soprannomi

486 18 2
                                    

è passata quasi una settimana dalla mia prima lezione, ma le emozioni sono sempre le stesse quando ballo in sala.
In questo momento mi sto dirigendo a lezione per provare la coreografia che la Peparini mi ha assegnato per la prima puntata, spero di fare un buon lavoro e spero soprattutto che lei non sia delusa da me.
- oh stai andando a lezione?-
interrompe i miei pensieri Mattia che accanto a me sta addentando un biscotto, annuisco mentre prendo velocemente le ultime cose dal divano della casetta che in questo momento sembra un tavolo di quante cose ci sono poggiate sopra.
- allora aspetta un attimo che andiamo insieme che ho lezione con Raimondo- mi dice Mattia mentre si alza dal tavolo sospirando e guardandomi con sguardo spaventato, io gli sorrido comprensiva e passo la mia mano delicatamente sul suo braccio.
per lui è stata veramente una settimana difficile, ha paura di non riuscire ad entrare e più volte mi sono ritrovata a consolarlo nei divanetti della sala relax. Per quanto voglia bene a Nunzio anche Mattia si merita di stare qua.
lui ricambia con un leggero sorriso e stretti nei nostri giubbotti ci avviamo fuori dalla casetta, oggi sembra fare più freddo.




















                        

                                                      *






- ok Sele prova a fare questo movimento così-
mi dice Andreas mentre diamo insieme gli ultimi ritocchi alla coreografia così che per domani sarà pronta, ripeto per la centesima volta il movimento stavolta corretto e poi riprovo la coreografia altre due volte.
- ok io penso che per oggi abbiamo finito-
mi dice Andreas iniziando a sistemare le sue cose, lo guardo un po' preoccupata.
- sicuro? com'è buona?-
dico cercando di riprendere fiato, ci tengo tanto a questa opportunità non voglio fare brutta figura e soprattutto voglio dare il massimo, lui mi guarda prima con sguardo confuso e poi ride
- tranquilla Sele, la fai bene non farti venire paranoie inutili-
mi consola Andreas mentre i suoi occhi si arricciono in una piccola risata che mi contaggia.
Con sguardo serio mi raccomanda di tornare in casetta e soprattutto di rilassarmi.
ma mi conosco e il mio cervello quando si fissa con una determina cosa non c'è niente che gli faccia cambiare idea, neanche un complimenti dalla Celentano, e non sto scherzando.
Quindi appena vedo Andreas girare l'angolo inizio di nuovo  a provare la coreografia, è sempre meglio prevenire che curare.

- oh ma che fine avevi fatto -
mi accoglie Mattia aprendomi la porta, entro in cucina e noto già tutti a cenare,non pensavo fossi stata in sala per così tanto tempo.
- sicuramente ha provato oltre l'orario perché è la persona con più ansia che conosco vero?- mi dice Nunzio ridendo mentre affonda la forchetta nell'insalata creando una leggera risata anche negli altri.
- e che ci posso fare se sono ansiosa - alzo le spalle guardandolo con sguardo scontroso però ridendo leggermente.
- prendi la vita con filosofia!- mi urla Nunzio dalla cucina con la bocca piena.  Io rido e poso il borsone accanto agli altri mentre mi dirigo in camera, ho proprio bisogno di un po' di riposo.
- oh ma che fai torna che devi mangiare cretina, non hai mangiato neanche a pranzo- mi urla Carola mentre agita il suo cucchiaio, a pranzo non avevo molta fame e il fatto di avere lezione dopo non mi ha aiutato per niente,
ora invece l'ansia mi ha chiuso lo stomaco ed è come se una vocina nel mio cervello ripetesse da quando sono uscita dalla sala che potevo fare di più, la fame è l'ultimo dei miei problemi in questo momento.
- non ho fame- le urlo di rimando, mentre Carola e Luigi si alzano dalla tavola dove gli altri stanno continuando a mangiare tranquillamente, scuoto di continuo la testa anche a Luigi che mi consiglia di mangiare per stare in energie domani, ma io sono del pensiero che più che energie mi sentirei pesante. Sento anche da qua lo sbuffo di Albe dal tavolo.
Incrocio le braccia e alzo un sopracciglio incazzata verso di lui, che cosa vuole anche lui da me?!
- vieni a mangiare dai -
alza leggermente la voce Albe per farsi sentire mentre si alza e si avvicina leggermente a me, mi allontano e lo guardo con sguardo confuso, sta parlando davvero con me? ora?
dopo una settimana che trova tutti i modi per ignorarmi solo ora si ricorda la mia esistenza.
Sospiro cercando di mantenenere la calma anche se con lui è sempre difficile,e dico scandendo le parole
- non ho fame -
noto con la coda dell'occhio che la maggior parte dei nostri compagni hanno smesso di mangiare, probabilmente anche loro sentono questa strana tensione nell'aria e il silenzio si disparde di nuovo nella casetta.
- dai Selene, se non mangi poi  domani non avrai forze, e so che domani non mangerai neanche sotto tortura quindi mangia qualcosa almeno ora-
mi dice con un tono che non sembra voler repliche, ormai sa che come abitudine durante una gara o una esibizione importante tendo a mangiare poco e niente e di solito lui mi accompagnava in questo digiuno per non lasciarmi sola o per solidarietà diceva così lui almeno, i mie occhi sono fissi nei suoi e non sarò io la prima ad abbassarli.
Sbatto le palpebre solo dopo qualche minuto tornando alla realtà quando Luigi fa cadere distrattamente il cucchiaio nel piatto, cerco di uscire da quella situazione approfittando di questo suo momento di distrazione per andare in stanza ma vengo nuovamente interrotta
- forza Lene su almeno metà piatto -
dice fissando di nuovo il suo sguardo sul mio e marcando apposta il soprannome mentre mi indica la sedia accanto a lui,lo guardo per due secondi in silenzio, poi sospiro innervosita e mi siedo silenziosamente in quella dannata sedia.
sul suo volto vedo comparire un sorrisino di vittoria che stronco subito con un occhiatataccia.
- che avete da guardare -
dico anche a Nunzio e Carola che ancora mi fissano, il primo mi manda un occhiata eloquente e ride per poi continuare a mangiare mentre Carola si alza e con sguardo indifferente mi dà una pacca sulla spalla.
La cena continua in silenzio come se non fosse successo niente e alla fine riesco a finire metà del piatto anche se con un po' di difficoltà visto ancora la stretta che sento all'addome.
Nunzio che è uno degli ultimi a finire si alza dal tavolo e appoggia la mano nella spalla di Albe.
- oh frate io vado a letto pensaci tu a farla mangiare -
dice con un tono metà tra il serio e il divertito rivolgendosi ad Albe mentre mi manda una leggere occhiata, sbuffo dal nervosismo e sbattendo il cucchiaio nel piatto  mi giro verso Nunzio
- ti sembro una bambina?!-
gli urlo ma lui fa finta di non sentirmi mentre cammina per andare in stanza. Sbuffo un altra volta e finisco di mangiare il piatto.
Mi giro verso Albe e solo ora noto il suo sguardo perso su di me, chissà a cosa sta pensando.
- posso andare? - gli chiedo un po' più calma.
guarda il piatto è mi fissa con sguardo contrariato.
- non li mangi i piselli?-
dice indicandomeli con le dita,un sorriso amaro compare sulle mia labbra.
- pensavo che ti ricordassi che non mi piacciono-
dico spostandoli con la forchetta all'estremità del piatto.
- credevo che questa fissa ti fosse passata-
dice lui ancora con sguardo distratto.
- non tutto passa con un semplice gesto-
dico stavolta guardandolo negli occhi e cercando di farmi leggere dentro come una volta, ma il suo sguardo è assente, è ancora immerso nei suoi pensieri.
Faccio un piccolo sospiro, sinceramente un po' ci speravo.
Mi alzo e in silenzio mi dirigo verso le stanze ma a metà del corridoio mi fermo e le parole escono dalla mia bocca in modo automatico.
- notte Alby -
dico sussurrando stringendo i pugni.
Sorrido malinconica al suono del soprannome che gli ho affidato io stessa e diversi ricordi sfiorano la mia mente, ricordo che gli dava  fastidio e questo è uno dei motivi per il quale  lo continuavo ancora a chiamare così.
Ricordo in particolare una conversazione dove nel mezzo dell'litigio, lui mi ha urlato frustrato il perché lo continuassi a chiamare così anche in situazione serie e io con tutta la tranquillità del mondo gli avevo sempre risposto che era per dimostrargli di volerlo bene e che quando non lo avrei più  usato allora per me era finito tutto.
Lui sembra ricordarselo in questo momento proprio come me perché alza la testa di scatto e incatena gli occhi su i miei cambiando rapidamente espressione, non so cosa stia pensando  in questo momento ma decido di aspettare una sua mossa, lo vedo alzarsi mentre i nostri occhi sono come incatenati tra di loro e si avvicina a me arrivando quasi a un palmo dal mio viso, mi guarda come se stesse cercando qualche mia  reazione e dopo qualche secondo mi sorride  malinconicamente, gira leggermente la testa e mi sussurra nel mio orecchio a sua volta.
- notte Lene -
dopo di che mi sorpassa senza voltarsi indietro e si dirige nella sua stanza, il suo profumo mi rimane adosso e nell'aria circostante e mentre lo guardo andare via una strana sensazione sorge nel mio petto.

Àgape//Albe amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora