensare a quelle incasinate iridi azzurre.- Moony sai che mentre fai gli squat sembri una gallina che cova le uova - scherza Nunzio imitando male ovviamente il mio esercizio, lo guardo contrariata e ridendo lo spingo leggermente.
- ma zitto che i tuoi addominali sono peggio delle mie uova sicuramente- lo derido mentre lo schermo mostra l'esercizio successivo.
- ah comunque che bello chignon che hai oggi - mi dice fissandomi con sguardo strano mentre una goccia di sudore scende dalla sua fronte, alzo le sopracciglia confusa.
- eddai so che ti ha aiutato a fissarlo Albe, avevo interrotto qualcosa vero?-
mi risponde sorridendo, lo guardo ad occhi spalancati, e lui come faceva a saperlo lui?
- ma non me lo ha fissato Albe lo chignon infatti-
mento cercando di evitare il suo sguardo e concentrandomi su questo esercizio.
questa volta alza lui le sopracciglia guardandomi come se avessi detto una cazzata colossale.
- si certo, allora come me lo spieghi che ti sta guardando strano da tutta la lezione?-
lo guardo confusa mentre giro lo sguardo sul diretto interessato e noto che effettivamente il suo sguardo è rivolto verso di me e non sembra voler smettere di fissarmi.
Non capisco che cosa vuole da me, e cosa pretende che io capisca dai suoi occhi.
mi rigiro non appena noto la sua bocca aprirsi per cercar di parlare, stringo forte le labbra e mi concentro sull'esercizio.
- eh vedi ora non sai che dire -
mi dice Nunzio con uno sguardo soddisfatto, sbuffo e mi riconcentro sull'esercizio
- sta zitto va -
dico sussurrando mentre Nunzio scoppia a ridere.- menomale che non sono una ballerina di classico - dico distrutta e stendendo le mie povere gambe nei divanetti della sala relax mentre Christian mi raggiunge con sospiro affannato concordando con me.
parliamo un po' del più e del meno e mi confronto con lui di quanto il classico sia difficile.
All'improvviso vediamo Inder uscire dalla saletta con una faccia felice ma preoccupata allo stesso tempo
- Frate Inter come è andata la tua prima lezione?- dico chiamandolo con il soprannome che gli ha affidato Nunzio anche se con il suo accento suona decisamente meglio.
- mah non so penso bene - ci dice sedendosi accanto a noi con aria stanca
- che ti ha assegnato?- dice Christian interessato dopo avergli fatto spazio sul divano
- mi ha assegnato di comporre una canzone con degli alimenti- ci dice elencandone alcuni seriamente, lo guardo come a dire se sta scherzando ma quando capisco dal suo sguardo che è la verità scoppio a ridere insieme a Christian e dopo di ché cerchiamo di rassicurarlo.
- però che figata, sono sicura che ti uscirà qualcosa di originale -
Christian concorda con me
- si infatti lo penso anche io, devo solo capire come impostarla -
mi risponde, poi cambia completamente espressione e mi guarda come se fossi un fantasma
- ma tu non hai pure la tua prima lezione?- mi dice confuso, ripenso al mio orario e poi lo guardo impanicata
- aspe che ore sono?-
dico alzandomi come una molla
- sono le undici sbrigati prima che ritardi-
mi risponde Christian incorraggiandomi ad andare, mormoro un ciao distratto ai due mentre mi avvio in sala sperando di non arrivare in ritardo.
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Àgape//Albe amici21
Fanfictionci sono momenti in cui vuoi gridare dalla felicità,e momenti in cui vuoi gridare dal dolore, ci sono pensieri che capitano una volta sola, e quelli che ti tormentano la notte, nella tua vita ci sono persone dal significato inutile,di passaggio, e pe...