Capitolo 10

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Trevor's pov

Avevo l'assoluta certezza che Emily mi avesse stregato. Dio, se mi piaceva. Non era come le altre,  era diversa: era brillante, intelligente, strafottente, tosta, vera e bella da togliere il fiato.
Sapevo che lo fosse ed è per questo che ho dovuto mettere immediatamente una distanza. Era bastato mezzo pomeriggio insieme perché lei venisse ferita dalla mia incapacità di gestire i miei sentimenti. E quello era niente. Noi non avremmo mai potuto stare insieme, mai.

Sapevo che si sarebbe incazzata da morire non trovandomi accanto a lei al suo risveglio e sapevo che avrebbe provavo a vedermi, ma era arrivato il momento di mettere un punto a questa farsa. Più saremmo andati avanti e più ci saremmo fatti del male: io non ero l'uomo per lei e lei era troppo per me. Meritava qualcuno di pulito, che la tenesse per mano, la portasse a cena e le regalasse fiori e tutte quelle cazzate del genere. Tutto ciò che potevo offrirle erano risse, sesso e problemi.
Uscirà sicuramente con quello stronzo di Reed stasera perciò mio malgrado dovrò andare a quella dannatissima festa. Probabilmente se fosse uscita con un altro ragazzo, un tipo a posto, non mi sarei intromesso, ma lui, dio, lui è vero bastardo e devo controllare in tutti i modi che non le tocchi nemmeno un capello. Sarei proprio ad uccidere nel caso. Quando vedo quel faccino e quegli occhi da cerbiatto impaurito che ostentano sicurezza e dolore non riesco a fare a meno di avvertire un senso di protezione assoluto, ora capisco come si sentano Alex ed Alicia nei suoi confronti. È una donna forte, ma non sa badare a sé stessa per quanto provi a blaterare il contrario. Si mette continuamente nei guai e la cosa mi fa impazzire.

Sabato sera: sono le nove e per resistere all'impulso di andare da Emily sbatterla contro un muro e fare l'amore con lei per tutta la notte, sono andato da Lexy a fare un tatuaggio sulla schiena, in uno dei centimetri ancora liberi. L'essere sdraiato a pancia sotto non impedisce di ammirare il culo di Lexy fasciato da una minigonna microscopica che lascia intravedere il suo intimo di pizzo. Mentre mi scolo la bottiglia di gin vengo distratto dalla vibrazione del telefono. Guardo lo schermo: Emily Forbes.

"Lexy rispondi tu"

"Perché zuccherino?"

"Perché è una tipa che mi si è accollata e voglio che si ficchi nel cervello che non è nessuno per me"

"Oh ho capito un'altra principessina, dammi qua, la risolviamo subito"

Afferra il cellulare dalle mie mani. "Pronto? No tesoro Trev non può rispondere al momento è sotto la doccia, siamo un po' occupati questa sera ahah mi puoi capire vero?"

"Fatto" esclama chiudendo la telefonata.

"Com'era?"

"Incazzata nera, ma cercava di non darlo a vedere. Mi sa che sei nei guai"

"Sono abituato" chiudo gli occhi ripetendomi di aver fatto la cosa giusta. Deve odiarmi, altrimenti continuerà a pensare di potermi cambiare o di poter anche solo lontanamente essere felice con uno come me. Mi abbandono al dolore dell'ago che macchia d'inchiostro la mia pelle cercando di allontanare dalla memoria il suo fottutissimo profumo angelico. Ho bisogno di bere.

Mi alzo di scatto. "Cristo Trev, non ho ancora finito, lascia almeno che ti metta la pellicola"

"Lascia perdere Lexy, ho da fare, ci vediamo" mi congedo posandole sul bancone 50 dollari.

Si sono fatte le dieci e mezza quando posteggio l'auto sul retro del Rough. È già pieno di idioti ubriachi e ragazze mezze nude pronte a darla al primo che passa. Bene, ottime premesse per fare il bastardo e smettere di pensare per un po'.

Entrando strizzò l'occhio alla barista con cui Emily mi aveva pizzicato lo scorso pomeriggio. Spero non sia ancora arrabbiato perché uno de suoi pompini potrebbe effettivamente sollevarmi l'umore. Lei ricambia con un mezzo sorriso. Fatta, era già mia, non avevo bisogno di impegnarmi. Vedo Tyler e gli altri al tavolo sul palchetto rialzato e li raggiungo, facendo segno a Lex di portarmi da bere. Per essere un posto di merda a serata era carina, non c'era troppa calca e la musica era decente: alta al punto giusto per ballare, ma non fottutamente assordante da non riuscire a parlare.
A cinque minuti dal mio arrivo Maddie mi si accolla subito sedendosi accanto a me appoggiandomi le sue lunghe gambe sopra le mie cosce. Mi bacia il collo e mi stuzzica le orecchie, sa un po' di disperazione, ma dio stasera è esattamente ciò di cui ho bisogno.

Ad un tratto la porta d'ingresso si spalanca e la musica diventa ovattata, mi esplode il petto appena la vedo: ha acconciato i suoi capelli con dei boccoli che le incorniciano il viso in un modo fottutamente sexy e come se non bastasse ha addosso un vestito fucsia scollatissimo che pare più una maglietta che un abito. Deglutisco lentamente alla vista di quelle gambe nude, slanciate e sicure su quei tacchi a spillo azzurri. Si volta verso Alicia e noto con fastidio che il vestito sulla parte posteriore è praticamente inesistente: riesco solo a pensare quanto sarebbe facile stringerle il seno fra le mani. La sua schiena nuda crea nel mio cervello mille fotogrammi di ciò che vorrei farle, di quanto vorrei prenderla sul mio letto, farla mia per tutta la notte e non farla mai più uscire nel mondo esterno. 

SECRETSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora