- c'è la farai sono sicuro -
la voce di mio padre risuona ovattata nella mia testa mentre cerco mentalmente di calmare i miei battiti.la mia prima possibiltà di farmi conoscere si trova di fronte a me, superando la porta che mi terrorizza così tanto, chiudo la chiamata con mio padre e spengo il telefono.
- ok Selene c'è la puoi fare -
mi sussurro incoraggiandomi, o ora o mai più, senza guardare indietro varco la porta e mi avvio quasi trattenendo il fiato a prendere un foglio da un ragazzo della produzione, non capisco molto quello che dice, forse per il fatto che io stia ancora cercando di regolare i miei respiri o forse perché il mio cervello è già sul palco di amici, esso mi comunica che quando faranno il mio nome, se lo faranno, io dovrò entrare dalla porta indicata da lui, gli faccio un cenno come per fargli capire che avevo capito quando in realtà nella mia testa si sente solo il grande nodo alla gola che non mi fa quasi deglutire.mi siedo e ripeto mentalmente la coreografia che mi ero prefissata di portare, la mia testa si riconnette solo quando sente un nome, ma non un nome qualsiasi, quel nome.
Quel nome che mi ha perseguitata per troppo tempo, quello per cui non dormivo la notte e per cui sorridevo il giorno.
Alzo la testa di scatto, i miei occhi vagano come affamati per cercare la sua figura, e quando il mio cervello capisce che non c'è allora abbasso il capo, mi strofino le orecchie come a non voler mai aver sentito il suo nome, non posso fare sempre così quando lo sento,è passato tanto tempo devo andare avanti.che stupida veramente pensavo fosse lui?
ormai lo immagino anche in contesti così importanti, certo che non l'ho proprio superata, rido da sola scuotendo la testa, sono proprio un caso perso.
questo momento di stop dura poco però.
- Selene Caruso tocca a te -la voce della produzione mi fa entrare in panico, il mio corpo si alza automaticamente come quando la prof ti chiama alla lavagna e tu non può fare altro che alzarti, vedo e sento tutti gli sguardi dei presenti puntati addosso, non ne ricambio neanche uno ma guardo avanti e mi avvicino lentamente alla porta che mi condurrà dentro lo studio, il mio cuore non smette di battere nella mia cassa toracica come se avessi corso una maratona, faccio una piccola corsetta per arrivare al centro senza metterci troppo, guardo Maria negli occhi e lei mi presenta con il sorriso rassicurante che fa a tutti
- allora lei è Selene Caruso viene da Roma e la sua passione più grande è il ballo, balla da quando era piccola perché per lei è un modo per calmarsi, dice di questa esperienza
" voglio entrare per far vedere a mia mamma che nonostante non ci sia più sono riuscita a fare quello che amava anche per lei"
sulla mia faccia compare un sorriso quando Maria nomina mia madre, lei era una grande donna, era troppo per questo mondo, era il mio appiglio, e anche uno dei motivi per cui non ho mai mollato, il bene che le volevo e le voglio era ed è immaginabile.- avevi un bel rapporto con tua madre vero? si vede da come ti si sono illuminati gli occhi -
mi chiede dando voce ai miei pensieri Maria, le sorrido prendendo il microfono con le mani tremanti e parlando per la prima volta
- si lei era una persona fantastica e mi ha trasmesso la passione della danza, probabilmente ora starebbe saltando della felicità perché ho incontrato la sua icona di riferimento ovvero la Celentano- dico ridendo leggermente al ricordo di tutte le foto che erano appese nella sua camera da letto, mio padre si è sempre lamentato di ciò ma non le ha mai tolte.
giro lo sguardo verso la Celentano che mi sorride gentile, è proprio come nelle foto.
mi posiziono al centro del palco pronta per ballare, questa è la mia opportunità non posso sprecarla, non posso deluderla.
se prima gli occhi della gente pesavano sulle mia spalle ora sento come una coperta avvolgermi per proteggermi.
non posso sbagliare.
Maria dopo una breve occhiata mi dà la base,in questa coreografia cerco di trasmettere tutto quello che posso, voglio che loro si sentano come mi sento io mentre ballo.
voglio che mi guardino con occhi critici di chi cerca un ago in un pagliaio.
non lo troveranno.
finisco di ballare e un sospiro esce automaticamente dalla mia bocca mentre mi riprendo il microfono e mi avvio al centro del palco aspettando il parere dei giudici.- nessuno ti ha fermato la base quindi è un buon segno-
mi dice Maria facendomi confondere
- si, cioè no, cioè si scusatemi- dico ridendo per l'imbarazzo insieme ai presenti per la mia sbadatezza.
dopo un minuto di silenzio la Celentano prende parola- hai belle linee, bella tecnica, non è il mio stile ma sei molto preparata- mi dice sorridendo mentre io ringrazio educatamente, prende poi parola la Peparini che mi guarda sorridendo, sarà un buon segno? spero di sì.
- a me piaci molto, sarei felice di accoglierti nella mia squadra-
le sue parole rimbombano nella mia testa e quando capisco di essere dentro mi copro la bocca con le mani per lo stupore nel mentre una lacrima di commozione accarezza il mio viso, la asciugo subito e mentre mi ricompongo
prende parola anche Todaro- a me sei piaciuta anche ma penso che il percorso della Peparini sia più idoneo a te-
mi spiega mentre sorrido annuendo ancora sconvolta dalla felicità, prendo la maglia e mi giro dalla parte dei miei futuri compagni di scuola.e li che il mio cuore perde un battito,
non lui.
non di nuovo lui.
il mio cervello va in panico come ogni volta che sento o vedo una cosa che mi ricorda lui.
faccio cadere la felpa per lo stupore mentre lui mi guarda con lo stesso stupore e panico mio, sposto lo sguardo sul mio futuro banco e vedo che, ironia della sorte e accanto al suo, cammino lentamente fino al mio banco sedendomi e cercando di ignorare il suo sguardo insistente
- Albe come ti trovi là sopra? -
gli chiede Maria mentre io faccio finta di sistemare la bottiglietta d'acqua per non voltarmi a guardarlo
- Bene Maria sono contento - risponde lui però continuando a fissarmi, il suo sguardo mi brucia la pelle, non provavo questa sensazione da tanto, ma nonostante questo non gli do la soddisfazione di alzare lo sguardo e ricambiare la sua occhiata penetrante.
non sono più quella di una volta.- che ne pensi di Selene? ho visto che la guardavi molto-
Maria fa la fatidica domanda e non so se sentirmi infastidita da ciò oppure esserne sorpresa, probabilmente tutte e due.
spero con tutta me stessa che non dirà che ci conosciamo già.
- è molto brava- si limita a rispondere lui per fortuna, è sempre stato un ragazzo di poche parole, non riesco più a trattenermi, alzo lo sguardo facendo scontrare le nostre iridi per la prima volta,dopo quasi un anno non sono cambiate per niente, lui non è cambiato, i suoi occhi sono sempre gli stessi e ci vedo ancora il cielo. Gli faccio un sorriso rigido per non attirare l'attenzione e quando Maria continua con le selezioni mi giro bruscamente dall'altra parte, lui sembra volermi dire qualcosa, ma non parla. sento il suo respiro farsi leggermente più pesante mentre gira lo sguardo e continua a guardare gli altri concorrenti.
mentre io come una scema mi ritrovo a fissarlo nel riflesso della bottiglietta.
sono proprio un caso perso.Maria per fortuna non dice più niente e va avanti con l'assegnazione dei banchi, passo tutto il tempo a cercare di ignorare le occhiate di Albe e a realizzare di essere veramente dentro e non sdraiata sul divano con mio padre a guardare il programma nella TV a casa.
e mentre Giulia entra per dire la collaborazione con gli oreo, la consapevolezza si fa strada dentro me. Da questo momento in poi tutti sapranno chi sono.
sospiro mentre mi sdraio sul banco che sarà con me per tutta la mia permanenza ad amici, mi sento stanca. Mi giro a guardare Albe, mai e poi mai avrei pensato di poterlo incontrare di nuovo o almeno lo speravo, in un contesto di questo genere sarà veramente dura cercare di ignorarlo, so che lui è andato avanti, avrei dovuto farlo anche io e ci ho provato, ci ho provato davvero tanto ma io non sono ancora pronta e rivederlo mi ha solo aperto una ferita che con tutte le mie forze ho cercato di guarire da sola ma a quanto pare è ancora infetta, lui è il sale sulla mia ferita, anche solo sentire di nuovo il suo profumo mi fa bruciare il petto, abbasso lo sguardo sulla bottiglia di fronte a me e mi concentro sulle cose positive che accadranno d'ora in poi.
basta pensare a lui.
Sorrido mentre finisce la puntata e anche nel tragitto per entrare in casetta felice dello strano sopravvento che ha preso la mia vita.
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Àgape//Albe amici21
Fanfictionci sono momenti in cui vuoi gridare dalla felicità,e momenti in cui vuoi gridare dal dolore, ci sono pensieri che capitano una volta sola, e quelli che ti tormentano la notte, nella tua vita ci sono persone dal significato inutile,di passaggio, e pe...