𝐓𝐫𝐞

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Molly Bradshaw possiede la mia anima e il mio corpo.
Questo è il pensiero che rimane fisso nella mia testa ogni santa mattina, anche quando scalcia come una iena e rischia di far smettere di funzionare l'unico aggeggio che mi permetterà di diventare padre un giorno.
Guardo la piccola palla di coperte e lenzuola al mio fianco e sorrido rassegnato scuotendo il capo. Sono io quello che la fa rimanere senza coperta la notte, eh? Io quello che la faccio finire sul bordo del letto e le faccio sentire freddo.
Come no, ovvio.
Muovo il collo a destra e sinistra, poi in alto e in basso. Sgranchisco anche le braccia e raggiungo la cucina. Sposto l'ennesima rivista da sposa dal ripiano e la lancio sul divano. L'intenzione era quella di rimanere piantato a letto per almeno un altro paio d'ore ma il richiamo del caffè, bevanda che mi sta portando nel lato oscuro giorno dopo giorno, è irresistibile. Non avrei dormito comunque, perciò, tanto vale farmi un bel caffè. Allontano lo sguardo dall'espositore del tè dove un centinaio di filtri mi scrutano, offesi di essere stati messi da parte anche stavolta, e porto la tazza alle labbra. Se ne faranno una ragione prima o poi, non è colpa mia se la caffeina sta pian piano monopolizzando la mia vita insieme alla ragazzina mezza nuda nel mio letto. Al solo pensiero, mordo il labbro inferiore tra i denti e mi affretto a raggiungere la camera da letto.
Molly giace al centro del materasso, braccia e gambe a mo di stella marina, un groviglio di coperte ad avvolgerla. Incredibile come una chioma bionda di ventiquattro anni possa avermi messo in ginocchio in questo modo. Ricordo perfettamente il giorno di un anno fa, quando mi ero inginocchiato e questa ragazzina tremenda mi aveva chiesto se mi fosse venuto il colpo della strega. Era stato esilarante vederla scioccata una volta aver realizzato cosa tenevo in mano. La mia Molly non ama farsi vedere fragile, soprattutto davanti ad un pubblico numeroso, ma quella volta... era come se in quel parco, in quel preciso momento, ci fossimo solo noi. Aveva pianto molto mentre le dicevo di come mi avesse cambiato la vita quello stesso giorno di due anni fa. Sorrido al pensiero di come si fosse abbassata alla mia altezza e si fosse infilata l'anello al dito nel bel mezzo del discorso. Ero rimasto senza fiato, troppo preso alla sprovvista da quel gesto. E poi Molly Bradshaw mi aveva assalito, arrampicandosi sul mio collo e baciando ripetutamente le mie labbra.
Qualche mese fa ha iniziato a programmare il matrimonio, dunque, mi sono offerto di darle una mano ma non appena mi sono reso conto di tutte le decisioni che c'erano da prendere me ne sono pentito, lo ammetto. Nonostante l'amaro pentimento, il sorriso sul volto della mia ragazzina vale tutto lo stress a cui ci sottoponiamo ogni giorno. È felice del mio coinvolgimento, e chi accidenti sono io per rovinare quel bel sorriso sul volto della mia fidanzata? Nessuno. Proprio nessuno.
«Amore» bofonchia la bionda, tastando il materasso. «Mio strepitoso Dio del sesso, dove ti sei cacciato?» alza la voce, pensando di trovarmi in bagno. «Fossile del mio cuore? Reperto antico di valore inestimabile, ci sei?»
Accarezzo il mento, sollevando un sopracciglio in attesa di qualunque altro epiteto azzeccato per la mia età mentre realizza che sono sulla soglia della porta.
«Umhf» sbuffa. «Trentesimo vizio capitale da cui mi farei tentare per l'eternità?»
Rilascio una risata.
Questa è nuova.
Il suo capo scatta nella mia direzione e corruga la fronte mentre si mette seduta. «Ah, ecco dov'eri finito. Che ci fai fuori dal letto?» domanda.
«Sono andato a farmi un caffè» rispondo staccandomi dallo stipite della porta. La raggiungo sul letto, scacciando molteplici ciocche di capelli che le riempiono il volto. «Ciao, ragazzina» mormoro sfiorando il suo mento.
«Ciao», arrossisce.
«Mi fai spazio o...»
Molly si sposta all'istante, ma non la lascio andare chissà dove. La trascino sul mio corpo e faccio scontrare le nostre labbra in un bacio che sa di caffè. Stringo il suo fondoschiena tra le mani mentre la biondina si occupa di dimostrarmi quanto mi ama e lascio che i nostri fianchi si incontrino in profondi movimenti.
«Ti amo da morire» sussurra guardandomi negli occhi.
«Che c'è?» porto una sua ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi guarda con uno sguardo che non riesco a decifrare e a essere onesto, non credo di averglielo mai visto prima di adesso.
«Mandiamo all'aria tutta questa organizzazione del matrimonio e sposiamoci e basta, Tom» dice.
I miei movimenti cessano all'istante. La sollevo insieme a me, poggiando la schiena sulla testiera del letto. «Che stai... perché?» chiedo confuso.
«Dico solo che ci stiamo stressando per qualcosa che potremmo realizzare in mezza giornata. Mi sono stufata di cercare abiti, location, fiori, tovaglioli e un altro miliardo di cose» rilascia un profondo respiro, come se si stesse liberando di qualcosa che teneva dentro da tempo. «Io ti amo, tu ami me, perché non sposarci e... non lo so, organizzare un pranzo con le nostre famiglie?»
«Molly, fino a due giorni fa mi hai sgridato perché ero indeciso tra due tipi di centro tavola... sei quasi arrivata alle lacrime perché ti ho detto che il colore dei confetti mi sembrava lo stesso e adesso questo?» sbatto le palpebre.
Mi prende del tutto contropiede. Mi aspettavo che avremmo fatto l'amore, riso, scherzato, ma di sicuro non un'ammissione del genere. Voglio dire, a me non importa nemmeno di tutte queste cose ma credevo che a lei sì.
«Mi spiace per come mi sono comportata ultimamente ma vedi? È proprio questo il punto, io... voglio solo che mi pianti una fede al dito e mi giuri amore eterno, fine» deglutisce.
«Va bene» acconsento. Perché, cos'altro posso fare se non assecondarla? Organizzeremo un pranzo con le nostre famiglie in un ristorante e consegneremo le bomboniere.
«Va bene?» mi guarda speranzosa. «Voglio dire, sul serio è okay per te questo cambio di rotta?»
«Io voglio solo appartenerti per il resto dell'eternità, Molly. Voglio che continui a cercare sinonimi per definirmi e che mi faccia leggere ogni tuo lavoro. Basta così.»
«Ho una sorpresa per te, ma voglio che sia chiara una cosa: non c'entra niente con quello che ti ho appena detto, d'accordo? Il matrimonio... volevo parlartene già due settimane dopo l'inizio ma fra una cosa e l'altra non l'ho più fatto, quindi, sì... non c'entra» gesticola nervosa.
Se potessi baciarla ogni volta che mi guarda in questo modo così... da Molly, non mi staccherei più dalle sue labbra. È assurda la maniera in cui mi ha attirato nella sua tela e non mi ha più lasciato andare da allora. Non che io stia cercando modi per evadere, certo. Anzi, sarei lieto di rimanere intrappolato per sempre con lei.
«Hai una sorpresa per me. D'accordo. Di che si tratta?» domando.
«Aspetta qui e chiudi gli occhi per favore» sorride prima di scendere dal letto e attendere che io abbassi le palpebre.
Scorgo il nervosismo nel fremito delle sue mani ma non commento, di qualunque cosa si tratti, sono certo sia molto importante per lei. Forse sono arrivate le copie del libro?
«Hai gli occhi chiusi?» domanda.
«Sì», confermo.
«Tienili chiusi» bisbiglia sistemandomi ancora una volta sulle mie gambe.
Il suo tono di voce trabocca di emozione. Deve essere assolutamente qualcosa di importante. Pensavo mi avesse sorpreso con qualche reliquia e poi una battutina ma quello che scorgo nelle sue parole tremanti... c'è di più.
Posa qualcosa sul palmo della mia mano ma essendo aperta non riesco a comprendere bene di che possa trattarsi.
«Okay, aprili.»
Abbasso lo sguardo sulla mano e avvicino di scatto il viso per accettarmi che sia sul serio quello che penso. Un nodo comincia a formarsi in gola, gli occhi si fanno sempre più lucidi mentre giro tra le mani l'oggetto simile a un evidenziatore.
«A quanto pare fra un paio di mesi avremo un piccolo fossile per casa» la sua voce si spezza. «Sarai un papà fossile. Un papà australopithecus» continua a blaterare commossa.
La guardo dritto negli occhi mentre la prima lacrima sfiora il mio viso. Molly la cattura con il suo pollice e poi, avvolge la mia guancia con la sua mano intera. «Aspettiamo un bambino, Mol?» deglutisco, la voce rauca.
Lei annuisce, i suoi occhi lo specchio dei miei.
«Uno tutto nostro?» chiedo conferma perché... che altro posso fare al momento? Sono estasiato. Al settimo cielo. Fremente di gioia pura.
«Beh» sbuffa una risatina tra le lacrime «sei l'unico fossile con cui vado a letto da tre anni ormai; quindi...» inclina il capo verso destra.
«Ti amo. Cazzo, ti amo da morire» catturo il suo viso e pianto la bocca sulla sua. La stringo a me, quasi a volerla incastrare nel mio cuore più di quanto non lo sia già. «Ti amo, ragazzina. Hai capito?» sibilo.
Molly afferra l'orlo dei miei boxer, strattonandoli quanto basta per potermi liberare e poi abbassarsi sulla mia lunghezza. «Dimostramelo» mormora sulla mia bocca. «Mostrami quanto mi ami, Thomas.»
Non ho bisogno di sentire altro. Bacio la lacrima solitaria che accarezza il bellissimo viso della mia fidanzata e le dimostro quello che sento. Con tutto me stesso. 

𝐃𝐀𝐍𝐍𝐘, 𝐓𝐑𝐄𝐕𝐎𝐑, 𝐓𝐎𝐌, 𝐂𝐀𝐋𝐄𝐁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora